Roma. L’ultima conferma è arrivata pochi
giorni fa, dall’Istituto superiore di sanità. Nella Terra dei Fuochi “ci si
ammala e si muore di più per diverse patologia collegate allo smaltimento
illegale dei rifiuti”, recita il rapporto. Peggio di tutti stanno i bambini per
i quali l’incidenza dei tumori del sistema nervoso centrale è più che
raddoppiata. Senza contare le leucemie. Parole che fotografano una realtà che è
sotto gli occhi di tutti da tempo.
Sicuramente era sotto gli occhi di Roberto Mancini, il poliziotto che già negli
anni 90, scoprì i primi rifiuti tossici sotterrati in campi agricoli vicino a
centri abitati tra Napoli e Caserta. Un’inchiesta, la sua, che partì da
Cipriano Chianese, un avvocato esperto nello smaltimento e nell’intermediazione
dei rifiuti che Mancini chiama il “broker”. Un lavoro meticoloso, nato da
decine d’ispezioni e sopraluoghi in discariche di rifiuti tossici nocivi e in
siti di stoccaggio di materiali radioattivi, che Mancini mise in mano alla
procura di Napoli nel 1996. Per vedere
il via del primo importante processo per disastro ambientale però bisognerà
aspettare il 2011. Nel frattempo il ministero degli Interni certifica la
malattia del commissario come “causa di servizio”, riconoscendogli un
indennizzo di 5.000 euro. Una miseria. Solo grazie ad una mobilitazione in rete
e all’impegno della moglie Monika, le cose sono cambiate. E a gennaio 2015
Mancini è stato dichiarato “vittima del dovere” e gli è stata assegnata la
medaglia d’argento dal capo della Polizia. Tutta questa sua storia adesso è
diventata una miniserie, Io non mi arrendo, che RaiUno manderà in onda il q5 e
q6 febbraio, con Mancini che verrà interpretato da Giuseppe Fiorello. Nel
frattempo nella Terra dei Fuochi si continua a morire.
(matteo tonelli) – Un eroe da Tv – Il Venerdì di
Repubblica - 5 febbraio 2016 -
Nessun commento:
Posta un commento