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domenica 21 febbraio 2016

Lo Sapvate Che: Così convinceremo i nostri anticorpi a combattere il cancro...



La chemioterapia potrebbe diventare un ricordo del passato: “La nuova frontiera della lotta contro il cancro è l’immunologia” ci spiega uno tra i dieci immunologi più citati al mondo: Alberto Mantovani direttore scientifico dell’Irccs Istituto Clinico Humanitas di Milano e autore del saggio Immunità e vaccini (Mondadori, pp.180 euro 18). “Oggi i vaccini sono usati in chiave anticancro solo nella prevenzione: in particolare contro i tumori del fegato e della cervice uterina. Il vaccino contro il papilloma virus previene anche i tumori della testa e del collo” spiega Mantovani “ma non abbiamo ancora vaccini terapeutici, per due motivi: non sappiamo ancora addestrare le cellule Killer del sistema immunitario con un vaccino e, una volta che i linfociti, ossia la nostra spontanea risposta immunitaria al cancro, vengono frenati dalle difese del tumore, non siamo in grado di riattivarli con un vaccino”. Ma proprio da questo limite nasce la nuova strategia: “Abbiamo scoperto anticorpi che riescono a togliere i freni ai linfociti, agendo su due recettori, detti Ctla-4 e Pd1. Quindi potremo tentare di abbinare a questi anticorpi un vaccino anticancro. Inoltre, anche presi da soli, gli anticorpi in questione sembrano efficaci contro un tipo di cancro per cui da oltre venti anni non si facevano progressi: il melanoma. Il 20 per cento dei pazienti con melanoma trattati con gli anticorpi mostra una sopravvivenza a lungo termine che potrebbe tradursi in una guarigione: una cosa che non si era mai vista prima”. In più gli anticorpi che sbloccano il freno al sistema immunitario agendo sul recettore Pd1 stanno dando risultati promettenti anche nella lotta al cancro del polmone. Un’altra strategia degli immunologi per sconfiggere il cancro è bloccare i suoi alleati: “Quando c’è un tumore avanzato, alcune cellule immunitarie – vengono “corrotte”. Non solo abbandonano il loro compito di difesa, ma aiutano la crescita tumorale in più modi: favoriscono lo sviluppo di vasi sanguigni che alimentano il tumore, producono fattori di crescita per le cellule cancerose, e le aiutano a metastatizzarsi” spiega Mantovani. “Oggi, grazie a una scoperta congiunta di Paola Allavena, dell’Humanitas, e di Maurizio D’Incalci, dell’Istituto Mario Negri, sappiamo che un farmaco antitumorale recente, la trabectedina, sviluppato in larga misura in Italia, non solo aggredisce le cellule tumorali, ma elimina anche una parte di quei macrofagi che vengono “corrotti” dal cancro”. Infine, c’è anche una terza, nuova strada anticancro: estrarre le cellule del paziente, addestrarle in provetta a combattere i tumori  e re-iniettarle: “Una di queste terapie, detta Car (chimeric antigen receptor) sta dando grandi risultati contro i linfomi in una sperimentazione clinica – sostenuta dall’Airc – che coordino e che coinvolge più ospedali italiani. E, tra un anno, la fase della sperimentazione sarà finita”.
Giuliano Aluffi – Scienze –Il Venerdì di Repubblica -  12 febbraio 2016 

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