Oggi la festa della Presentazione della Beata Vergine Maria
La
Chiesa ricorda oggi l’ingresso di Maria, Madre di Dio, nel Tempio: il primo dei
sì che risponderà alle chiamate del Signore. È una memoria legata alla
dedicazione di una Basilica nella città Santa di Gerusalemme e una delle dodici
grandi feste della tradizione bizantina
Dopo la celebrazione della Natività di Maria l’8
settembre e la memoria, quattro giorni dopo, del Suo Santissimo Nome impostole
dopo la nascita, con la festa di oggi della Presentazione al Tempio prosegue il
cosiddetto Ciclo mariano contenuto nel calendario liturgico, evidentemente in
parallelo con il Ciclo cristologico.
Il racconto di Giacomo
La celebrazione di questa festa si basa sul racconto
del protovangelo di Giacomo, considerato un Vangelo apocrifo: è questo il
motivo per cui la memoria, nella liturgia, fu soppressa per qualche anno ad
opera di Papa Pio V. Nella narrazione troviamo Maria che all’età di tre anni
viene condotta dai suoi genitori, Gioacchino e Anna, al Tempio, per essere
consacrata a Dio. Questo gesto va interpretato come un ringraziamento e una
lode al Signore da parte dei suoi Santi genitori, ma anche come un primo sì
alla volontà di Dio che prefigura il sì più grande che Maria stessa pronuncerà,
una volta cresciuta. Una fuga dal mondo necessaria, insomma, per preservarsi e
prepararsi a diventare la madre del Salvatore. Non a caso, infatti, in entrambi
gli episodi, è presente l’annunciatore divino: l’arcangelo Gabriele. Al Tempio
Maria viene accolta dal sacerdote Zaccaria – padre del Battista – e trova anche
l’anziana Anna, una figura molto cara che ricorrerà anni dopo nella
Presentazione al Tempio del Bambino Gesù.
Una festa tra Oriente e Occidente
Da un punto di vista strettamente liturgico, la
celebrazione della festa risale al VI secolo in Oriente e solo al XIV in
Occidente, andando a coincidere con la dedicazione della Basilica di Santa
Maria Nuova, costruita presso il muro del Tempio di Gerusalemme e inaugurata il
21 novembre 543. In seguito questa festa in onore della Madre di Dio venne
introdotta nel 1372 ad Avignone da Gregorio XI che la mutuò dalla tradizione
greca, mentre Sisto V la rese obbligatoria per tutta la Chiesa. Clemente VIII,
infine, nel 1585, la elevò al grado “doppio maggiore” e ne rielaborò
l’ufficiatura. La memoria è presente anche nel nuovo calendario liturgico del
1969, presentata come l’esaltazione di Maria, concepita senza peccato
originale, che fin dalla sua più tenera età si è offerta totalmente a Dio.
Iconografia e simbologia
Come spesso accade, nelle rappresentazioni
iconografiche delle feste è più semplice ravvisarne il significato, espresso da
un punto di vista simbolico. Abbiamo ben presente la scena in cui Maria viene
condotta al Tempio, il luogo Santo per eccellenza che la accoglierà nel Sancta
Sanctorum; ma qui è Maria, in realtà, nella potenza prefigurativa
dell’immagine, a diventare Tempio, porta illibata da cui uscirà il Salvatore.
Maria è accompagnata da un corteo di vergini che recano lanterne, ma ancora una
volta è lei a essere luce che illuminerà il tempio come la storia; nonostante
abbia solo tre anni non ha paura, si affida al sacerdote e non si volta
indietro a guardare i suoi genitori. Tre sono anche gli scalini del tempio che
Maria sale, fermandosi su quello più alto, perché lei è già in possesso delle
tre virtù principali la cui più importante è la carità. Grande o piccola che
sia nella realtà, Maria è comunque abbigliata come una donna e porta il colore
regale della porpora, segno di temperanza, ma anche di obbedienza e
sottomissione. Infine, in alcune rappresentazioni, è presente l’arcangelo
Gabriele che qui porta il cibo a Maria, naturalmente si tratta di un cibo
spirituale cioè della Parola di Dio. (Roberta Barbi - Città del Vaticano)
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2019-11/festa-presentazione-tempi-beata-vergine-maria.html
La Festa della Presentazione della Beata
Vergine Maria al Tempio ricorda – secondo i vangeli aprocrifi - il giorno in
cui Maria, ancora bambina, si reca al tempio di Gerusalemme e si offre a Dio.
