In nessun paese le cose
vanno bene, ma adesso aleggia qualcosa di più specifico. Ogni paese sul suo tapis roulant,
come in una grande palestra, camminando o correndo in una dimensione immaginaria
ma soffrendo in modo reale. Si può anche usare la cyclette al posto del
tappeto, l’illusione è perfetta, sembra di essere sulle giostre di una volta,
dove però almeno c’era un riferimento fisso giro per giro, magari i genitori
che stavano a guardare. E’ senso comune che ovunque nel mondo ci vogliano
riforme. Che arrivano, per carità, lo riconosciamo tutti. Solo che sono cinesi,
nel senso delle scatole.
Ci sono riforme ogni tipo, ognuna dentro l’altra secondo un
preciso movimento a orologeria che ricorda da vicino l’universo tolemaico.
Oppure mirifico. Magari fotogenico o calligrafico. Comunque per sempre
astratto.
Massimo Bucchi – maxbucchi@yahoo.it
– Il Venerdì di Repubblica -19 febbraio 2016
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