Ayrton Senna da Silva (San Paolo, 21 marzo 1960 – Bologna, 1º maggio 1994) è stato
un pilota
automobilistico brasiliano, campione del mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991.
Soprannominato Magic, è considerato uno dei più
grandi, talentuosi e influenti piloti di tutti i tempi. La figura di Senna
è una delle più rappresentative e iconiche della Formula 1, nonché
dell'automobilismo in generale.
Corridore completo in ogni aspetto, dalla messa a punto alla
gestione delle gomme[9], seppe
distinguersi nel corso della carriera soprattutto per la guida sul bagnato e la
velocità in qualifica, caratteristica, quest'ultima, che gli consentì di
detenere il record di pole position (65) dal 1989 al 2006. Inoltre, con
41 Gran Premi vinti,
è al quinto posto nella classifica di vittorie nella storia della
competizione. Secondo uno studio condotto dalla Formula 1 in
collaborazione con AWS, Senna risulta il pilota più veloce di
sempre.
Abile inoltre nei circuiti cittadini, il pilota brasiliano
detiene tuttora il record di vittorie sulla prestigiosa pista di Monte Carlo, sei, di cui cinque consecutive
fra il 1989 e il 1993[. La sua
carriera nella massima categoria automobilistica, iniziata nel 1984 al volante
della Toleman, venne
contraddistinta dal dualismo con il francese Alain
Prost, suo compagno in McLaren nel biennio 1988-1989. Tale
rivalità è considerata come una delle più intense e accese della storia della
Formula 1, nonché dello sport in generale. Molto apprezzato dai colleghi, in un
sondaggio a cui hanno partecipato 217 piloti di Formula 1, Senna è stato votato
come il più grande pilota di tutti i tempi.[16] Morì
a seguito delle ferite riportate in un incidente alla curva Tamburello
del circuito di Imola, durante
il Gran Premio di San Marino del
1994
Vita privata
Ayrton Senna da Silva nacque
a San Paolo, Brasile, il 21 marzo
1960 in una famiglia di agiate condizioni economiche, composta da Milton
Da Silva (1927-2021), imprenditore e proprietario di diverse fattorie e
Neide Johanna Senna (1935), brasiliana di origini italiane; i nonni materni di
Neide (fra loro cugini) erano toscani originari di Porcari in provincia di Lucca, la nonna paterna proveniva da Siculiana in provincia di Agrigento, mentre il nonno
paterno (il cui cognome originale era "Sena") era di Scisciano in provincia di Napoli. Ayrton aveva una
sorella maggiore, Viviane (1957), madre di Bruno ed anch'egli pilota, ed un fratello, Leonardo (1966) Diplomatosi
presso il Colegio Rio Branco, Senna si sposò una sola volta, nel
1981 con Lilian De Vasconcelos, ex compagna di scuola, ma il matrimonio terminò
dopo soli otto mesi in un divorzi[. Successivamente il
brasiliano ebbe numerosi flirt, tra cui quelli con le showgirl brasiliane Xuxa e Adriane Galisteu, la top model e
attrice statunitense Carol Alt e l'italiana
Cristina Pensa (in seguito divenuta moglie di Ruud Gullit)
Amante dello sport in tutte le sue
declinazioni e tra i primissimi piloti a dedicare tempo alla preparazione
fisica, praticava corsa, tennis, bici, nuoto e jet ski. Era, inoltre, un
aeromodellista oltre che appassionato di volo e nel 1989 ebbe l'opportunità di
volare sul Mirage III biposto, caccia all’epoca utilizzato dalla Força Aérea Brasileira
Senna era devoto cattolicoIl suo
rapporto profondo con la religione aveva radici lontane derivanti dalla sua
famiglia, in particolar modo dall'educazione impartita dalla madre. Nella sua
valigetta personale portava sempre con sé la Bibbia e spesso ne leggeva un passo. In
un'intervista, dichiarò di aver visto Dio accanto a lui sullo schieramento di
partenza del Gran Premio
del Giappone 1988[9]. Sulla sua tomba, nel Cimitero di Morumbi a San Paolo, è
scolpita una citazione tratta dalla Lettera dell'apostolo Paolo ai Romani 8,39:
«Nada pode me separar do amor de Deus» (Niente mi può separare dall'amore di
Dio) .
Beneficenza
Ayrton Senna spesso dava in beneficenza
parte dei guadagni accumulati grazie alla sua attività di pilota. La sua opera
di carità venne rivelata solamente dopo la sua morte dalla sorella Viviane Nel
testamento del campione brasiliano, inoltre, grosse somme furono destinate a
opere di beneficenza.
All'inizio del 1994 Senna, parlando con la sorella, espresse la
volontà di dar vita ad un'organizzazione con l'obiettivo di aiutare i bambini
poveri del Brasile, al fine di dare loro un'opportunità per il futuro. Tale
desiderio rivive oggi nella Fondazione Ayrton Senna, un ente senza scopo di
lucro creato proprio dalla sorella Viviane nel novembre del 1994 e che dà la
possibilità a molti ragazzi brasiliani poveri di ricevere un'adeguata
educazione
L'istituto, dalla sua nascita, ha offerto supporto a centinaia
di migliaia di assistiti presenti in tutto il Brasile, oltre ad essere stato
insignito dall'UNESCO, nel
2004, di una cattedra incentrata sull'educazione e lo sviluppo umano,
risultando la prima organizzazione non governativa a ricevere tale
riconoscimento.
