Non si riesce neppure più a essere
anti juventini. Di che cosa dobbiamo lamentarci noi milanisti, interisti,
napoletani, romanisti? E’ il quinto scudetto consecutivo che la Juve merita
senza discussioni, senza polemiche arbitrali, senza storia. Ha vinto la
migliore, punto e a capo. S ben guardare, il fenomeno Juventus, è una parabola
di come l’Italia potrebbe uscire dalla crisi. Basterebbe smetterla di fare i
furbi e tornare a essere intelligenti. Dieci anni da Calciopoli aveva umiliato
la signora del calcio italiano, togliendole l’onore e due scudetti e
precipitandola in serie B. E’ il punto più basso della storia bianconera, ma si
rivelerà una straordinaria occasione. Costretta a rinunciare ai maneggioni
stile Moggi, la società punta su manager seri e su un moderno progetto
industriale. Si decide così d’investire sul nuovo e bellissimo stadio, sorto
sulle ceneri di quel monumento agli sprechi di Italia 90 che era il Delle Alpi.
Si studiano i modelli di giovani talenti. Al principio, come sempre, sono i
soldi della famiglia Agnelli a sostenere il nuovo costo. Ma con il passare del tempo la Juve diventa un
modello. Il nuovo impianto è comodo, bello e sicuro, perfetto per gli
spettatori, dotato di ottimi ristoranti e di un bel museo, ed è quindi sempre
pieno, mentre gli altri vecchi stadi italiani si svuota. Il che lo rende, come
dire, assai telegenico, in un’epoca dove i diritti televisivi contano molto più
degli incassi. A nessuno piace guardare in tv una partita in uno stadio mezzo
vuoto. Con l’arrivo di Beppe Marotta, un genio nel suo campo, arrivano colpi di
mercato formidabili, come l’arrivo di Andrea Pirlo, che a Milano consideravano
bollito, e l’ingaggio di un fuoriclasse come Paul Pogba a parametro zero. In
cinque anni la Juventus raddoppia il fatturato, come nota il Sole 24 Ore, non
più così lontana da Real e Barcellona e Bayern, nei bilanci e sul campo. Ora,
quanto sarebbe meglio se anche l’Italia decidesse di fare a meno dei furbi e
dei maneggioni e provasse a usare l’intelligenza, la creatività, la capacità
d’innovazione? E magari provare a scommettere sui giovani di talento. Non c’è
neppure bisogno di passare dal purgatorio della serie B. A furia di fare i
furbi, ci siamo già finiti.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 6
maggio 2016 -
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