In Che Termini Dovremmo
riflettere sul
rischio che naufraghi il sistema stesso dell’Europa? L’Ue ha avuto un discreto
successo nel gestire la crisi. Ma perfino la sua capacità di cavarsela può non
bastare quando, come adesso, si sovrappongono crisi diverse. Il problema è
evidente in Grecia, Paese impegnato a lottare sia contro un fallimento
economico sia contro la crisi dei rifugiati, e senza grandi aiuti da parte del
resto dell’Ue. La settimana scorsa, quando la Commissione europea ha reso noto
un rapporto nel quale critica Atene per aver mancato di controllare i suoi
confini, la Macedonia ha deciso di chiudere la frontiera con la Grecia,
lasciando così sul versante greco migliaia di rifugiati. Nel frattempo, ad
Atene il parlamento discuteva della riforma delle pensioni, imposta al Paese
dai suoi creditori. a Grecia è l’esempio più lampante,, ma di sicuro non è
l’unico Paese costretto ad affrontare il sovrapporsi di più crisi, né è il più
importante a dover far fronte a questo dilemma: questo titolo potrebbe spettare
all’Italia. Anche se i problemi di Roma sono diversi da quelli di Atene, la
sostenibilità nella zona euro è altrettanto incerta, a meno di credere che la
sua performance economica possa migliorare quando non vi sono ragioni concrete
perché succeda.(..). La Battaglia Per Mettere in sesto il sistema bancario è un
buon esempio dell’immane compito che le spetta. Il governo e la Commissione
europea hanno approvato un intricato schema finalizzato ad alleggerire il sistema
bancario italiano di alcuni asset tossici. Il piano ha fatto ricorso a tutti
gli sporchi trucchetti della finanza mondiale, compreso il famigerato Cds, il
credit default. Più spesso di quel che si vorrebbe, tuttavia, il loro scopo reale è tenere segrete alcune
informazioni, ingannare gli investitori o aggirare le restrizioni normative.
Nel caso dell’Italia, non si può parlare di motivazioni diaboliche a monte
dello schema, ma l’idea che la crisi di solvibilità possa essere risolta
tramite queste manovre finanziarie è assurda. (..). Mi Vengono I Brividi a pensare in che modo l’Italia
potrebbe affrontare uno choc ulteriore, con un improvviso afflusso in massa di
migranti. Ci sono segnali evidenti dai quali si evince che la pazienza
dell’Italia nei confronti della Ue, e della Germania in particolare, si sta
esaurendo. Matteo Renzi ha apertamente criticato le politiche Ue su energia,
Russia, deficit fiscale, e anche il fatto che la Germana domini sull’intero
apparato. Ad aver portato l’Italia a mettere in discussione la sua posizione
all’interno dell’eurozona non è solo la crisi dell’euro, bensì la somma di
molte crisi, ed è probabile che dal dibattito sul Brexit questa posizione
acquisterà altro slancio. In ogni caso, vi è anche un elemento di sfortuna: la
politica europea di arrabattarsi, facendo il minimo richiesto e sperando di far
sparire i calcinacci in un secondo tempo, avrebbe potuto anche funzionare, se i
rifugiati fossero rimasti a casa loro. L’errore Ue non è stato aver imboccato
una strada che condurrà alla rovina, ma di essersi esposta senza difese
all’inaspettato choc conseguente. Traduzione Anna Bissanti
Wolfgang Munchau – Senza Frontiere – www.lespresso.it – munchau@eurointelligence.com
– L’espresso – 11 febbraio 2016
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