“Perdona i
nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi.” John Fitzgerald Kennedy
An American Dream
John F. Kennedy nasce a
Brooklin, nel Massachusetts, il 29 maggio 1917. Partecipa
alla Seconda guerra mondiale come
volontario; in marina, dopo essere stato ferito alla schiena, torna a Boston
dove intraprende la carriera politica. Milita nel Partito Democratico come
deputato e, successivamente, come senatore.
Il suo discorso pronunciato in Senato nel 1957 appare
particolarmente significativo: Kennedy critica l'appoggio che l'amministrazione
Repubblicana offre al dominio coloniale francese in Algeria. Sulla base della
sua linea di rinnovamento nei confronti dei "Paesi Nuovi", viene
eletto presidente della Sottocommissione per l'Africa dalla commissione estera
del Senato.
Il 2 gennaio 1960, annuncia la sua decisione di concorrere
alle elezioni presidenziali,
scegliendo come suo vicepresidente Johnson;
nel discorso di accettazione della candidatura enuncia la dottrina della
"Nuova Frontiera". Come in passato, infatti, la Nuova Frontiera aveva
indotto i pionieri ad estendere verso ovest i confini degli Stati
Uniti, in modo da conquistare nuovi traguardi per la Democrazia Americana, ad
esempio combattere il problema della disoccupazione, migliorare il sistema
educativo e quello sanitario, tutelare gli anziani e i più deboli; infine, in
politica estera, intervenire economicamente in favore dei Paesi
sottosviluppati.
In campagna elettorale, assume una posizione
riformista e si assicura i voti dei cittadini di colore, oltre all'appoggio
degli ambienti intellettuali: in novembre vince le elezioni, battendo il
Repubblicano Nixon,
anche se con un margine minimo di maggioranza. Al momento della sua
investitura, avvenuta il 20 gennaio 1961 a Washington, annuncia la decisione di
varare un programma Food For Peace e di stabilire una "Alleanza per il
progresso" con i Paesi latino-americani.
Alla fine di maggio parte per un importante viaggio in
Europa, nel corso del quale incontra De
Gaulle a Parigi, Krusciov a
Vienna e Mac Millan a Londra. Al centro dei colloqui sono i rapporti di
coesistenza tra USA e URSS, il disarmo, la questione di Berlino, la crisi del
Laos, le relazioni politiche, economiche e militari tra gli Stati Uniti e gli
alleati europei.
Dopo le esplosioni nucleari sovietiche causate dal
alcuni esperimenti, però, autorizza a sua volta la ripresa degli esperimenti
nucleari.
Sul piano della politica internazionale, l'obiettivo
strategico di Kennedy nei confronti dell'Unione Sovietica è quello di un'intesa
mondiale basata sulla supremazia delle due massime potenze, garanti della pace
e della guerra. Per quanto riguarda l'America Latina, invece, il suo progetto
consiste nell'emarginazione e nella liquidazione del Castrismo Cubano. Viene
stipulata la "Alleanza per il progresso", cioè un grande programma
finanziario offerto all'organizzazione collettiva degli Stati Sudamericani.
Nella campagna elettorale per la presidenza, la
questione dei neri aveva rivestito una grande importanza e il loro voto,
confluito sulla scheda democratica, era stato decisivo per aprire al candidato
della "Nuova Frontiera" le porte della Casa Bianca. Con l'andare del
tempo, comunque, Kennedy non riesce a mantenere le sue promesse e in alcune
zone del Paese si verificano delle vere e proprie discriminazioni razziali e
gravi episodi di razzismo. I neri si ribellano e danno vita a grandi rivolte
guidati da Martin
Luther King.
Duecentocinquantamila neri e bianchi, organizzati in
un'imponente corteo, marciano su Washington per rivendicare i diritti
legislativi ed appoggiare le decisioni di Kennedy. Il Presidente, comunque,
pronuncia dei discorsi nei quali invita al rispetto e alla tolleranza tra
bianchi e neri. La situazione sembra risolversi e decide di partire per un
viaggio a Dallas, dove viene accolto con applausi e
grida di incitamento, si leva soltanto qualche fischio. Improvvisamente, però,
mentre saluta la folla dalla sua auto scoperta, viene assassinato a distanza
con alcuni colpi di fucile. E' il 22 novembre 1963. Dopo pochi giorni avvengono
i funerali di stato, dove alcune commoventi foto storiche ritraggono
il fratello Bob,
la moglie Jackie,
e il figlio John Jr. gli
rendono omaggio tra la folla.
A tutt'oggi, malgrado sia stato arrestato l'esecutore
materiale dell'assassinio (il tristemente noto Lee Oswald), nessuno sa ancora
con precisione chi siano stati i suoi probabili mandanti occulti. Negli anni
'90 il film
"JFK" di Oliver
Stone ha dato una spinta notevole alla
ricerca della verità e alla desecretazione degli archivi dello stato.
https://biografieonline.it/biografia-john-fitzgerald-kennedy
“Perdona i
nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi.” John Fitzgerald Kennedy
An American Dream
John F. Kennedy nasce a
Brooklin, nel Massachusetts, il 29 maggio 1917. Partecipa
alla Seconda guerra mondiale come
volontario; in marina, dopo essere stato ferito alla schiena, torna a Boston
dove intraprende la carriera politica. Milita nel Partito Democratico come
deputato e, successivamente, come senatore.
