20 anni fa
l'omicidio di Beppe Alfano
Sue inchieste
aiutarono lotta a criminalità organizzata
Questo ventennale arriva in
un momento molto particolare per Barcellona Pozzo di Gotto. Mio padre, Beppe
Alfano, è nato qui, è stato ucciso qui e mi auguro che la giornata di oggi e
quella di domani possano contribuire a creare la svolta che questa città
merita”. Sonia Alfano, Presidente della Commissione Antimafia Europea, figlia
del giornalista Beppe Alfano, ucciso dalla mafia l’8 gennaio del 1993, ha
aperto al Palacultura di Barcellona Pozzo di Gotto i lavori del workshop sul
tema: “Il contrasto alle mafie in Europa: esperienze a confronto”, nell’ambito
della due giorni per la commemorazione dei venti anni dall’omicidio del padre
Beppe.
Era una sera fredda dell’8 gennaio del 1993: gli
assassini di mafia entrano in azione a Barcellona Pozzo di Gotto e
uccidono Giuseppe
Aldo Felice Alfano, Beppe per gli amici, giornalista coraggioso
le cui inchieste erano una minaccia per la mafia e per la politica collusa a
Cosa Nostra. E’ il secondo giornalista ucciso dalla mafia in Sicilia, dopo
Mario Francese, caduto sotto i colpi dei killer il 26 gennaio del 1979.
I sicari sparano tre colpi di calibro 22 a
bruciapelo mentre Beppe era nella sua Renault 9. Le sue inchieste sul
quotidiano La Sicilia avevano
rivelato gli intrecci tra mafia, imprenditoria e collusioni con la politica.
Uomo incorruttibile, giornalista d’inchiesta con
il fiuto e l’esperienza del poliziotto, l’intuito del magistrato e la passione
per la ricerca della verità, Alfano pochi giorni prima di essere ucciso aveva
anche individuato il nascondiglio del boss dei boss Nitto Santapaola, gli
appoggi dei quali godeva per mandare avanti i traffici di mafia e soprattutto
gli intrecci tra massoneria deviata e Cosa Nostra. Non solo, ma Alfano disegnò
anche l’organigramma delle cosche di Barcellona e del messinese, importante
traccia che venne usata anche dagli inquirenti nel contrasto alle cosche
emergenti degli anni ’90. Un giornalista che non si poteva né comprare né
intimidire: doveva essere eliminato e subito
Proprio a Barcellona Pozzo di Gotto, si
riuniscono fino all’8 gennaio le massime autorità italiane ed europee impegnate
nel contrasto alle mafie. Oltre alla figlia di Beppe, Sonia Alfano, presidente
della Commissione speciale sul crimine organizzato, ci sarà Rita Borsellino,
don Ciotti di Libera, Roberto Saviano, il presidente del parlamento europeo,
Martin Schultz e numerosi politici, investigatori, ma soprattutto tante
associazioni antimafia e migliaia di cittadini.
L’evento, per la prima volta in Sicilia, ha
avuto il patrocinio del Parlamento Europeo e la presenza della massime autorità
italiane ed europee impegnate per il contrasto alle mafie. La manifestazione
servirà a ricordare l’uomo e il giornalista Alfano e a promuovere la
cooperazione a livello europeo nella lotta contro le mafie. Sonia Alfano l’8
gennaio del 1993 aveva 20 anni: spesso collaborava con il padre, lo aiutava
nella redazione dei suoi articoli delle sue inchieste. Un rapporto durante il
quale, come racconta Sonia “ci confrontavamo spesso e qualche giorno prima del
suo omicidio, una sera, tornato a casa, mi chiamò nel suo ufficio e mi raccontò
che gli avevano offerto dei soldi per lasciar perdere un’inchiesta che stava
seguendo e che l’avrebbero ammazzato se non avesse accettato”. Alfano era però
un uomo coraggioso e il cui carattere fiero e leale gli impediva di accettare
qualsiasi compromesso: la ricerca della verità era la sua priorità. (Fabrizio de Iorio)
http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=14445
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