Nacque nel villaggio di
ʿIzbet al-Kīlō (ُعزبه الكيلو) nel Governatorato di
Minya, nella zona centrale
dell'Alto Egitto. Contrasse un'infezione agli occhi da piccolo e le cure
inadeguate ricevute lo resero del tutto cieco all'età di tre anni. Frequentò
una scuola coranica (kuttāb) e fu poi mandato a completare studi
superiori nella notissima Università-Moschea
di al-Azhar al Cairo,
dove studiò scienze religiose (ʿulūm dīniyya) e letterature arabe (ādāb ʿarabiyya).
Carriera accademica e pubblica[modifica | modifica wikitesto]
Quando nel 1908 fu istituita - per
espresso volere dell'illuminato principe ereditario Ḥasan Fuʾād (poi re col
nome di Fuʾād I) - la laica Università del Cairo ("Università Egiziana",
poi diventata meglio nota come "Università Khediviale"), egli
desiderò ardentemente di esservi ammesso, e malgrado fosse cieco e povero
ottenne un posto. Nel 1914 divenne il primo laureato a ricevere un Dottorato di Ricerca in Francia, nell'Università di Montpellier, con una tesi
riguardante il poeta scettico e filosofo, vissuto tra X e XI sec., Abū al-ʿAlāʾ
al-Maʿarrī, famoso per la sua "Epistola del Perdono" (Risālat al-ghufrān),
accostata per molto tempo alla Divina Commedia, anche se i rapporti tra le due opere
sono poi stati ampiamente ridimensionati, e anch'egli cieco.
Tra i suoi docenti ebbe il grande arabista italiano Carlo Alfonso Nallino (che svolse colà, nel triennio
1909-10, 1910-11 e 1911-12, corsi sull'astronomia islamica e sulla letteratura araba[1] col quale ebbe
modo d'intrattenere in futuro un cordiale e non formale rapporto di amicizia,
oltre che di colleganza, dal momento che era diventato professore di
Letteratura Araba nella stessa Università dove aveva studiato. Nel 1919 fu poi
nominato professore di Storia nel medesimo Ateneo cairino.
Inoltre egli fu il primo Rettore dell'Università di
Alessandria d'Egitto. Scrisse numerose novelle e saggi, per quanto egli
sia maggiormente conosciuto fuori del mondo arabo per la sua
autobiografia, al-Ayyām (in arabo: الايام, I giorni), pubblicata in Egitto col titolo Un'infanzia
egiziana (1932) e La corrente dei giorni (1943).[2]
Un importante episodio della sua vita fu
costituito dalla pubblicazione del suo fondamentale saggio, composto
negli anni venti: "Sulla poesia
preislamica" (in arabo: في الشعر الجاهلي , Fī l-shiʿr al-jāhilī),
pubblicato nel 1926. In esso egli esprimeva i suoi fondati dubbi sull'autenticità
di buona parte della poesia tradizionale araba preislamica, per la quale il
mondo arabo ha sempre avuto una passione non soltanto estetica, affermando che
essa poteva aver subito importanti interpolazioni in età successiva abbaside. In questo libro,
egli accennava anche al fatto che il Corano potesse non essere assunto come un'importante fonte storica. Naturalmente
questo libro suscitò grandi passioni e furibonde reazioni da parte degli
ambienti dell'Università-Moschea di al-Azhar, in cui aveva inizialmente cominciato
la sua formazione universitaria, e da parte del mondo religioso più
conservatore. Fu denunciato alla magistratura con l'imputazione di offesa
all'Islam, ma la pubblica accusa stabilì che quanto Taha Hussein aveva scritto
era la libera opinione di un ricercatore accademico e che nessuna azione legale
poteva essere quindi intrapresa contro di lui. Il suo libro fu nondimeno messo
al bando, ma nel 1927 venne pubblicato con alcune modifiche e revisioni minori,
sotto il titolo "Sulla letteratura preislamica" (in arabo: في الأدب الجاهلي, Fī l-adab al-jāhilī).
Taha Hussein fu un intellettuale riformista e, di fatto, illuminista (ishrāqī). Fu un sostenitore della
cosiddetta ideologia del Faraonismo, che asseriva che la civiltà egiziana affondasse le proprie radici nella millenaria
tradizione faraonica e che a questa dovesse rifarsi. Egli riteneva inoltre che
tra civiltà araba e occidentale mediterranea, in particolare greca, non vi
fosse conflitto, ma comunanza d'origine.[3]
Taha Hussein incontrò Suzanne, sua
moglie, mentre studiava in Francia, dove conseguì
un B.A. nell'Università di Montpellier e un secondo
Dottorato di Ricerca nell'Università di Parigi
(Sorbona) nel 1917, con una seconda tesi sullo storico e sociologo del XIV secolo, Ibn Khaldun. Suzanne leggeva per
lui, dal momento che non tutto quello che gli serviva era disponibile in Braille. Dopo la morte di Taha
nell'ottobre del 1973, pubblicò Maʿak (Con te), in cui
narrava la loro vita insieme. Prima della sua morte, Suzanne fu insignita con
lo United Nations Human Rights Award.
