Quasi vent’anni fa, a una mostra di
Venezia m’innamorai della Seconda Guerra
Civile, film di Joe Dante, uno dei pochi geni del cinema mondiale. La
storia raccontava come una nuova e imprevista crisi di rifugiati dal Pakistan,
dopo una guerra con l’India, riuscisse a innescare un livello di conflitto fra
i vari Stati americani tale da portare al collasso l’intero sistema. Nel
capolavoro di Dante c’erano già,in una chiave di satira sublime, tutti gli
elementi che hanno caratterizzato la vita pubblica di questi due ultimi
decenni. Anzitutto, una catastrofica mistura fra un ceto politico mediocre e
un’opinione pubblica allenata dal populismo dei media a rispondere a problemi
complessi con soluzioni semplicistiche. Chissà infatti perché si parla tanto
del populismo dei media, che ne è stato il laboratorio e il centro di
allevamento. Dall’alto, dominava il cinico calcolo delle classi dirigenti
d’incoraggiare una guerra fra poveri, mentre si lavorava ad arricchire i
ricchi. Sullo sfondo, si compiva lo svuotamento dei valori democratici e
costituzionali, sacrificati nel circo del consenso immediato. Senza pensare che
in mancanza di quei valori le nostre società saranno destinate a sfaldarsi
esattamente come si mette a rischio la sopravvivenza del Pianeta per rincorrere
la crescita del Pil annuo. La profezia di Joe Dante si sta realizzando oggi non
negli Stati Uniti, ma nell’Unione Europea. Al posto dell’Idaho e della
California ci sono l’Ungheria, la Danimarca, la Polonia. E’ bastata un’altra
ondata neppure tanto grande di rifugiati per far saltare Schengen, il trattato
fondamentale dell’Unione. E se salda Schengen, significa che poi tocca
all’euro, agli altri trattati e infine viene giù tutta la già traballante
costituzione europea. In nuce, tutto questo significa porre le basi per una
terza guerra civile europea. Perché la questione non è la guerra all’Isis, che
volendo si potrebbe vincere facilmente, ma appunto il rischio di una guerra civile
continentale che perderemmo tutti. Nessuno ha una soluzione semplice per
uscirne e chi lo afferma mente. I fatti ripugnanti di Colonia spingono a
riflettere senza pregiudizi sulla necessità di difendere le conquiste civili
contro l’oscurantismo religioso. Ma è chiaro che a un problema epocale come
l’immigrazione poteva darsi soltanto una risposta europea. Se questa non si
trova, ed è sempre più lontana, allora stiamo correndo verso il caos.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 29
gennaio 2016 -
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