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lunedì 22 febbraio 2016

Lo Sapevate Che: Adesso si fa luce sulla materia oscura che sta dentro di noi ...



Con il completamento della mappatura del genoma umano nel 2003 la comunità scientifica riteneva di aver scoperto quasi tutto sugli elementi costitutivi del corpo umano. Invece un’intera generazione di biologi molecolari ora è convinta che non solo nell’universo, m nche nel nostro organismo, ci sia della “materia oscura”. Si tratterebbe di una grande quantità di proteine mai scoperte e addette a funzioni vitali fondamentali. Il biologo australiano Seàn O’ Donoghue, della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation di Sidney le chiama, appunto “proteine oscure”. In uno studio appena pubblicato su Pnas annuncia di lavorare a una loro banca dati provvisoria, sulla scorta delle prime conoscenze acquisite. Veri e propri mattoni della materia vivente, le proteine sono macromolecole costituite da una o più catene di amminoacidi. Tra le loro funzioni principali c’è la regolazione delle reazioni metaboliche, la replicazione del Dna, la comunicazione tra le cellule e il trasporto di molecole. Le proteine sono state riconosciute come una classe distinta di molecole biologiche alla fine del’700 dal chimico francese Antoine Fourcroy. La prima descrizione del loro funzionamento è del chimico olandese Gerardus Mulder e del collega svedese Jons Berzelius nel 1838. La prima proteina ad essere stata sequenziata  è stata l’insulina, nel !949. La prima struttura completa scoperta è l’emoglobina, nel 1958. Spiega O’Donoghue: “Nella nostra ricerca delle proteine oscure partiamo del Dna perché i geni contengo le istruzioni per la costruzione di proteine. Da una sequenza di Dna ricaviamo quelle sequenze ai amminoacidi che sono la chiave per accedere alle proteine oscure”. Le prime scoperte hanno già un nome? “No, perché non conosciamo ancora la loro struttura né le loro funzioni. Quello che sappiamo è che le proteine oscure non sono elementi rari, né esotici, ma costituiscono una parte essenziale del proteoma completo dell’organismo, cioè l’insieme delle proteine di tutte le cellule” dice O’Donoghue. Intanto anche Peter Wright, direttore dello Scripps Research Institute in California, un centro biomedico all’avanguardia nella ricerca molecolare, ha avviato il progetto Human Dark Proteome Initiative, con lo scopo di far luce sulla struttura tridimensionale di queste misteriose proteine. Riteniamo che siano essenziali per almeno due funzioni vitali: la comunicazione tra cellule e il funzionamento del sistema immunitario” dice il direttore del Max Planck Institut per la biochimica di Monaco Matthias Mann. Quante ne potrebbero esistere? Risponde O’Donoghue: “Forse milioni. A noi basterà intanto far luce sulle prime mille”.
Simona Porrovecchio – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 29 gennaio 2016

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