Bello Il Gesto di recarsi a Ventotene. Bello e
parecchio impegnativo per Matteo Renzi. Non si va nel luogo dove l’idea di
un’Europa federata è sbocciata in uno dei momenti più bui della recente storia
continentale se non si ha in mente di perseguire fino in fondo il cammino
tracciato allora da lungimiranti visionari quali Altieri Spinelli ed Ernesto
Rossi. Guai, insomma, se l’omaggio ai precursori del grande progetto non fosse
seguito da una forte azione politica per contrastare le crescenti derive
nazionalistiche e riaprire la strada a una maggiore integrazione fra i paesi
dell’Unione. Peggio ancora, poi, se tutto dovesse risolversi in un espediente
mediatico per destreggiarsi nel confronto in atto su questioni contingenti
quali i decimali di disavanzo o le sofferenze bancarie. Lo Spirito Di Ventotene indica che questi e altri problemi del momento debbono
essere inquadrati in una visione più alta, europea appunto. Dietro la querelle
sui disavanzi, per esempio, c’è un nodo di fondo che va affrontata a viso
aperto. Si tratta di decidere se l’aggiustamento dei conti pubblici vada
perseguito soltanto con politiche di austerità, ancorché mitigate a tratti da
capricciose concessioni di flessibilità, ovvero occorra spingere con forza la
crescita economica attraverso una robusta strategia di maggiori investimenti.
Si fa presto a dire che sarebbe un bel passo “federale” la nomina di un
ministro delle Finanze dell’Unione (come hanno chiesto i governatori delle
Banche centrali di Germania e Francia).(..).Ecco I Temi Alti e cruciali da squadernare ai vertici
comunitari da parte di chi voglia davvero impegnarsi nel recupero del grande
ideale europeo. La costruzione di un’Europa federale non è un pranzo di gala
nel quale fare sfoggio di belle parole e buoni sentimenti. Oggi si tratta di
imbarcarsi in una lotta dura, una vera e propria guerra politica, contro le
rivendicazioni nazional-populiste che un allargamento precipitoso dell’Ue sta
alimentando a dismisura. Come testimoniano le inclinazioni di alcuni paesi
dell’Est a considerare Bruxelles come un bancomat dei loro interessi domestici.
Ma come prova soprattutto la tentazione del paese più forte di sfruttare
l’attuale frammentazione per riproporre all’Europa intera una versione aggiornata
dell’antico disegno svevo: Ein Volk, Ein Reich, Ein Fuhrer. (..). Occorre Quindi
smascherare l’obliquo inganno della fine delle ideologie e dell’indifferenza
fra destra e sinistra al riparo del quale prospera da tempo la visione di
un’Europa come mappa di confini e poteri nazionali. Come ci insegna il
Manifesto di Ventotene l’essenza della politica sta nell’incessante
confronto/scontro fra le diverse concezioni del mondo che il fertile pensiero
politico europeo ha sedimentato nei secoli.
Giunto, perciò, è il momento di ricordare ai socialisti di Francia e
Germania che la loro sudditanza alle regioni di Stato nazionali è oggi la
principale causa della crisi del progetto europeo.
Massimo Riva Avviso ai
naviganti www.lespresso.it - L’Espresso 18 febbraio 2016
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