Carriera
Inizi
Senna ebbe la possibilità di avvicinarsi
precocemente al mondo dell'automobilismo, cominciando nel 1973 a gareggiare nei
kart a tredici anni con un Parilla 100 cm³ a Interlagos grazie al primo
istruttore Lucio Pascual (detto Tsche), vincendo all'esordio e conquistando
nello stesso anno il Campionato Junior[36]. Nel 1977 e nel 1978
vinse il Campionato Sudamericano di categoria e dal 1978 per quattro volte
consecutive quello brasiliano. Sbarcato in Italia, a Milano, con i colori della
Dap fu protagonista dei campionati mondiali del 1979 e del 1980, sfiorando
entrambe le volte il titolo. Nel novembre 1980 Ayrton si trasferì in Gran Bretagna. Conosceva già Chico Serra, che viveva nell'isola da tre anni e conosceva
l'inglese. Serra presentò il giovane pilota a Ralph Firman, proprietario della
scuderia Van Diemen e, dopo un test, riuscì ad ottenere un ingaggio. Senna
prese casa con la moglie a Norwich, nel Norfolk[37]. Nel 1981 esordì in Formula Ford 1600, disputando il
campionato britannico RAC e il Townsend-Thoresen: li vinse entrambi con 12
vittorie, 3 pole e 10 giri veloci su 19 gare. L'anno seguente passò alla Formula Ford 2000, disputando sia il
campionato britannico Pace British sia l'Europeo EFDA: li vinse entrambi con 21
vittorie, 15 pole e 22 giri veloci su 29 gare. A fine stagione esordì
nell'ultima prova del difficile Campionato Britannico di Formula 3 conquistando
pole, vittoria e giro più veloce.
Nel 1983 gareggiò nel Campionato Britannico F3 con una Ralt-Toyota del team
West Surrey Racing e lo vinse con 12 vittorie, 15 pole e 13 giri veloci su 20
gare. A fine stagione partecipò alla prestigiosa gara internazionale di F3
di Macao nella quale si confrontano tutti i più forti piloti della categoria:
partì dalla pole, dominò entrambe le manche e segnò il giro veloce. È di
quest'anno la decisione di adottare il cognome materno Senna, meno comune del
Da Silva usato sino all'anno precedente.
Formula 1
I test e il debutto con
la Toleman (1983-1984)
1983
Nel corso del 1983 Senna svolse i primi
test su vetture di Formula 1. Dopo aver svolto una
giornata di prove alla guida di una Williams FW08C messagli a disposizione da Frank Williams per curiosità
personale, partecipò insieme a Martin Brundle e Stefan Bellof a una sessione di prove organizzata dalla McLaren sul circuito di Silverstone, risultando il più veloce dei tre[38]. Già dal mese di
giugno, però, Senna intratteneva stretti contatti con Bernie Ecclestone, patron della Brabham, che aveva
individuato nel brasiliano il profilo ideale per sostituire Riccardo Patrese che sarebbe
passato all'Alfa Romeo per la stagione successiva[39]. Nel novembre 1983 il
giovane brasiliano svolse anche un test a Le Castellet a bordo di una BT52B, in cui tuttavia non
entusiasmò[40]; inoltre il suo
possibile ingaggio in Brabham venne bloccato dalla Parmalat, sponsor principale
della scuderia, che voleva un pilota italiano come seconda guida[39]. Senna dovette allora
accettare la proposta di Alex Hawkridge della Toleman, che gli offrì un
contratto da 100.000 sterline[41]. Esordì quindi in
Formula 1 nel 1984, al Gran Premio del Brasile.
1984
L'inizio stagione si
presentò comunque complicato per il team inglese: la nuova TG184 non
era ancora pronta e gli pneumatici Pirelli avevano
una resa inferiore rispetto ai Michelin e
ai Goodyear[42]. Nonostante ciò, Senna riuscì a mettersi in
mostra conquistando due sesti posti in Sudafrica e Belgio, quest'ultimo ottenuto in seguito alla
squalifica delle Tyrrell dopo
i fatti di Detroit.
Fallì però la qualificazione, per la prima e unica volta in carriera, a Imola in seguito a un duro scontro tra Toleman
e Pirelli che gli impedì di scendere in pista il venerdì[41].
Il passaggio agli pneumatici Michelin e
il debutto della TG184 segnarono un primo miglioramento nella competitività
della squadra. Lo stesso Senna, nelle gare successive diede subito prova di un
talento eccezionale, cogliendo per la piccola scuderia inglese risultati mai
registrati prima: su tutti il clamoroso secondo posto nel Gran Premio di Monaco, disputatosi sotto il
diluvio. Senna, partito male, riuscì nel corso della gara a recuperare diverse
posizioni, fino a portarsi al secondo posto subito dietro al battistrada Alain Prost su McLaren, a cui stava
recuperando tra i quattro e i sei secondi al giro. Al trentunesimo passaggio,
il direttore di gara Jacky Ickx interruppe la
corsa per l'enorme quantità di acqua che rendeva impraticabile la pista,
negando a Senna una vittoria che ai più sembrava sicura[43]. Inoltre, la vittoria
di un debuttante su una monoposto di gran lunga inferiore alle vetture di
vertice avrebbe potuto alterare la lotta per il mondiale, che sembrava già
riservata ai grandi team. Il duello con Prost questa volta mancò, ma Senna e
Prost ebbero modo di confrontarsi più volte negli anni successivi, fomentando
un'accesa rivalità.
Nelle gare successive ottenne un altro
podio giungendo terzo a Brands Hatch, ma fu anche
costretto a diversi ritiri dovuti a guasti tecnici. In occasione del Gran Premio d'Olanda, la Lotus annunciò
l'ingaggio di Senna a partire dalla stagione successiva con un accordo
triennale. Il comunicato colse di sorpresa sia la Toleman sia lo stesso Senna,
che non era stato preavvisato: Hawkridge, irritato per non essere stato
informato dal suo pilota dell'intenzione di rescindere il contratto, decise di
appiedare il brasiliano che saltò quindi il Gran Premio d'Italia[44]. Tornato in squadra
per le ultime due gare, colse l'ultimo podio stagionale in Portogallo dopo essersi
qualificato al terzo posto grazie anche all'ottima resa delle gomme da
qualifica[45]. Chiuse il Campionato
al 9º posto con tredici punti conquistati.
