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sabato 8 gennaio 2022

Lo Sapevate Che: La mafia uccide il cronista Beppe Alfano: Poco prima delle 22,30 tre spari e il rombo di un motore che accelera a vuoto squarciano la quiete di via Marconi, strada provinciale di Barcellona Pozzo di Gotto, a due minuti dal centro storico....

 

20 anni fa l'omicidio di Beppe Alfano

Sue inchieste aiutarono lotta a criminalità organizzata

 

Questo ventennale arriva in un momento molto particolare per Barcellona Pozzo di Gotto. Mio padre, Beppe Alfano, è nato qui, è stato ucciso qui e mi auguro che la giornata di oggi e quella di domani possano contribuire a creare la svolta che questa città merita”. Sonia Alfano, Presidente della Commissione Antimafia Europea, figlia del giornalista Beppe Alfano, ucciso dalla mafia l’8 gennaio del 1993, ha aperto al Palacultura di Barcellona Pozzo di Gotto i lavori del workshop sul tema: “Il contrasto alle mafie in Europa: esperienze a confronto”, nell’ambito della due giorni per la commemorazione dei venti anni dall’omicidio del padre Beppe.

Era una sera fredda dell’8 gennaio del 1993: gli assassini di mafia entrano in azione a Barcellona Pozzo di Gotto e uccidono Giuseppe Aldo Felice Alfano, Beppe per gli amici, giornalista coraggioso le cui inchieste erano una minaccia per la mafia e per la politica collusa a Cosa Nostra. E’ il secondo giornalista ucciso dalla mafia in Sicilia, dopo Mario Francese, caduto sotto i colpi dei killer il 26 gennaio del 1979.

I sicari sparano tre colpi di calibro 22 a bruciapelo mentre Beppe era nella sua Renault 9. Le sue inchieste sul quotidiano La Sicilia avevano rivelato gli intrecci tra mafia, imprenditoria e collusioni con la politica.

Uomo incorruttibile, giornalista d’inchiesta con il fiuto e l’esperienza del poliziotto, l’intuito del magistrato e la passione per la ricerca della verità, Alfano pochi giorni prima di essere ucciso aveva anche individuato il nascondiglio del boss dei boss Nitto Santapaola, gli appoggi dei quali godeva per mandare avanti i traffici di mafia e soprattutto gli intrecci tra massoneria deviata e Cosa Nostra. Non solo, ma Alfano disegnò anche l’organigramma delle cosche di Barcellona e del messinese, importante traccia che venne usata anche dagli inquirenti nel contrasto alle cosche emergenti degli anni ’90. Un giornalista che non si poteva né comprare né intimidire: doveva essere eliminato e subito

Proprio a Barcellona Pozzo di Gotto, si riuniscono fino all’8 gennaio le massime autorità italiane ed europee impegnate nel contrasto alle mafie. Oltre alla figlia di Beppe, Sonia Alfano, presidente della Commissione speciale sul crimine organizzato, ci sarà Rita Borsellino, don Ciotti di Libera, Roberto Saviano, il presidente del parlamento europeo, Martin Schultz e numerosi politici, investigatori, ma soprattutto tante associazioni antimafia e migliaia di cittadini.

L’evento, per la prima volta in Sicilia, ha avuto il patrocinio del Parlamento Europeo e la presenza della massime autorità italiane ed europee impegnate per il contrasto alle mafie. La manifestazione servirà a ricordare l’uomo e il giornalista Alfano e a promuovere la cooperazione a livello europeo nella lotta contro le mafie. Sonia Alfano l’8 gennaio del 1993 aveva 20 anni: spesso collaborava con il padre, lo aiutava nella redazione dei suoi articoli delle sue inchieste. Un rapporto durante il quale, come racconta Sonia “ci confrontavamo spesso e qualche giorno prima del suo omicidio, una sera, tornato a casa, mi chiamò nel suo ufficio e mi raccontò che gli avevano offerto dei soldi per lasciar perdere un’inchiesta che stava seguendo e che l’avrebbero ammazzato se non avesse accettato”. Alfano era però un uomo coraggioso e il cui carattere fiero e leale gli impediva di accettare qualsiasi compromesso: la ricerca della verità era la sua priorità. (
Fabrizio de Iorio)

http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=14445

 

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