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martedì 16 febbraio 2016

Lo Sapevate Che: Ma la famiglia naturale entra in crisi con Gesù...



Accade, Di Rado fortunatamente, che la politica e l’attività legislativa si imbattono in problemi di straordinaria complessità storica e culturale. Sarebbe certo, allora, auspicabile il massimamente improbabile, e cioè una certa consapevolezza che le questioni che si affrontano investono forme di vita e di civiltà, mutamenti di portata antropologica e non qualche moda passeggera. E’ il caso degli attuali dibattiti, più o meno piazzaioli, sulle unioni civili, tema che assume il proprio significato soltanto se inserito nel drammatico contesto del rapporto attuale tra scienza-tecnica, politica e vita. Discutere di un aspetto di tale relazione astraendo dagli altri e dall’intero è la follia che ci condurrà ciechi e inconsapevoli chissà dove. (..). La nostra storia è stata segnata dall’idea del matrimonio, in quanto istituto giuridicamente normato, come unione di maschio e femmina. In Grecia o anche a Roma nessuno si scandalizzava certo di rapporti omosessuali, ma mai si è pensato che potessero dar vita a “famiglie”. Si dice: ecco, appunto, il mutamento radicale che stiamo vivendo contrasta con la natura propria dell’istituto famigliare. Ma “naturale” nell’assetto tradizionale di quest’ultimo non è semplicemente il rapporto maschio-femmina, bensì anche la gerarchia al suo interno, la patria potestas che lo regge, e la parte attiva in ogni senso che è chiamato a svolgervi, rispetto alla donna, il maschio. Come essere tanto sprovveduto dal volere, almeno a parole, che queste relazioni vengano completamente rivoluzionate, poiché “innaturali”, e, a un tempo, che la forma giuridica del matrimonio possa restare invece intatta? Penso Che Soprattutto i cattolici dovrebbero riflettere su questo aspetto: proprio il cristianesimo, almeno nel suo messaggio più originario e autentico, ha sconvolto la “naturale sublimazione” del potere maschile. Non si tratta di dogmatiche astratte, di “sesso degli angeli”, ma di colossali rivoluzioni che giungono a informare di sé sensibilità e immaginazione: inizia senza dubbio col cristianesimo un’età in cui Donna e Figlio sconvolgono dalle fondamenta la percezione e la vita reale dell’istituto famigliare classico. (..). Ma Sarebbe Molto Più coerente da parte di un “pagano” che di un cristiano difendere l’assetto tradizionale della famiglia appellandosi a Madre Natura. per un “pagano” era naturale la subordinazione della donna e dei figli, come lo era il rapporto omosessuale, come lo era l’idea che la vita, non avesse un valore in sé. E’ lui che, in generale, si ritiene in armonia con la natura.  E’ col sovrannaturale che il cristiano spera contro ogni speranza di potersi conciliare. Ed è su questo metro che egli dovrebbe giudicare dei comportamenti e delle leggi della civitas hominis, non su una qualsiasi forma di “naturalismo”. Il cristiano tradisce se stesso quando si fa rappresentante della Natura; vi è cosa più “innaturale” di porgere l’altra guancia a chi ci colpisce, di amare il proprio nemico, di affermare che il Regno è dei più miserabili? Grandioso segno di contraddizione con il “naturale” è l’annuncio cristiano. Annuncio di libertà dal “naturale” da cui certamente ha inizio il nostro Evo; pensare di arrestarne la corrente su questo o quel punto è, forse pietosa, illusione.
Massimo Cacciari – Parole nel vuoto www.lespresso.it – L’Espresso – 11 febbraio 2016

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