Gli anni alla Lotus
(1985-1987
1985
Nel 1985
Senna passò alla Lotus, dove trovò come compagno di squadra
il pilota Italiano Elio De Angelis. Entrambi erano considerate prime
guide e potevano usufruire in partenza degli stessi materiali. La conoscenza
della nuova monoposto per Senna fu però rallentata da un problema di salute che
lo tenne lontano dalle piste per tutto l'inverno, consentendogli di eseguire le
prime prove solo poche settimane prima dell'inizio del mondiale[46]. Dopo un ritiro all'esordio in Brasile, sul
circuito portoghese dell'Estoril, teatro del secondo appuntamento
stagionale, Senna ottenne la sua prima vittoria in Formula 1[47], in una gara caratterizzata dalla
pioggia torrenziale. La gara portoghese mostrò nuovamente, dopo il Gran Premio di Monaco dell'anno precedente, l'abilità del brasiliano sul bagnato. Senna
infatti, (partito dalla pole position per la prima volta in
carriera) vinse il gran premio con oltre un minuto di vantaggio su Michele Alboreto, doppiando tutti gli altri piloti
arrivati al traguardo, compreso il terzo classificato Patrick Tambay. Senna non riuscì a ripetersi due
settimane più tardi a Imola, dove,
dopo essere stato in testa per tutta la gara, fu costretto a cedere il comando
a pochi giri dal termine dopo aver finito la benzina[48].
Dopo questo
brillante inizio di stagione, il brasiliano incappò in una serie di risultati
negativi dovuti alla scarsa affidabilità della Lotus, ma riuscì comunque a
mettersi in luce in qualifica, conquistando diverse Pole Position, compresa
quella sullo storico tracciato di Monte
Carlo[49]. Proprio sulla pista monegasca, la
determinazione e la grinta del brasiliano fecero infuriare piloti ben più
esperti del calibro di Lauda e Alboreto[, che accusarono Senna di ostacolare
gli avversari nei loro giri di qualificazione, con il fine di mantenere la pole
position, fondamentale in un tracciato cittadino come quello di Monaco. Il
pilota brasiliano, dopo una prima parte di stagione non facile, riuscì a raddrizzare
il campionato cogliendo quattro podi (Austria, Olanda, Italia e Gran Bretagna) e la seconda vittoria in carriera, ottenuta sul tracciato
belga di Spa-Francorchampsnuovamente in condizioni di bagnato. Senna concluse il campionato in
quarta posizione con 38 punti, cinque in più del compagno de Angelis.
1986
L'anno seguente Senna si
ritrovò come compagno di squadra l'ex test driver della Ferrari Dumfries[. L'arrivo del pilota scozzese fu preceduto da
molteplici trattative. Senna spinse molto per avere come compagno il
connazionale Maurício
Gugelmin, ma lo sponsor del Team Lotus, la John Player
& Sons, insistette per l'acquisto
di un pilota britannico. Il candidato favorito sembrò essere Derek Warwick, sostenuto anche dalla stampa inglese, ma Senna pose il suo
veto onde evitare che gli sforzi e gli sviluppi della squadra si disperdessero
su due piloti e non venisse rispettato l'accordo che lo voleva prima guida. Il
campionato iniziò molto bene, con due podi nelle prime due gare; un secondo
posto in Brasile], dietro al connazionale Piquet e
l'incredibile successo a Jerez de la
Frontera, in volata su Nigel Mansell, con un vantaggio di soli 14 millesimi. Con questo successo
Senna prese la testa della classifica, ma con l'avanzare della stagione la
superiorità tecnica di Williams e McLaren prese
il sopravvento, con Piquet e Mansell in lotta per il titolo con il campione in
carica Alain Prost. Nonostante ciò, il bottino di Senna a fine
stagione era estremamente positivo: otto pole position, otto podi, una seconda
vittoria, sul circuito cittadino di Detroit[ e, per il secondo anno di fila il quarto
posto in classifica generale, dietro a Prost, campione per il secondo anno
consecutivo e al duo Williams Mansell – Piquet
1987
Nel 1987, dopo il ritiro dalle corse
della Renault, la Lotus trovò un accordo per la
fornitura dei motori con la Honda. L'accordo prevedeva
che alla casa inglese fossero forniti i propulsori di penultima generazione,
lasciando alla sola Williams i più moderni RA167E. Senna, in Lotus per
il terzo anno consecutivo, venne affiancato dal debuttante Satoru Nakajima, ingaggiato grazie all'appoggio della
casa motoristica nipponica. Per questa stagione, la Lotus mise a disposizione
dei suoi piloti il modello 99T dotata del rivoluzionario sistema
di sospensioni attive; tale sistema
permetteva di mantenere sempre l'altezza ideale da terra della monoposto,
garantendo flussi aerodinamici migliori, in particolare sui circuiti che
avevano un fondo sconnesso, ma assorbiva una parte della potenza del motore e
rendeva più complicato per il pilota capire il limite della vettura stessa. Lo
stesso Senna si rivelò però molto ottimista sul buon funzionamento
dell'innovazione introdotta dal team
L'inizio di stagione però caratterizzato
da fortune alterne: dopo un ottimo podio al Gran
Premio di San Marino, a Spa, terza prova del
mondiale, Senna fu protagonista di un controverso contatto con Mansell, il
quale, rientrato ai box, corse verso il garage Lotus per fare i conti con il
brasiliano, a suo dire responsabile della collisione; la rissa tra i due fu
inevitabile[57]. All'episodio del Belgio seguirono due
vittorie, a Monaco[58] - la prima di un incredibile
record di sei vittorie - e, per il secondo anno consecutivo, sul tracciato
cittadino di Detroit.
