La pillola del benessere esiste. E me
ne sono liberato. Me l’aveva prescritta il mio primo medico americano, quando
mi trasferii in California nel 2000. Mi ha regalato 16 anni di tranquillità. O
forse una forma di pericolosa dipendenza. Senza capirne tutte le conseguenze,
ero stato cooptato dentro l’American Way of Life. Che ha tra le sue convinzioni
più profonde la certezza radicata che esiste una cura per tutto. Generalmente
in vendita nelle farmacie. (..). Il mio problema era banale e diffuso e
diffuso, non per questo trascurabile. Tre vite fa, quando feci il vicedirettore
del Sole Sole-24 Ore e poi il capo
della redazione milanese di Repubblica,
cominciai a soffrire di gastroenteriti, coliti spastiche, dolori acuti del
tratto intestinale, infiammazioni, infine un’ulcera.(..) Approdato a San
Francisco, a una delle prime visite il mio medico di famiglia mi annunciò la
buona novella: mi avrebbe liberato dalle sofferenze. Carissima persona,
competente e simpatico, il dottor Joel Klompus; in seguito siamo diventati
amici. M’introdusse al Prilosec, una pasticca da prendere la mattina a digiuno.
Ogni giorno. Tutti i santi giorni. Poi il Prilosec (con questo nome esiste solo
negli Stati Uniti) fu imitato e ne uscirono versioni con appellativi diversi.
Ora c’è anche il farmaco generico, si chiama omeprazolo. Ha un costo
abbordabile, dettaglio importante: l’omeoprazolo è stato depennato dall’elenco
dei medicinali per i quali occorre la ricetta, è in vendita sugli scaffali, non
è rimborsato dall’assicurazione. Ed è diventato più venduto qui, a parte
integrante della dieta degli americani. I quali soffrono, in massa, di quello
che qui chiamano heartburn: letteralmente “bruciare al cuore”, in realtà è
bruciore di stomaco (ma può somigliare ai primi sintomi di un infarto). (..).
Fino al giorno in cui un celebre medico americano, scrivendo un articolo sul
New York Times, si è dichiarato “dipendente da Prilosec”, e pentito. Ha spiegato il prezzo che si paga per
la felicità. I bruciori, i dolori, gli spasmi, sono tutti segnali che ci manda
il nostro organismo. Implorandoci di mangiar molto meno, e molto meglio. Quei
dolori se troppo acuti diventano incapacitanti, ci rendono difficile una vita
normale,riducono la nostra efficienza sul lavoro, degradano il nostro umore.
Ma, eliminandoli, noi disattiviamo un campanello d’allarme. In seguito
all’articolo di quel medico sono usciti degli studi sui danni collaterali della
pillola del benessere gastrico. E ho smesso di colpo. Mi son detto che non
voglio rimanere avvinghiato in questa insidiosa soluzione americana, la
farmacopea della vita facile, senza sacrifici e senza autodisciplina. Ben
tornati, dolori, credo che mi accompagnerete fino alla fine.
Federico Rampini – Donna di Repubblica – 6 febbraio 2016 -
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