Un viaggio in Germania ti fa capire
come funziona oggi il moralismo del potere. I media e la vita pubblica tedeschi
ridondano di rimproveri al resto d’Europa. Soprattutto nei confronti dei popoli
del Sud, greci, spagnoli, italiani, portoghesi, che si sono dimostrati incapaci
di rigore e serietà, inaffidabili, destinati a procurare altre preoccupazioni
ai laboriosi nordici. Qualsiasi ragionevole dubbio su questa versione della
storia europea recente viene liquidata come una barzelletta, nella migliore
delle ipotesi, oppure come un’astuzia levantina dei soliti meridionali
fannulloni. Quindi non vale a nulla obiettare che la Germania è stata, di gran
lunga. Il Paese più favorito dall’unione politica e monetaria, che l’industria
tedesca ha potuto cannibalizzare la concorrenza grazie al cambio fisso e
ridurre a colonia interi distretti industriali in Italia, Spagna, Grecia ed ex
Jugoslavia. Non serve ricordare che Berlino è entrata e uscita a piacere dai
trattati europei, violandone le regole secondo convenienza, con una
flessibilità sempre negata agli altri. Oppure osservare che l’austerità imposta
ai Pigs (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna), con tagli colossali allo Stato
sociale e agli investimenti pubblici, non ha impedito alla Germania di tenersi
ben stretto il proprio welfare e aumentare gli investimenti per la ricerca,
accumulando un vantaggio tecnologico ormai incolmabile. Alla fine trionfa
sempre la favola dei tedeschi formiche e dei latini cicale. La soluzione più
semplice. La ricchezza è un merito, la povertà è colpa. Fine del dibattito. In
pochi anni il potere ha cambiato paradigma e racconto. Negli anni Ottanta il
modello era la cicala. Il messaggio era che tutti potevano essere ricchi, bastava
volerlo sembrare. Le banche prestavano soldi a interesse zero perché ci
indebitassimo per comprare la casa e poi magari il fuoristrada e, perché no, la
tv al plasma e il nuovo prodotto Apple. Poi è arrivata la crisi e il potere è
diventato moralista. La povertà è la punizione per aver vissuto troppo a lungo
al di sopra dei propri mezzi. Un gigantesco apparato mediatico e politico si è
messo al servizio di un sistema assurdo, dove l’un per cento dei ricchi spinge
verso la miseria l’altro 99 per cento della popolazione, ma pretende pure di
fargli la morale. E’ in fondo anche questa un’antica favola: superior stabat
lupus inferior agnus.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 1
aprile 2016 -
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