La Città della Scienza di Napoli, che
un decennio fa era stata riconosciuta miglior museo scientifico europeo dal
Consiglio d’Europa, si espande e rilancia, a tre anni esatti dall’incendio doloso
che distrusse il suo centro espositivo. Il 4 marzo a Bagnoli si inaugura
l’edificio che ospita Corporea, primo museo interattivo in Europa tutto
dedicato alla conoscenza del corpo umano e alla prevenzione delle malattie,
secondo l’esempio dei science center
statunitensi (per info e orari www.cittadellascienza.it ).
Corporea è il primo tassello della nuova Città della Scienza, che sarà
completata nel 2018. “Lo scopo di che Corporea
- che dopo la giornata inaugurale
sarà definitivamente riaperta al pubblico a dicembre – è illustrare il funzionamento
del nostro organismo, mostrando il lavoro dei sistemi che lo compongono, come
quello cardiovascolare, immunitario e endocrino, materiali audiovisivi, esperienze
di realtà virtuale e uso di modelli fisici” spiega Vittorio Silvestrini,
docente emerito di fisica all’Università Federico II di Napoli e fondatore di
Città della Scienza. L’idea è quella di portare i visitatori all’interno del
corpo umano, secondo l’approccio noto come apprendimento immersivo, basato su
simulazione: “Un esempio: per spiegare le funzioni del sistema immunitario,
rappresenteremo fisicamente la metafora del corpo come città assediata da
possibili nemici” spiega Silvestrini. “Gli assediati sono batteri e virus, e i
difensori del corpo sono gli anticorpi, le piastrine e i linfociti: i
visitatori potranno scegliere la parte che preferiscono, come se si trovassero
in un gioco di ruolo. Grazie a uno speciale proiettore nella cupola del planetario,
invece, daremo ai visitatori l’impressione di essere a bordo di un sottomarino
che viaggia lungo il sistema cardiovascolare e quello dirigente. E mostreremo
anche un altro viaggio: quello della vita dall’embrione al neonato”. All’anima
divulgativa della nuova Città della Scienza, 2.500 metri quadri, si affianca la
missione del motore dello sviluppo tecnologico, in particolare per imprese
biomedicali. “L’incubatore di Città della Scienza funziona già da 15 anni e ha
fatto sviluppare numerose startup campane” spiega Silvestrini. “Nel 2016
lanceremo progetti pensati per gruppi di startup, così da spingere i giovani
imprenditori a scambiarsi pratiche e conoscenze”. E a proposito di
collaborazioni, la Città della Scienza e il Mit di Boston collaborano nella realizzazione
del laboratorio FabLab, dove il mondo dell’artigianato collabora con quello di
tecnologie innovative come la stampa in
3D. Per sviluppare protesi biomedicali avanzate.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 19
febbraio 2016 -
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