Prese di coscienza
Premio Nobel per
la Letteratura nel 1957, scrittore difficilmente annoverabile ad una specifica
corrente letteraria, Albert Camus nasce il 7 novembre 1913 in Algeria a
Mondovi, oggi Dréan. Il padre, fornitore di uva per vinai locali, muore molto
giovane durante la Prima guerra mondiale,
nella battaglia della Marna, servendo "un paese che non era suo",
come Camus annoterà nel suo ultimo lavoro "Le premier homme",
incompiuto a causa della prematura scomparsa dell'autore.
Il giovane Camus rimane con la madre e la nonna; la
severità di quest'ultima rivestirà un ruolo molto importante nell'educazione di
Albert.
Camus spicca negli studi; il professore Jean Grenier,
con il quale instaura un'importante amicizia, lo spinge verso l'ottenimento di
una borsa di studio per la prestigiosa università di Algeri.
La tubercolosi colpisce Albert Camus giovanissimo: la
malattia purtroppo gli impedisce di frequentare i corsi e di continuare a
giocare a calcio come portiere, attività sportiva nella quale eccelleva. Finirà
gli studi da privatista laureandosi in Filosofia nel
1936.
Nel 1934 aderisce al movimento comunista: la sua è più
una presa di posizione in risposta alla guerra civile spagnola (1936-1939,
che termierà con la dittatura di Francisco Franco)
piuttosto che un reale interesse alle teorie marxiste;
questo atteggiamento favorevole ma distaccato nei confronti delle ideologie
comuniste, porterà Camus sovente al centro di discussioni con i colleghi;
spesso oggetto di critiche, prenderà le distanze dalle azioni del partito, per
lui poco utili al raggiungimento dell'obiettivo dell'unità degli uomini e dei
popoli.
Sposa Simone Hie nel 1934 ma il matrimonio finisce
presto a causa della dipendenza della donna dagli psicofarmaci. Sei anni più
tardi la vita sentimentale di Camus riprende con Francine Fauré.
L'attività professionale lo vede spesso impegnato
all'interno di redazioni di giornale: uno dei primi impieghi è per un
quotidiano locale algerino tuttavia finisce presto a causa di un suo articolo
contro il governo, che cercherà poi in tutti i modi di evitare una nuova occupazione
di giornalista per Camus in Algeria.
Camus si vede costretto a emigrare in Francia dove
collabora per "Paris-Soir" insieme al collega Pascal Pia: questi sono
gli anni dell'occupazione nazista e Camus, dapprima come osservatore, poi come
attivista, cerca di contrastare la presenza tedesca che ritiene atroce.
Negli anni della resistenza si avvicina alla cellula
partigiana "Combat" per il cui omonimo giornale curerà diversi
articoli. Terminato il conflitto, il suo impegno civile rimane costante: Camus non
si piega di fronte a nessuna ideologia, criticando tutto ciò che sembra
allontanare l'uomo dalla sua dignità. Lascia il posto all'UNESCO a
causa dell'entrata nell'ONU della
Spagna franchista.
Sarà inoltre tra i pochi a criticare apertamente i metodi brutali del Soviet in
occasione della repressione di uno sciopero nella città di Berlino est.
Dopo "Il mito di Sisifo" (1942), che
costituisce una forte presa di coscienza sull'analisi delle assurdità umane,
pubblica nel 1952 il saggio "L'uomo in rivolta", che lo porterà in
polemica con la rivista "Les temps modernes" e alla rottura dei
rapporti con Jean-Paul Sartre,
con il quale aveva intrapreso numerose collaborazioni, sin dal secondo
dopoguerra.
Esce idealmente dalla categoria degli
"esistenzialisti", a cui molti critici lo avevano relegato ma alla
quale Camus si era sempre sentito estraneo.
Camus nei suoi lavori ha sempre ricercato in modo
profondo il legame tra gli esseri umani, cercando di comunicare quell'assurdo
insito nelle manifestazioni umane come la guerra o, in generale, le divisioni
di pensiero, che Camus indica come azioni inconsapevoli volte a recidere il
legame stesso tra gli individui.
Muore il 4 gennaio 1960 a causa di un incidente
automobilistico, avvenuto nella cittadina di Villeblevin (vicino Sens). Camus
aveva in passato avuto modo di esprimere più volte che un incidente d'auto
sarebbe stato il modo più assurdo di morire. In tasca aveva un biglietto
ferroviario non utilizzato: si crede avesse pensato di compiere quel viaggio in
treno, cambiando idea solo all'ultimo momento.
Opere di Albert Camus
Romanzi
Lo straniero (L'Étranger,
1942)
La peste (La Peste, 1947)
La caduta (La Chute, 1956)
La morte felice (La Mort heureuse, 1971, postumo)
La ghigliottina (La guillotine, 1958)
Il primo uomo (Le Premier Homme, 1959, ma 1994,
postumo e incompiuto)
Saggi
Metafisica cristiana e neoplatonismo (1935), Diabasis
2004.
Il rovescio e il diritto (L'envers et l'endroit, 1937)
Nozze (Noces, 1938)
Il mito di Sisifo (Le Mythe de Sisyphe, 1942)
L'uomo in rivolta (L'Homme révolté, 1951)
L'estate (L'Été, 1954)
Riflessioni sulla pena di morte (Réflexions sur la
peine capitale, 1957)
Taccuini 1935-1959, Bompiani 1963
La rivolta libertaria, Elèuthera 1998. (Albert Camus
et les libertaires, raccolta del 2008)
Mi rivolto dunque siamo, scritti politici, Elèuthera
2008
Opere teatrali
Caligola (Caligula, 1944)
Il malinteso (Le Malentendu, 1944).
Lo stato d'assedio (L'État de siège, 1948)
I giusti (Les Justes, 1950).
I demoni (Les Possédés, 1959), adattamento teatrale
dell'omonimo romanzo di Dostoevskij.
La devozione alla
croce, adattamento teatrale della pièce di Pedro
Calderón de la Barca. Pubblicato in Francia da Gallimard, in
Italia da Diabasis nel 2005.
https://biografieonline.it/biografia-albert-camus
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