Senna, nonostante il notevole divario
tecnico con la Williams, riuscì a sopperire alle difficoltà, restando in lotta
per il mondiale per gran parte della stagione, ma la superiorità del team
di Frank Williams divenne evidente con l'avanzare
della stagione, con Mansell e Piquet in lotta per il titolo. A Monza, nel frattempo, venne
annunciato il passaggio di Senna alla McLaren[59], come compagno del due volte campione
del mondo Alain Prost. Nonostante questo annuncio, Senna riuscì a finire in
maniera convincente la stagione, cogliendo il podio in Giappone e nell'ultima
gara in Australia, ad Adelaide, dove però fu
squalificato al termine della gara a causa di un'irregolarità tecnica Concluse
la stagione al terzo posto in classifica generale, dietro a Piquet, laureatosi
campione per la terza volta in carriera, e Mansell.
I titoli iridati con la
McLaren (1988-1993
Firmato un nuovo contratto triennale, in
Mclaren Senna trovò come compagno di squadra il “professore” Prost, con
cui iniziò una rivalità destinata a
segnare la storia della Formula 1. La netta superiorità
tecnica della McLaren MP4/4, motorizzata Hondaconsentì ai due
piloti di dominare il campionato, aggiudicandosi 15 delle 16 gare in programma
e riducendo di fatto il mondiale a una lunga lotta tra di loro. L'inizio di
stagione del brasiliano fu però altalenante.
Alla squalifica nel GP di casa in Brasile (a causa
dell'utilizzo del muletto, azione vietata dal regolamento di allora) seguì il ritiro
nel GP di Monaco a poche tornate
dalla fine; in testa con un vantaggio di 55 secondi, il pilota paulista andò a
sbattere all'uscita della curva del Portier, regalando a Prost una vittoria
ormai certa. Con l'avanzare della
stagione, tuttavia, Senna inanellò una striscia positiva di sei vittorie in
sette gare, portandosi in testa alla classifica con un vantaggio di pochi punti
sul rivale. La battaglia tra i due, sempre più accesa, raggiunse il suo apice
al Gran
Premio del Portogallo, dove Senna spinse il compagno contro
il muretto dei box nel tentativo di mantenere la testa della corsa. Ciò
nonostante il francese riuscì a portare a termine la manovra, sorpassando Senna
e involandosi verso la vittoria.
A fine gara, interrogato sull'accaduto,
Prost criticò ampiamente la manovra, accusando il compagno di aver messo a
repentaglio la gara di entramb. Il campionato si decise alla penultima gara
a Suzuka. A causa della regola
degli scart, a Senna bastava una vittoria per diventare campione, nonostante in
classifica il francese avesse più punti. In qualifica il brasiliano ottenne la
dodicesima pole position stagionale, ma questa fu vanificata da un'esitazione
in partenza che lo fece scivolare a metà gruppo. Nonostante ciò non si arrese,
e si lanciò in una rimonta nei confronti del compagno che si concretizzò con un
sorpasso sul rettilineo del traguardo al 28º passaggio. Con questo trionfo
Senna si laureò matematicamente campione del mondo per la prima volta in
carriera, con un bottino stagionale di 8 vittorie (e ben 13 pole position) a
discapito delle 7 del compagno.
1989
Il 1989 iniziò sulla falsariga dell'anno precedente, con un
dominio incontrastato della scuderia inglese e con Senna protagonista di tre
vittorie nelle prime quattro gare. Al Gran Premio di San Marino, seconda
prova del mondiale, la rivalità con Prost esplose definitivamente. La
sospensione della gara in seguito al violento incidente di Berger al
Tamburello (nel quale l'austriaco riportò delle ustioni alle mani) comportò
l'organizzazione di una seconda procedura di partenza; Prost scattò meglio,
portandosi in testa, ma Senna lo passò poche curve dopo non rispettando un
accordo preso prima del via]
A questo punto Senna si involò verso la vittoria, con Prost
incapace di avvicinarsi; a fine gara i due si scambiarono accuse reciproche,
con il francese che arrivò addirittura a minacciare la squadra di non correre
il seguente Gran Premio se il brasiliano non si fosse scusato. Nelle gare
successive però, Senna fu fermato da diversi problemi di affidabilità che
permisero al compagno di prendere la testa del campionato con un buon margine.
A tre gare dalla fine il brasiliano era distanziato di ben ventiquattro lunghezze.
La matematica lo costringeva a vincere tutte le gare rimanenti per confermarsi
campione del mondo. Senna vinse in Spagna, dove
dominò la gara dalla partenza all'arrivo, precedendo sul traguardo Berger e
Prost. Mancavano due gare: Giappone e Australia.
Lo scontro per il titolo iridato giunse al punto di maggiore
tensione al Gran Premio del Giappone. Senna,
partito dalla pole position, fu sopravanzato da Prost al via; il
francese guadagnò un margine di circa cinque secondi, ma poi il compagno
cominciò a recuperare terreno, portandoglisi in scia. Al 46º giro, nel
disperato tentativo di mantenere vive le chance iridate, Senna tentò un attacco
alla Casio Triangle, ma Prost chiuse la traiettoria e i due si agganciarono,
terminando la loro corsa nella via di fuga. Il francese, sicuro di aver conquistato
il titolo, scese dalla vettura, mentre Senna rimase al volante e, con l'aiuto
dei commissari, riuscì a ripartire.
