Non E’ La Prima Volta che invito chi mi legge ad ascoltare
il notiziario antiproibizionista di Roberto Spagnoli su “Radio Radicale”.
Perché lo faccio? Perché tratta argomenti ignorati altrove, e i giornalisti che
se ne occupano lavorano senza alcun pregiudizio ideologico, senza alcun
preconcetto o condizionamento dettato da religioni o committenti. La libertà
con cui Roberto Spagnoli affronta da anni il tema della legalizzazione delle
droghe è immediatamente comprensibile a chiunque lo ascolti per un motivo molto semplice: Spagnoli cita fonti
autorevolissime, spesso istituzionali. Questo cosa significa? Significa che una
parte del Paese, quella che commissiona studi e prova a fare divulgazione, si
pone realmente dei problemi e cerca davvero di trovare le soluzioni migliori,
ad esempio sulla coltivazione della cannabis e sul suo uso terapeutico. Un Esempio Su Tutti. Secondo una ricerca commissionata dalla Coldiretti, 2 italiani su 3
sono d’accordo alla coltivazione per uso terapeutico della cannabis. Si
potrebbero destinare – ne parla Spagnoli su “Radio Radicale” – immediatamente
1000 ettari ricavabili da serre in disuso alla coltivazione di cannabis;
un’opportunità che potrebbe generare un giro di affari di un miliardo e mezzo
di euro e produrre 10 mila posti di lavoro. Ovviamente questo per iniziare,
perché poi si potrebbe trovare altri terreni e l’Italia potrebbe non rispondere
solo alla domanda interna, ma esportare cannabis per uso terapeutico.(..). Il
Ministro Lorenzin, senza consultare le associazioni dei malati, ha fatto una
cosa di una gravità inaudita: ha firmato un decreto che limita l’uso di farmaci
cannabinoidi. Segno questo che le patologie di cui la cannabis terapeutica
allevia i sintomi le sono totalmente sconosciute. Roberto Spagnoli ironizza sul
fatto che Lorenzin pronunci “cannabis” con l’accento sulla seconda “a”, io
potrei aggiungere che dopo il mio “Antitaliano” di due settimane fa sulla
difficoltà di interrompere una gravidanza, questo settimanale ha ricevuto una
lettera da parte del Ministro della Salute indirizzata al direttore de
l’Espresso Dr. Giorgio Mulè (il
direttore di “Panorama", ndr.)
Tutto questo potrebbe, ma non fa ridere: non conoscere la cannabis e pretendere
di poter legiferare, non conoscere la stampa e pretendere di dare risposte
negando l’evidenza, danno la cifra di quanto, credenti o non, tocchi a noi
cittadini trovare le strade per avere informazioni corrette. (..).A Napoli Si
Spara quotidianamente: azioni dimostrative che a volte fanno vittime altre
servono a terrorizzare. A Napoli si spara per il dominio sulle piazze di
spaccio. Questo è l’unico motivo: da Ponticelli a Fuorigrotta, dal Centro
Storico ai paesi limitrofi. Dal traffico di stupefacenti le organizzazioni
criminali ricavano la parte maggiore dei loro guadagni,che poi investono in
attività che sono concorrenti sleali di
aziende legali che non possono contare su liquidità paragonabili, ma che devono
fare i conti con le regole del mercato. Legalizzare le droghe, tutte e subito,
è l’unico modo per togliere alle organizzazioni criminali il principale canale
di guadagno. Da un colpo del genere, e ben assestato, non si riprenderebbero
mai più. Questo governo deve avere il coraggio di proporre ma legge ragionata,
deve avere il coraggio di avviare un dibattito serio e costruttivo su questo
tema che è di vitale importanza. Il Sud è alla deriva e a Napoli di questioni
morali si muore,e non metaforicamente.
Roberto Saviano – L’antitaliano www.lespresso.it – L’Espresso – 18 febbraio
2016
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