Ci Sono Diritti
Universalmente riconosciuti
e altri che invece ci mettono più tempo a entrare nella consuetudine, a essere
percepiti come normali e quindi come “naturali”. Questo ci fa comprendere che
si parla di naturalità con troppa leggerezza, e spesso viene percepito come
naturale ciò che non lo è affatto, ma che è entrato a far parte delle nostre
vite tanto da sembrare un “prodotto di natura”. E poi naturale viene
contrapposto ad artificiale, come se tutto ciò che è artificiale, fosse una
costruzione che, non esistendo in natura non ha motivo d’essere. Io mi limito a
fare due osservazioni. La prima: essendo l’uomo un prodotto di natura, tutto
ciò che crea è a sua volta naturale. La seconda: qualcuno percepisce come
innaturale e quindi artificiale la fecondazione assistita, l’eterologa o la
pratica della maternità surrogata, ma non le cure che dovessero rendersi
necessarie per portare a termine una gravidanza difficile. Questa mia non è una
provocazione, intendo solo dire che avere un figlio diventa un diritto solo in
presenza di un divieto espresso, di una oggettiva difficoltà che può
sperimentare chiunque. Avere un figlio non è un dovere, ma un piacere che
nessuno può vedersi negato. Tantomeno se a vietarlo sono preconcetti e
disinformazione. In Tutto Questo si scende in piazza per difendere la
famiglia tradizionale, per difendere i diritti dei bambini che devono poter avere una mamma e un papà e per
difendere i diritti delle donne che non devono essere sfruttate nella loro
capacità di procreare. (..). A nessuno è venuto in mente che la famiglia non è
né tradizionale né moderna, ma è semplicemente composta da persone che si
amano. Che esistono paesi in cui le unioni di fatto omo ed etero sono
regolamentate per legge: IN Italia ci si appella al buon senso e alle
consuetudini per le coppie etero. Che esistono paesi in cui le coppie
omosessuali possono contrarre regolarmente matrimonio, possono adottare figli
interni alla coppia (stepchild adoption), esterni, o possono ricorrere alla
pratica della maternità surrogata. Che esistono paesi in cui la pratica della
maternità surrogata non solo è legale, ma è anche riconosciuta per quello che
è: un atto incredibile di altruismo e di amore. In Alcuni Casi la maternità surrogata è consentita
solo in forma altruistica (come in Canada), in altri prevede un compenso per la
donna che si sottopone a inseminazione artificiale, che deve interrompere il
proprio lavoro per il tempo della materntà. Si tratta di un rimborso spese perché
come è chiaro, soprattutto a quanti sentono di dover difendere i diritti dei
bambini, non ci sarebbe prezzo giusto per un dono tanto grande. Un dono che a
volerlo comprare non basterebbe tutto l’oro del mondo. Ci sono paesi in cui
questa pratica è consentita solo a coppie etero e sposate, altri in cui possono
avere accesso anche coppie di fatto, coppie omosessuali e single. Ma una cosa
deve essere chiara, più di ogni altra: ovunque ci sia una regolamentazione ci
sono anche diritti per tutti, per le donne che come atto d’amore offrono un
riparo temporaneo al figlio di chi non può “naturalmente” averne, e per i
bambini che nascono da questi atti d’amore. Eh sì, perché non si tratta di
sfruttamento e di infelicità, ma di struggenti atti d’amore di incredibile
altruismo che tolgono il fiato e riempiono gli occhi di lacrime. Quanto amore
c’è in tutto questo non è mai troppo tardi per comprenderlo.
Roberto Saviano – L’antitaliano www.lespresso.it
– L’Espresso – 11 febbraio 2016
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