Il suo discorso pronunciato in Senato nel 1957 appare
particolarmente significativo: Kennedy critica l'appoggio che l'amministrazione
Repubblicana offre al dominio coloniale francese in Algeria. Sulla base della
sua linea di rinnovamento nei confronti dei "Paesi Nuovi", viene
eletto presidente della Sottocommissione per l'Africa dalla commissione estera
del Senato.
Il 2 gennaio 1960, annuncia la sua decisione di concorrere
alle elezioni presidenziali,
scegliendo come suo vicepresidente Johnson;
nel discorso di accettazione della candidatura enuncia la dottrina della
"Nuova Frontiera". Come in passato, infatti, la Nuova Frontiera aveva
indotto i pionieri ad estendere verso ovest i confini degli Stati
Uniti, in modo da conquistare nuovi traguardi per la Democrazia Americana, ad
esempio combattere il problema della disoccupazione, migliorare il sistema
educativo e quello sanitario, tutelare gli anziani e i più deboli; infine, in
politica estera, intervenire economicamente in favore dei Paesi
sottosviluppati.
In campagna elettorale, assume una posizione
riformista e si assicura i voti dei cittadini di colore, oltre all'appoggio
degli ambienti intellettuali: in novembre vince le elezioni, battendo il
Repubblicano Nixon,
anche se con un margine minimo di maggioranza. Al momento della sua
investitura, avvenuta il 20 gennaio 1961 a Washington, annuncia la decisione di
varare un programma Food For Peace e di stabilire una "Alleanza per il
progresso" con i Paesi latino-americani.
Alla fine di maggio parte per un importante viaggio in
Europa, nel corso del quale incontra De
Gaulle a Parigi, Krusciov a
Vienna e Mac Millan a Londra. Al centro dei colloqui sono i rapporti di
coesistenza tra USA e URSS, il disarmo, la questione di Berlino, la crisi del
Laos, le relazioni politiche, economiche e militari tra gli Stati Uniti e gli
alleati europei.
Dopo le esplosioni nucleari sovietiche causate dal
alcuni esperimenti, però, autorizza a sua volta la ripresa degli esperimenti
nucleari.
Sul piano della politica internazionale, l'obiettivo
strategico di Kennedy nei confronti dell'Unione Sovietica è quello di un'intesa
mondiale basata sulla supremazia delle due massime potenze, garanti della pace
e della guerra. Per quanto riguarda l'America Latina, invece, il suo progetto
consiste nell'emarginazione e nella liquidazione del Castrismo Cubano. Viene
stipulata la "Alleanza per il progresso", cioè un grande programma
finanziario offerto all'organizzazione collettiva degli Stati Sudamericani.
Nella campagna elettorale per la presidenza, la
questione dei neri aveva rivestito una grande importanza e il loro voto,
confluito sulla scheda democratica, era stato decisivo per aprire al candidato
della "Nuova Frontiera" le porte della Casa Bianca. Con l'andare del
tempo, comunque, Kennedy non riesce a mantenere le sue promesse e in alcune
zone del Paese si verificano delle vere e proprie discriminazioni razziali e
gravi episodi di razzismo. I neri si ribellano e danno vita a grandi rivolte
guidati da Martin
Luther King.
Duecentocinquantamila neri e bianchi, organizzati in
un'imponente corteo, marciano su Washington per rivendicare i diritti
legislativi ed appoggiare le decisioni di Kennedy. Il Presidente, comunque,
pronuncia dei discorsi nei quali invita al rispetto e alla tolleranza tra
bianchi e neri. La situazione sembra risolversi e decide di partire per un
viaggio a Dallas, dove viene accolto con applausi e
grida di incitamento, si leva soltanto qualche fischio. Improvvisamente, però,
mentre saluta la folla dalla sua auto scoperta, viene assassinato a distanza
con alcuni colpi di fucile. E' il 22 novembre 1963. Dopo pochi giorni avvengono
i funerali di stato, dove alcune commoventi foto storiche ritraggono
il fratello Bob,
la moglie Jackie,
e il figlio John Jr. gli
rendono omaggio tra la folla.
A tutt'oggi, malgrado sia stato arrestato l'esecutore
materiale dell'assassinio (il tristemente noto Lee Oswald), nessuno sa ancora
con precisione chi siano stati i suoi probabili mandanti occulti. Negli anni
'90 il film
"JFK" di Oliver
Stone ha dato una spinta notevole alla
ricerca della verità e alla desecretazione degli archivi dello stato.
https://biografieonline.it/biografia-john-fitzgerald-kennedy
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