La sua vettura aveva il musetto danneggiato e il brasiliano fu
costretto a tornare ai box per sostituirlo; rientrato in pista alle spalle di Alessandro Nannini, rimontò velocemente e al 50º
passaggio lo sopravanzò, conquistando la vittoria. Subito dopo la gara, però,
Senna fu squalificato] per
avere tratto vantaggio dalla spinta dei commissari, rientrando in pista
attraverso la via di fuga della chicane anziché percorrendo la medesim; Alain
Prost diventava così campione del mondo per la terza volta in carriera, mentre
la vittoria veniva assegnata ad Alessandro Nannini, che poteva così fregiarsi
della sua prima affermazione in Formula 1.
L'episodio di Suzuka diede avvio a un mare di polemiche tra
Senna ed il presidente della FISA Jean-Marie Balestre che si trascinò per
tutto l'inverno. La McLaren, con Prost in procinto di passare alla Ferrari,
prese le difese del brasiliano, presentando ricorso contro la decisione dei
commissari al tribunale d'appello. Questo fu respinto, con Senna che anzi fu
accusato, nella sentenza del 31 ottobre 1989, di essere pericoloso per
l'incolumità degli altri piloti[, in
riferimento ad altri episodi controversi in cui il pilota era stato coinvolto
nelle ultime due stagioni, vedendosi infliggere inoltre una multa di
100 000 dollari. Senna, profondamente rattristato e scoraggiato, considerò
il ritiro dalle corse, accusando la federazione di aver manipolato l'esito del
campionatoA seguito di queste dichiarazioni, la federazione rispose con la
sospensione, per sei mesi, della superlicenza necessaria
per correre,
1990
La polemica tra Senna e Balestre si risolse solo poco prima
l'inizio della nuova stagione; alle scuse (via lettera) del brasiliano seguì il
ripristino della superlicenza da parte della federazione[76]. Con
l'arrivo di Berger al posto del francese, la situazione in Mclaren si
normalizzò, con Senna al centro del progetto tecnico del Team. Tuttavia, il
leitmotiv della stagione era sempre lo stesso: Prost contro Senna. A due gare
dalla fine i due contendenti erano distaccati di sole nove lunghezze in favore
del brasiliano. Suzuka era nuovamente la sede dello scontro decisivo; con Prost
fuori dalla zona punti, Senna poteva fregiarsi del secondo titolo iridato.
Il brasiliano dominò le qualifiche proprio davanti all'acerrimo
rivale, ma al termine delle prove l'attenzione si focalizzò sul posizionamento
della prima casella di partenza[77]. Senna
infatti, chiese agli steward il riposizionamento della Pole Position sul lato
più pulito della pista, dopo che questi avevano deciso di spostare i numeri
dispari (compresa la prima posizione) sul lato sporco[. La
richiesta del pilota Mclaren venne rigettata, con il brasiliano che accusò
nuovamente Balestre di agire in favore di Prost[].
Alla partenza, il pilota della Ferrari prese il comando,
sfruttando il lato più pulito della pista. Arrivati alla prima curva, mentre il
francese si accingeva a rallentare per impostare correttamente la traiettoria,
Senna non alzò il piede dall'acceleratore, speronando Prost ad oltre
270 km/h. La corsa era finita per entrambi. La manovra del brasiliano
destò grandi polemiche, ma la Fia, contrariamente a quanto fatto l'anno
precedente, non sanzionò il pilota, considerando l'accaduto come un incidente
di gara. Senna era campione del mondo per la seconda volta in carriera.
Commentando l'episodio a caldo, il pilota brasiliano affermò, alludendo
all'episodio dell'anno precedente: a volte le gare finiscono a sei giri dal
termine, a volte alla prima curva. Un anno dopo, Senna ammise pubblicamente di
aver provocato volontariamente l'incidente[,
affermando che in quel gesto avevano avuto una forte influenza il controverso
episodio del 1989 ed il comportamento della federazione guidata da Jean Marie
Balestre, a suo dire sostenitore di Prost.
1991
Scaduto il contratto triennale con la
McLaren, Senna si trovò nelle condizioni di rinnovarlo ogni volta a durata
annuale fino al 1993, poiché ogni anno fu caratterizzato da una serie
d'incertezze sul suo futuro in Formula 1.
Nel 1991 Senna divenne campione del
mondo per la terza volta in carriera. L'inizio di stagione fu decisivo per la
vittoria del campionato; al trionfo sul cittadino di Phoenix seguirono le
vittorie ad Interlagos (la prima davanti al pubblico di casa), Imola e Monaco,
che sommate ai problemi tecnici dei rivali consentirono al brasiliano di
prendere un margine rassicurante. Particolare fu la vittoria in Brasile; sul
tracciato di Interlagos, il brasiliano dovette lottare con problemi al cambio
dal 60º giro in poi, perdendo tutte le marce ad eccezione della sesta.
Nonostante tutto vinse, riuscendo a gestire un vantaggio di 40 secondi su
Patrese, ma a fine gara svenne a causa dell'immane stress fisico, accusando
dolori lancinanti alle spalle e alle mani
Con il passare delle gare, tuttavia, il
britannico Mansell al volante della Williams iniziò ad opporsi al dominio del
pilota Mclaren, ravvivando il campionato. Non appena lo sviluppo della vettura
di Frank Williams si perfezionò, questa divenne la macchina da battere, con Mansell
che in estate colse tre vittorie consecutive (Magny Cours, Silverstone e
Hockenheim). Tuttavia, i trionfi di Senna a Budapest e Spa, sommati al
clamoroso errore dei meccanici Williams durante il Gran
Premio del Portogallo consentirono al brasiliano di
incrementare, in maniera decisiva, il vantaggio nei confronti del pilota
Inglese.
