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mercoledì 6 aprile 2016

Lo Sapevate Che: A Idomeni c'è troppo fango, Angelina Jolie sceglie un altro set...



“The media circus is on the way”, mi dice Danilo Balducci, fotografo aquilano dedito da tempo al racconto dell’odissea dei profughi lungo la rotta balcanica. La frase, a metà tra l’epico e il minaccioso, gli è stata appena pronunciata al telefono da un collega inglese che, come noi, ha appena pronunciata al telefono da un collega inglese che, come noi, ha appena saputo che qui, nel fango di Idomeni, a portare conforto e telecamere alle circa 14 mila anime in pena bloccate alla frontiera, sta per arrivare Angelina Jolie. L’attrice testimonial UNHCR, dopo aver visitato alcuni campi profughi in Libano,  in mattinata è stata al porto del Pireo, Atene, a colloquio con gli immigrati lì stipati. Nel primo pomeriggio incontrerà Tsipras. Poi toccherà a Idomeni, pare, si dice. Immaginare Angelina Jolie qui, con i piedi nel fango nel quale affondano scarpe rotte, piedi nudi,  tende e speranze, è veramente difficile, roba per visionari. E però, anche immaginare posti come Calais, Grande Synthe, Rignano Garganico, Rosarno, Gorizia (la Jungle lungo il fiume Isonzo), Roszke o Idomeni, se non ci fossi stato non mi sarebbe stato lontanamente possibile. Ben venga dunque Hollywood, con tutte le telecamere che può portare,  e vediamo che succede. Nel mentre, nell’attesa posto , la quotidianità di questo posto toglie il respiro, plasma da zero la sensibilità di ognuno secondo nuovi parametri, rafforza le spalle di tutti. Sarebbe altrimenti difficile resistere alle scene dei camion pieni di generi di prima necessità assaltati da persone che si litigano un pacco di carta igienica. O della bambina che aspetta la madre bussando sulla porta di un bagno chimico con i piedi nei liquami che da quel bagno fuoriescono. O dei bambini che trasportano legna per il fuoco. O di uomini e donne che si accapigliano per un paio di scarpe qualsiasi, aperte o chiuse poco cambia, lanciato loro dai volontari. Giro per il campo don Mohamed, il giovane studente di ingegneria, siriano dal sorriso contagioso e dai lineamenti da fotomodello, che sta qui da più di tre settimane. Con la sua famiglia, in sei dentro una tenda per due, sogna la Germania.  Due giorni fa, come quasi tutti qui, si è messo in marcia, ha attraversato il fiume col fratello di un anno in spalla, è stato fermato dalla polizia macedone, è rimasto zuppo al freddo per dieci ore senza cibo o coperte, ed è stato ributtato in Grecia attraverso un buco della rete di protezione della frontiera. Guardiamo insieme l’elicottero che vola sulle nostre teste chiedendoci se sia quello che porta Angelina. “Se viene qui, ce la mangiamo”, commenta tra sarcasmo e cinico realismo, una donna di passaggio, prima che si sappia che l’attrice ha dirottato su Lesbo.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di Repubblica – 1 aprile 2016 -

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