Con il tempo ci si dovrebbe abituare all’idea che certi uomini sono
disposti a qualsiasi mascherata pur di conservare il potere. Eppure ancora si
sorride nel vedere Angela Merkel, François Hollande e Matteo Renzi, questi tre
tondi democristiani del nostro tempo mediocre, sbarcare insieme a Ventotene per
celebrare la rivoluzione socialista del
manifesto di Spinelli. Queste celebrazioni del tutto retoriche partono dal
sereno presupposto che nessuno dei presenti, leader e cantori al seguito,
abbiano non si dice letto, ma neppure sfiorato l’oggetto in questione. Nel caso
specifico, Per un Europa libera e unita
di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursul Hirshumann, che è
uno dei testi politici più radicali del Novecento. Gli autori che allora
sognavano una rivoluzione proletaria e
la costruzione di un’Europa social comunista
fondata sulla statalizzazione dell’economia e la lotta al profitto,
sarebbero oggi considerati troppo estremisti perdino da Podemos e schedati
dall’Interpol come anarco-insurrezionalisti
e manganellati nelle piazze francesi mentre protestano contro la riforma
del lavoro. L’Europa che si è formata o deformata in questi anni è la negazione
assoluta del progetto originario, federale e socialista. E’ una non federazione
pensata e realizzata per rendere più ricche le nazioni dominanti, la Germania
in testa, e più povere le già povere, (Grecia e tutto il Sud), per aumentare
l’ingiustizia sociale all’interno delle nazioni e per smantellare, insieme al
welfare, un secolo di conquiste sindacali, in nome di un sacro credo liberista.
Non si tratta di opinioni, ma di cifre e statistiche facilmente consultabili
nella biblioteca del parlamento europeo a Bruxelles. Che cosa c’entra tutto
questo col manifesto di Ventotene? Nulla. Ed è il nulla infatti che i tre
spinelli ani immaginari hanno celebrato
davanti alle telecamere, mentre dietro Hollande e Renzi trattavano piccoli
favori con la Merkel, in cambio di grandi, per non perdere le prossime
elezioni. Che è un po’ come negoziare un posto più vicino all’orchestra sul
Titanic. L’immagine dello show è un’Europa vecchia, stanca e cinica che corre a
imbellettarsi per rispondere allo schiaffo terribile della Brexit, senza
riuscire per questo a sembrare né più giovane né più attraente, ma al contrario
ancor più decrepita. Per quanto può durare senza cambiare davvero nulla?
Nessuno può saperlo, ma forse neppure un’altra legislatura europea.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 2
Settembre 2016 -
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