Il titolo arrivò alla penultima gara a
Suzuka. Con Mansell obbligato a vincere, a Senna bastava un secondo posto per
aggiudicarsi il mondiale. La lotta per il campionato si risolse nelle prime
battute di gara, quando Mansell, nel tentativo di rimanere in scia a Senna,
andò lungo alla prima curva, finendo nella ghiaia e dovendosi ritirare. Sicuro della
vittoria, Senna rallentò nelle ultime fasi di gara, lasciando il successo al
compagno Berger]. Da dimenticare invece la stagione per
Prost. Alle prese con una Ferrari poco competitiva, il francese non fu mai in
grado di lottare per il titolo, venendo addirittura licenziato dalla scuderia
di Maranello proprio al termine del Gran Premio di Suzuka, dopo aver
pubblicamente definito la macchina un "camion"].
1992
Nel 1992 Senna e la McLaren non poterono
nulla contro lo strapotere della Williams FW14B guidata da Nigel Mansell. Nelle prime cinque gare il brasiliano
arrivò al traguardo solo due volte, terzo in Sudafrica ed a Imola, accusando in più
occasioni problemi di affidabilità. Il tempo perso per risolvere i problemi, la
tardiva introduzione del cambio al volante oltre alla scelta sbagliata di
adottare il nuovo motore Honda V12, impedirono a Senna di lottare per il
titolo, relegandolo, al termine della stagione, in quarta posizione, dietro
anche all'astro nascente della Benetton, Michael Schumacher.
Fu proprio con il giovane tedesco che
Senna durante la stagione si ritrovò a discutere più volte. I rapporti tra i
due si deteriorarono già in Brasile, secondo appuntamento
stagionale, dove il tedesco accusò pubblicamente Senna di averlo ostacolato con
comportamenti poco corretti, mentre in realtà, come ammesso dallo stesso
brasiliano al termine della gara, la sua vettura soffriva di problemi di
elettronica che causavano continui rallentamenti. Nel Gran Premio
di Francia l'accusa cadde invece su Schumacher, dopo che questi tamponò nel
corso del primo giro Senna, costringendolo al ritiro. Dopo l'interruzione della
gara Senna, già in borghese, prese da parte il tedesco, spiegandogli il suo
punto di vista riguardo ai rapporti con la stampa – alludendo a quanto era
accaduto in Brasile – e con gli altri piloti.
I contrasti degenerarono infine durante
dei test ad Hockenheim, dove i due si sfiorarono più volte con
le ruote in pista ed ai box arrivarono quasi alle mani. I problemi relativi
alla competitività della McLaren e la decisione di abbandonare la Formula 1 da
parte della Honda al termine della stagione, misero in discussione la
permanenza di Senna nel team inglese, spingendolo ad intraprendere contatti con
la Williams, che però furono interrotti dall'ingaggio di Prost (al rientro in
Formula 1 dopo un anno sabbatico), che pose il veto su un eventuale ingaggio
del brasiliano al suo fianco
Si riaprì, inoltre, un dibattito sul
possibile passaggio di Senna alla Ferrari, del quale già si era ipotizzato
prima d'inizio campionato 1988: infatti Senna, al termine della stagione 1990,
avrebbe potuto passare alla scuderia del "Cavallino" a fianco di
Prost, nonostante le vicende dei Gran Premi del Giappone 1989 e 1990, ma per via di altri
piloti sotto contratto il suo trasferimento a Maranello (nuovamente
discusso per inizio campionato 1992 ma respinto) fu rimandato invano al 1993 e
poi, forse, dopo il 1994. Indeciso sul da farsi, Senna meditò anche il
passaggio nella serie CART, ottenendo un test con il Team Penske del connazionale Emerson Fittipaldi sul Firebird
International Raceway di Chandler, in Arizona: il test fu positivo, con Senna che
fermò il cronometro sul 49.0 contro il 48.5 del ben più esperto Fittipaldi,
alimentando sempre di più le voci su un possibile passaggio nel campionato
nordamericano per l'anno successivo..
1993
Nei primi mesi dell'anno, dopo aver pensato al passaggio nella
CART o ad un eventuale ritiro dalla Formula 1[86], Senna
decise di firmare un accordo in extremis con la McLaren. Il
contratto, però, era a gettone: Senna avrebbe deciso di volta in volta se
correre e al termine di ogni Gran Premio gli spettava la cifra di un milione di
dollariLa Mclaren, nel frattempo, dopo l'uscita di scena della Honda, intavolò
trattative per la fornitura dei motori con Renault e Lamborghini, ma alla fine
decise di optare per i propulsori Ford. Senna venne affiancato a Woking dallo
statunitense Michael
Andretti, proveniente dal campionato CART, che prendeva il posto di
Berger ritornato alla Ferrari.
Nonostante l'evidente inferiorità di mezzo e un rapporto con il
team che andava sempre più deteriorandosi durante la stagione[, la
prima parte di campionato fu incredibilmente positiva, con Senna che colse due
vittorie, a Donington e a Monaco, che lo proiettarono in testa alla classifica
davanti al suo eterno rivale Prost. In particolare, nella gara di Donington,
Senna ottenne una delle vittorie più belle della sua carriera: sotto l'acqua
effettuò quattro sorpassi nel solo primo giro e dominò la gara, dando quasi un
minuto e mezzo di distacco al secondo, Damon Hill, e più di un giro a Prost. A
Monaco invece, Senna colse la sesta vittoria nel principato (la quinta
consecutiva), superando il record di Graham Hill di 5 successi e diventando
il pilota più vittorioso sul tracciato monegasco. Un mese dopo questo successo
tra l'altro, con grande stupore di Ron Dennis, accettò un rinnovo del
contratto fino al termine della stagione
Contemporaneamente, però, iniziò a trattare con la Williams il
suo ingaggio per il 1994. Nella
seconda parte del campionato, tuttavia, Senna dovette lasciare spazio allo
strapotere tecnico della Williams, che con Prost colse quattro vittorie
consecutive e, approfittando delle disavventure tecniche del brasiliano, riuscì
a laurearsi per la quarta volta campione del mondo già sul tracciato portoghese
dell'Estoril, dopo aver annunciato, nello stesso week end, il ritiro definitivo
dalla Formula 1. Senna riuscì a vincere le restanti gare della stagione 1993
a Suzuka e
ad Adelaide,
consolidando il secondo posto in classifica generale ai danni del pilota
britannico della Williams Damon Hill. Al termine della corsa Australiana, in
particolare, Senna sorprese tutti, complimentandosi con Prost nel Parc Fermé e
abbracciandolo successivamente sul podio, quasi a voler celebrare la
conclusione di una delle lotte sportive più intense degli ultimi anni.
