Aggiungete un cucchiaio
di glasnost alle comunicazioni che avete con cura preparato. Non eccedete con la glasnost perché è sempre presente il
pericolo di rendere il tutto talmente trasparente che non si vide con la luce
normale ma soltanto ai raggi ultravioletti. Ricordarsi di negare sempre e
soprattutto l’evidenza.
Eventualmente protocollata col timbro degli oggetti smarriti
leggermente spalmato di crema di zenzero. Scaldare a fiamma bassa le offese e
rendersi irreperibili a qualsiasi precisazione. Sorridere mentre si aggiunge
all’impasto il latte versato e ungere i microfoni prima di metterli in forno a
230 gradi. Mescolare lentamente con l’aria fritta che avete cucinato in precedenza.
A questo punto non vi resta che porre il tutto in una fiamminga, cospargere con
naturale simpatia e aspettare di essere serviti dai commensali.
Massimo Bucchi – Il Venerdì di Repubblica – 29 aprile 2016 –
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