Nato in Georgia il 18 gennaio 1892
Oliver Norvell Hardy, Illie o Babe per gli amici, è l'ultimo figlio di una
famiglia del tutto estranea al mondo dello spettacolo. Il padre, avvocato, morì
troppo presto per essere di aiuto alla nutrita famiglia (tre maschi e due
femmine) e soprattutto al figlio minore. La madre, Emily Norvell, donna
energica, decise di trasferirsi da Harlem a Madison dov, lavorando come
direttrice di un albergo abbastanza signorile poteva mantenere la famiglia.
Da ragazzo i suoi lo iscrivono dapprima
all'accademia militare della Georgia, in seguito al conservatorio di Atlanta
dove ottiene buoni risultati. Senonché le difficoltà economiche in cui versa la
sua famiglia gli impediscono di proseguire la carriera di cantante.
Dopo i 18 anni attirato inesorabilmente
dal cinema e dallo spettacolo, si adatta a fare qualunque cosa pur di stare in
quel mondo che adora. Nel 1913 Oliver Hardy si presenta alla Lubin Motion
Picture e ottiene un contratto come attore a Jacksonville. Farà il cattivo, per
cinque dollari la settimana.
Nel 1915 Oliver recita il suo primo film
comico da protagonista, dal titolo "L'aiutante attacchino". In
California, dove si sta concentrando la produzione cinematografica, Oliver
Hardy viene assunto dalla casa di produzione Vitagraph. Proprio in California
incontra per la prima volta Stan Laurel (che diverrà in seguito il celeberrimo Stanlio), ma è una collaborazione fuggevole, per un solo
film: "Lucky Dog" ("Cane fortunato"). Stan è il
protagonista e Oliver fa la parte di un rapinatore che non riesce a essere
abbastanza truce perché in lui prevale già la vena comica.
Siamo nel 1926, l'anno del grande
incontro con Hal Roach, produttore cinematografico che in quel periodo aveva
affidato, guarda caso proprio a Stan Laurel, la regia del film "Love'em
and weep" ("Amale e piangi"). Per la parte comica viene appunto
ingaggiato Oliver Hardy. Una domenica però mentre Oliver armeggia fra i
fornelli per preparare qualcosa agli amici, si ustiona seriamente un braccio,
tanto da non potersi trovare sul set l'indomani. A questo punto la parte viene
sdoppiata per dare a Stan la possibilità di sostituire Oliver per i primi
giorni. Alla fine i due si ritrovano ancora una volta insieme per puro caso. Da
qui il sodalizio che si consolida pian piano fino ad arrivare al grande
successo.
Negli "anni d'oro", quelli
degli Hal Roach's Studios, dal 1926 al 1940, Stan Laurel e Oliver Hardy producono 89 film, di cui 30
cortometraggi muti e 43 cortometraggi sonori.
Il declino della carriera, a questo
punto, sembra per forza di cose dietro l'angolo. Dopo tanto successo è
inevitabile che la parabola discendente si affacci. Stan si ammala durante la
lavorazione del loro ultimo film "Atollo K", l'unico girato in Europa,
lontano dagli studi di Hollywood dove hanno consumato tutta la loro esperienza
cinematografica.
Anche la salute di Oliver è pessima: in
questa circostanza lo assiste la terza moglie Lucille, conosciuta sul set di
"The flying deuces" (I diavoli volanti, 1939) e che gli è stata
fedele per diciassette lunghi anni. Il 7 agosto 1957 Oliver Hardy si spegne
definitivamente.
Laurel gli sopravvive invece di otto anni, morendo il
23 febbraio 1965. Quel giorno la morte di Stanlio mette la parola fine a due
storie parallele iniziate settant'anni prima ai lati estremi dell'Oceano per
poi avvicinarsi fino a coincidere perfettamente e dare vita a una delle più
straordinarie coppie comiche di tutti i tempi.
Il doppiaggio italiano di Oliver Hardy,
quella particolare voce riconoscibile tra mille, appartiene a un vero mito del
cinema di casa nostra, il grandissimo Alberto Sordi.
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