Il ritorno sulle scene di Beppe Grillo
è stato commentato in vario modo, in genere piuttosto male, sul ritornello del
“non fa più ridere” che non sai se è proprio vero o se è un modo per denigrare
il politico parlando dell’artista. Sarebbe stata invece l’occasione per parlare
di un personaggio che ha fatto comunque la storia del costume italiano di
questi quarant’anni, senza l’ossessione di doverlo respingere o esaltare come
leader. Naturalmente un giudizio critico e storico equilibrato sulla parabola
di Grillo, unica al mondo, è ancora molto lontano, e in ogni caso non la
troverete qui. Conosco Grillo da molti anni, l’ho intervistato decine di volte
in passato e ho anche polemizzato con durezza conto di lui, ma gli ho sempre
riconosciuto grande talento e solida buona fede. Oltretutto, è una persona
dolce e straordinariamente simpatica. Tanti anni fa Sergio Saviane voleva
convincermi a fargli causa perché,
sosteneva, Grillo rubava battute da nostri articoli e le infilava negli
spettacoli. Era vero, quasi soltanto per gli articoli di Saviane, che erano
capolavori di giornalismo satirico. Ma nel suo caso non si trattava di plagio, semmai d’ispirazione. Gli artisti
rubano sempre e lui stesso lo confessa in scena. Ha rubato canzoni da ragazzo
nella Genova dei Paoli e De Andrè, e poi battute, teorie scientifiche (anche
sballate). L’idea di fondare un movimento satirico-politico l’ha presa da
Coluche, col quale aveva lavorato su un set di Dino Risi. Se si guarda però il
risultato finale, pochi uomini di spettacolo sono stati altrettanto originali.
Grillo è stato, in più, sempre un personaggio molto libero. Lusso che in Italia
si paga a caro prezzo. Fosse nato in California sarebbe una star mondiale, gli avrebbero fatto girare
decine di film, affidato uno show in prime time e la presentazione della
cerimonia degli Oscar. Da noi l’hanno esiliato dalla tv per una battuta sui
socialisti ladri, non proprio una diffamazione, e si è dovuto produrre da solo
per il resto della carriera. Alla fine si è prodotto da solo un grandioso show
di cui tutto il mondo ha dovuto parlare. Ora è stanco e si capisce. Non aveva
nulla da guadagnare, sul piano personale. La politica procura più ferite e
fatica e cattiverie che gratificazioni a chi ha avuto successo nel proprio
mestiere. Aveva annunciato un passo di lato quando il suo movimento sarebbe
diventato adulto ed è stato di parola. In scena ha sempre lampi di genio.
Comunque vada, ben tornato.
Curzio Maltese – Contromano – 19 febbraio 2016 -
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