Ciò che interessa alla Chiesa è il sottolineare non tanto l’evento storico in
sé, di cui non c’è traccia nei vangeli, quanto il dono totale di sé che,
nell’ascolto - “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano” -
preparò la giovane donna di Nazaret a diventare “tempio del Figlio”. In questo
stesso giorno, 21 novembre, si celebra anche la più conosciuta festa di Maria,
Madonna della salute, festa istituita nella Repubblica Veneta nel 1630 ma poi
diffusasi ovunque. Tale ricorrenza e tradizione trae origine dopo la peste che
colpì tutto il nord Italia tra il 1630 e 1631, di cui ne fa cenno anche
Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”. Di fronte al diffondersi della
malattia e non sapendo come porvi rimedio, il governo della Repubblica
organizzò una processione di preghiera alla Madonna a tal punto che il 22
ottobre 1630 il Doge fece voto di erigere un tempio a lei dedicato se la città
fosse sopravvissuta. Poche settimane dopo, ci fu un brusco crollo dell’epidemia
e nel novembre 1631 si dichiarò superata l’emergenza. Da allora fu stabilito di
chiamare la Madonna con il titolo “della Salute”. Il Doge aveva fatto voto e,
individuata l’area, venne eretta la basilica, inaugurata il 28 novembre 1687.
Sempre il 21 novembre, la Chiesa - per volontà di Pio XII - dal 1953 celebra
anche la Giornata delle Claustrali.
Mentre egli parlava ancora alla
folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di
parlargli. Qualcuno gli disse: "Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno
fuori e cercano di parlarti". Ed egli, rispondendo a chi gli parlava,
disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Poi, tendendo
la mano verso i suoi discepoli, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli!
Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me
fratello, sorella e madre" (Mt 12, 46-50).
Non hanno più vino
A Maria, Donna e Madre, non sfuggono
le “mancanze” di casa. S’accorge dell’assenza del vino. E si fa provvida,
intercede presso il Figlio Gesù affinché ponga rimedio. Ciò che la muove è la
certezza che a Dio nulla è impossibile, come le disse l’angelo
all’Annunciazione. Gesù resiste – “Donna, non è ancora giunta la mia ora”,
risponde – ma poi cede. A Cana Maria si rivela come la “credente” in Gesù,
Colei che grazie alla sua fede provoca il primo “segno” di Gesù. Il vino è il
simbolo della gioia, della festa, dell’allegrezza: dire quindi che manca vino,
significa che alla festa di nozze manca l’ingrediente per eccellenza, la gioia.
Maria, grazie alla sua intercessione, è colei che s’accorge e che provvede
affinché l’acqua dell’imbarazzo, del timore…si tramuti presto nella gioia della
festa. Così ha fatto a Cana, così Maria, Madonna della Salute, fa con quanti la
invocano e a lei si affidano.
I servi
Chi segue passo per passo l’evento,
sono i servi, i quali prendono le giare, le riempiono d’acqua fino all’orlo e
sorpresi, s’accorgono di distribuire vino. Da servi a testimoni, perché proprio
attraverso l’obbedienza, si ritrovano protagonisti di un “fatto” di cui tutti
parleranno. E loro ne sono i primi testimoni. Di fronte ai “segni” che Dio
continua a operare in noi e attorno a noi, possiamo anche noi passare
dall’essere “sevi” all’essere “testimoni”, narratori delle grandi cose che Dio
può compiere in mezzo a noi, attraverso la nostra umile e fragile obbedienza.
Un’esperienza resa possibile perché “obbedienti” all’ordine della Vergine
Maria.
Dono e impegno
In questo giorno di festa si intreccia così il “dono”
che Maria fa di sé stessa a Dio, e l’impegno a vivere la vita, animata dalla
fede, certa che Dio stesso provvederà (Gn 22). Dove per l’uomo tutto pare
impossibile, tutto diventa possibile in chi crede in Dio e con fiducia si
affida all’intercessione di Maria, Madre di Gesù e Madre nostra.
https://www.vaticannews.va/it/festività-liturgiche/presentazione-della-beata-vergine-maria.html
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