Fu un fervente sostenitore
dell'Illuminismo, del rispetto per la ragione e dell'emancipazione femminile,
insistendo perché l'educazione restasse ispirata ai valori della libertà,
affermando che essa era un basilare diritto per ogni essere umano, proclamando
che "la conoscenza è come l'acqua e l'aria".
Divenne ministro dell'Educazione nel 1950, e il nuovo governo egiziano dispose
grazie a lui che l'insegnamento primario diventasse gratuito per tutti: cosa
che ancor oggi è rimasto un pilastro del sistema educativo di quel paese.
Opere
I suoi lavori letterari possono essere suddivisi
in 3 categorie:
Studi di letteratura e di cultura araba
e islamica.
Lavori di letteratura, aventi come tema
i problemi della povertà e dell'ignoranza.
Articoli di taglio politico pubblicati
sui due giornali di cui egli era direttore.
Fra i suoi lavori più importanti si
ricordano:
Conversazione del
mercoledì (in arabo: حديث الأربعاء, Ḥadīth al-arbʿāʾ)
del 1925: una collezione di saggi di critica letteraria sulla poesia preislamica,
pubblicata integralmente in italiano da Isabella Passerini per l'Istituto per l'Oriente Carlo Alfonso
Nallino a fine 2020.
Sulla poesia
preislamica in arabo: في الشعر الجاهلي, Fī l-shiʿr al-jāhilī),
1926 (pubblicata integralmente in italiano a fine 2020 nella traduzione di
Paola Viviani per l'Istituto per l'Oriente Carlo Alfonso
Nallino di Roma, in coedizione con la GEBO (General Egyptian Book
Organization/al-Hayʾa al-ʿĀmma li-l-Kitāb) del Cairo.
I sofferenti: Storie e
polemiche (in arabo: المعذبون فى الأرض, al-Muʿadhdhibūn fī
l-arḍ).
Un uomo di lettere, novella (in arabo: أديب, Adīb - Storia di un letterato), tradotto in
italiano da Maria Elena Paniconi (Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2017).
I giorni (Autobiografia
in 3 parti) (in arabo: الأيام, al-Ayyām), pubblicata integralmente nel 2019
nella traduzione di Umberto Rizzitano dall'Istituto
per l'Oriente Carlo Alfonso Nallino di Roma.
Un'infanzia egiziana.
Il futuro della
cultura in Egitto (مستقبل الثقافة فى مصر).
Il verso del chiurlo.
Il ricordo di Abū
l-Alāʾ (al-Maʿarrī), 1915.
Testi poetici
selezionati da drammi greci, 1924.
La filosofia di Ibn Khaldun, 1925.
Drammi di un gruppo
dei più famosi scrittori francesi, 1924.
Pionieri del pensiero, 1925.
In estate, 1933.
La vita del Profeta
"ʿAlà Hamesh al-Sira", 1933.
Il verso del chiurlo, 1934.
Da lontano, 1935.
Un uomo di lettere, 1935.
La vita letteraria
nella Penisola Araba, 1935.
Insieme ad Abū l-ʿAlāʾ
(al-Maʿarrī) nella sua prigione, 1935.
Poesia e prosa, 1936.
Palazzo stregato, 1937.
Insieme ad
al-Mutanabbi, 1937.
Il futuro della
cultura in Egitto, 1938.
Momenti, 1942.
La voce di Parigi, 1943.
I sogni di Sheherzad, 1943.
L'albero della miseria, شجرة البؤس) 1944).
Paradiso di spine, 1945.
Capitoli sulla
letteratura e la critica, 1945.
La voce di Abū l-ʿAlāʾ
(al-Maʿarrī), 1945.
'Othman "la prima
parte della Grande Sedizione".
"al-Fitna al-Kubrà", 1947.
Viaggio primaverile, 1948.
La tortura della
coscienza moderna, 1949.
La divina promessa
"al-Waʿd al-ḥaqq", 1950.
Il Paradiso degli
animali, 1950.
L'amore perduto, 1951.
Da lì, 1952.
Varietà, 1952.
Nel mezzo, 1952.
ʿAlī e i suoi figli
(la seconda parte della Grande Sedizione", 1953.
(Sharh Lozum Mala
Yalzm, Abū l-ʿAlāʾ), 1955.
Antagonismo e riforma, 1955.
Critica e riforma, 1956.
La nostra letteratura
contemporanea, 1958.
Specchio dell'Islam, 1959.
Nonsenso estivo, 1959.
Sul dramma occidentale, 1959.
Conversazioni, 1959.
al-Shaykhān (Abū Bakr e Omar ibn al-Khattab), 1960.
Dal nonsenso estivo
alla serietà invernale, 1961.
Riflessioni, 1965.
Al di là del fiume, 1975.
Parole, 1976.
Tradizione e
rinnovamento, 1978.
Libri e Autori, 1980.
Dall'altra sponda, 1990.
https://it.wikipedia.org/wiki/Taha_Hussein
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