Quattrocento Anni dopo la sua morte, avvenuta il 23 aprile 1616, il Bardo di
Stratford-upon-Avon continua a essere attuale come non mai. Amore e odio,
lealtà e tradimento, follia e saggezza, ribellione e sottomissione: William
Shakespeare ha esplorato a fondo tutte le sfumature dell’animo umano. Una vita,
quella del poeta e drammaturgo inglese, dedicata a interpretare l’uomo e la sua
complessità, i suoi istinti più bassi come i più nobili sentimenti attraverso
una produzione monumentale tra drammi, tragedie e commedie. In Inghilterra
Shakespeare è considerato il drammaturgo nazionale e il padre della lingua,
come Dante da noi. Nessun altro, prima e dopo di lui, ha influenzato così tanto
lo sviluppo dell’inglese: sono oltre trecento le parole utilizzate dal Bardo
nelle sue opere a essere entrate di prepotenza nel dizionario e decine le
espressioni divenute di uso comune e arrivate sino ai nostri giorni. Ma
l’influenza di Shakespeare, sulla lingua, sul teatro e in generale sulla cultura,
non è un fenomeno esclusivamente inglese. Potremmo dire che si tratta del primo
esempio di globalizzazione: le sue opere sono state tradotte e messe in scena
in tutto il mondo per via della loro universalità. Perché, come ebbe a scrivere
nel 1623 il drammaturgo Ben Johnson nella prefazione del “First Folio”, la
prima pubblicazione delle tragedie del Bardo: “Non era di un’epoca, ma per
tutti i tempi”. Quattrocento anni dopo quella frase suona come una lungimirante
intuizione. Non a caso, con immutata costanza, teatro e televisione continuano
a mettere in scena i mille volti del teatro shakespeariano. “L’Espresso”
celebra il quattrocentesimo anniversario della scomparsa del genio di Stratford
con “The Shaskepeare Collection”: una collana di ventisette Dvd con le
straordinarie produzioni teatrali della Bbc, che si possono ascoltare anche in
lingua originale. Ambientati in epoca elisabettiana, gli allestimenti sono
diretti da registi di fama internazionale come Jonathan Miller, Jane Howell,
James Cellan Jones, Stuard Burge, mentre tra gli interpreti troviamo grandi
attori britannici tra cui Anthony Hopkins, Bob Hoskins, Derek Jacobi, Claire
Bloom, Helen Mirren, Richard Pasco, Brenda Blethyn, addirittura il cantante
degli Who, Roger Daltrey. Il doppiaggio invece è a cura di attori bravissimi
come Gigi Proietti, Ugo Pagliai, Giuseppe Pambieri, Paola Gassman, Giancarlo
Giannini. Il primo titolo della collana è “Otello”, una tragedia cos’
importante da diventare due secoli dopo un’opera lirica composta prima da
Rossini e poi da Verdi. L’amore, la gelosia, il tradimento sono i sentimenti
che animano i protagonisti Otello, Desdemona, Iago. Shakespeare sfida in
quest’opera la simbologia occidentale, i luoghi comuni di bianco e nero per
indicare il bene e il male. Seguiranno, nelle settimane successive, “Amleto”,
“Romeo e Giulietta”, “Sogno di una notte di mezza estate”, “Re Lear”, “Il
mercante di Venezia”, “Macbeth” e molte altre tragedie, commedie e drammi
storici (..). Una full immersion nello pera di un genio: il drammaturgo, l’attore, il poeta più letto
e rappresentato di ogni tempo.
Roberto Calabrò – Collezioni – L’Espresso – 11 febbraio 2016
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