Il passaggio alla
Williams e il drammatico fine settimana di Imola (1994)
1994
Dopo la conquista
dell'ultimo titolo iridato, Prost conclude la propria carriera. Nel 1994 Senna lascia la McLaren per trasferirsi
proprio alla Williams campione del mondo in carica. Da quell'anno il
regolamento vieta tutti i dispositivi elettronici (come le sospensioni attive e
il controllo di trazione), un punto di forza della Williams nel 1992 (FW14B)
e 1993 (FW15C). Con il nuovo regolamento, la Williams perde
competitività. La monoposto progettata da Adrian Newey non è solo meno competitiva che in passato; è anche
troppo stretta nella zona dell'abitacolo, e Senna fatica a calarvisi e di
conseguenza fatica nella guida (lo stesso Senna, dopo le prime prove effettuate
con la vettura, afferma: "Se mangio un panino non entro più in questa
macchina"). La vettura è inoltre instabile e difficile da guidare, a causa
dell'eliminazione dei dispositivi elettronici.
Senna comincia i lavori di
collaudo, ma servirebbe del tempo per risolvere tutti i problemi della vettura;
è con questi presupposti che comincia il mondiale. Nelle prime due prove Senna
conquista due pole position, però in gara colleziona due ritiri (le due gare
sono vinte dal futuro campione Michael
Schumacher). Anche nella terza prova
del mondiale, il Gran
Premio di San Marino, Senna
conquista la pole position, la terza di fila, ma a caratterizzare la gara sarà
ben altro. Le prove, cominciate in malo modo il venerdì con l'incidente
di Rubens
Barrichello alla
variante bassa (senza gravi conseguenze)[87], e funestate il sabato dall'incidente mortale
di Roland Ratzenberger alla curva Villeneuve, segneranno
profondamente lo stato d'animo di Ayrton e lo porteranno a correre con la bandiera
austriaca nella monoposto,
pensando di sventolarla in caso di vittoria in segno di solidarietà (tale
bandiera fu poi rinvenuta all'interno dei resti della Williams dopo
l'incidente, intrisa del sangue del pilota brasiliano)[88
La corsa comincia con un incidente alla partenza tra JJ Lehto e Pedro
Lamy, in cui i rottami delle vetture provocano il ferimento di
alcuni spettatori. La safety car, entrata in pista a seguito dell'incidente, vi
rimane fino alla fine del 5º giro. Dopo la ripartenza, durante il 7º giro,
Senna esce di pista ad altissima velocità alla curva del Tamburello, a causa
del cedimento del piantone dello sterzo[, che era
stato modificato per consentire la guida del mezzo in quanto le nocche del
pilota toccavano l'abitacolo[90][91]. Sono le
14:17. Il piantone era stato modificato e allungato nella notte dopo le prove
cronometrate, dopo che Senna aveva chiesto di migliorare la visibilità della
strumentazione. La saldatura manuale si mostra però insufficiente a reggere le
sollecitazioni della gara, togliendo al pilota il controllo totale della
vettura durante la percorrenza della curva. Secondo la perizia dell'Alenia, per
conto della Williams, la saldatura non cedette, ma si ruppe il raccordo dello
sterzo con i leveraggi delle ruote, ma questo solo dopo la collisione che avvenne
per l'instabilità della vettura causata dal cattivo rifacimento del manto
stradale.
Senna infatti, praticamente passeggero di una vettura
ingovernabile, poté solo frenare (come si vede anche dalle immagini riprese
dalla videocamera montata sulla monoposto), ma non riuscì a evitare il muro a
bordo pista. L'impatto fu tremendo, coinvolgendo la parte anteriore destra
della monoposto, e fu reso ancora più letale da un gradino d'asfalto coperto
d'erba all'ingresso della via di fuga, che fece sobbalzare la vettura facendole
conservare la velocità.
Il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi,
penetrò nella visiera del casco del pilota, dal bordo superiore[94]. Ciò causò
lo sfondamento della regione temporale destra e provocò gravissime lesioni, che
si riveleranno fatali. In seguito il pilota brasiliano perse oltre 3 litri di
sangue e, dopo i primi soccorsi a bordo pista prestatigli dall'équipe medica
guidata dal medico della FIA Sid
Watkins, fu deciso di trasportarlo via elicottero all'Ospedale Maggiore di Bologna. Qui il
pilota venne ricoverato nel reparto di rianimazione, dove si accertò che il
danno più rilevante era il trauma cranico provocato proprio dal puntone della
sospensione.
Ogni sforzo per salvargli la vita fu vano e Senna spirò alle
18:40, all'età di 34 anni, senza aver mai ripreso conoscenza. Poche ore dopo,
la magistratura italiana ordinò l'autopsia sul corpo del campione, nel quale
non furono riscontrati altri danni fisici di particolare gravità. Ciò è
spiegabile col fatto che l'angolo d'impatto, di soli 22º, aveva permesso una
progressiva dissipazione dell'energia cinetica, prima contro il muretto e
quindi nella sabbia. Analoghi incidenti ad alta velocità nello stesso punto,
come quello di Nelson
Piquet nel 1987, quello di Gerhard Berger nel 1989 o quello di Michele
Alboreto nel 1991, si erano risolti senza particolari traumi da
decelerazione al pilota.
In punto di morte gli venne impartita l'estrema unzione da parte
di un sacerdote cattolico, nonostante Senna fosse evangelico e nella sua
religione l'estrema unzione non esistesse.
Dopo la
morte
In Brasile furono proclamati
tre giorni di lutto nazionale, mentre, a seguito delle indagini sulla morte del
brasiliano, il circuito di Imola fu posto sotto sequestro[95]. Il fotografo Angelo Orsi, collaboratore del settimanale Autosprint e amico di Ayrton, è stato l'unico a
scattare una foto in cui è visibile il volto del pilota dopo i primissimi
soccorsi successivi all'incidente. Tuttavia egli ha deciso di non pubblicare né
mostrare a nessuno tale foto, decidendo subito di distruggerla una volta
arrivato nella redazione di Autosprint[. Molte migliorie sono state successivamente
apportate a livello tecnico, dopo che in un primo momento la Federazione aveva
varato un piano d'emergenza per il prosieguo della stagione[97]
Il rientro del corpo di Senna in Brasile, sollecitato
dall'allora presidente della repubblica brasiliana al suo omologo
italiano Oscar Luigi Scalfaro, avvenne con un volo
sull'aereo presidenziale italiano sino a Parigi e da lì a San Paolo su un McDonnell Douglas MD-11 per conto
della Varig, nel
quale - per esplicita decisione del comandante dell'aereo - la bara non venne
inserita in stiva ma in cabina, in uno spazio ricavato dalla rimozione di
alcuni sedili passeggeri[98]. Durante
il volo il giornalista Livio Oricchio - connazionale del pilota - e altri amici
restarono sempre vicino al feretro.
Rimpatriata la salma di Senna, dopo i funerali di
Stato questa venne inumata nel cimitero di Morumbi, nella città natale
di San Paolo il 5 maggio 1994. Sedici
fra amici, rivali ed ex piloti lo accompagnarono al luogo della
sepoltura: Emerson Fittipaldi, Christian Fittipaldi, Wilson
Fittipaldi, Roberto
Moreno, Rubens Barrichello, Raul
Boesel, Maurizio Sandro Sala (rivale di Ayrton ai tempi dei
kart), Alain
Prost (che aveva seguito la gara di Imola come commentatore
per TF1), Jackie
Stewart, Johnny
Herbert, Thierry
Boutsen, Gerhard
Berger, Michele
Alboreto, Hans-Joachim Stuck, Derek
Warwick e Damon
Hill.
Il 26 aprile 1997 fu eretto un monumento in memoria del pilota
all'interno della curva del Tamburello (oggi trasformata in variante),
pressappoco nel punto in cui Ayrton ebbe l'incidente mortale. La statua, alta
circa due metri, è un corpo bronzeo che poggia su un prezioso basamento di
marmo grigio e pesa quasi 380 chili. Commissionata dal Comune di Imola,
proprietario dell'autodromo, e dalla Sagis, la società che all'epoca aveva in gestione
l'impianto, l'opera è stata realizzata dallo scultore Stefano Pierotti di Pietrasanta (LU).
Il
processo
Successivamente, nel 1997, si aprì il processo
sulla morte di Senna, che portò nel 2005 all'assoluzione sia del patron della
Scuderia Williams F1 Frank Williams, sia del progettista
della vettura Adrian Newey, in tutti i tre gradi di giudizio.
La Corte di cassazione ha invece
sentenziato nel medesimo anno, il "non luogo a procedere" per la
richiesta di assoluzione rivolta al direttore tecnico del team Patrick Head, in quanto egli, già riconosciuto
colpevole di omicidio colposo, non era condannabile essendosi estinto il reato
per prescrizione]. Il processo ha consentito di portare
alla luce numerose anomalie nell'atteggiamento della Williams e della
Federazione, nel caso ad esempio della misteriosa sparizione delle centraline
elettroniche della FW16[ o nel caso della cancellazione
degli ultimi fotogrammi del camera-car di Ayrton.
Numeri e statistiche
Ayrton Senna ha preso il via in 161 GP
(su 162 partecipazioni), cogliendo 41 vittorie (35 McLaren e 6 Lotus), 65 pole
position (46 McLaren, 16 Lotus e 3 Williams), 19 giri più veloci (15 McLaren, 3
Lotus e 1 Toleman), 7 Hat Trick (6 McLaren e 1 Lotus), in gara e 610 punti
iridati validi (su 614 totali). È partito per 87 volte in prima fila e ha
ottenuto 96 piazzamenti a punti, 80 dei quali sul podio, percorrendo
13672 km al comando di una corsa, vale a dire 2931 giri. Memorabili e ricche
di pathos furono le sue vittorie commentate dal famoso telecronista
brasiliano Galvão Bueno, che per Ayrton aveva un'autentica
predilezione. Proprio Galvão commentò in diretta e con grande emozione, la gara
in cui Ayrton perse la vita per la rete televisiva brasiliana Rede Globo.
Dopo il tragico incidente, tutti i
circuiti di Formula 1 furono oggetto di controlli e successive revisioni dei
tracciati, ove necessarie, per garantire maggior sicurezza ai piloti. La curva
del Tamburello, nella fattispecie, fu modificata e, nel tratto centrale,
sostituita con una variante. Furono anche prese misure, sia
immediate sia a lungo termine, per aumentare la sicurezza delle vetture e
diminuirne le velocità, tanto che dopo l'incidente di Senna per 20 anni non ci
sono stati più incidenti mortali in Formula 1, fino al Gran Premio
del Giappone 2014, nel corso del quale Jules Bianchi andò a sbattere contro una gru
presente a bordo pista per rimuovere una vettura incidentata e morì dopo nove
mesi di coma il 18 luglio 2015.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ayrton_Senna
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