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venerdì 8 aprile 2016

Lo Sapevate Che: A Francesco il compito di fare pulizia...



La Profezia Di Ratzinger prende corpo. E prende le sembianze di chi gli fu più vicino nel corso del suo tormentato pontificato. Il cardinale Tarcisio Bertone, già potente Segretario di Stato sotto Benedetto XV, è di nuovo al centro di quella imbarazzante vicenda dell’appartamento vaticano ristrutturato a peso d’oro. Due persone  a lui vicine sono finite sotto inchiesta all’interno delle sacre mura.(..). Bertone formalmente non è toccato dall’indagine condotta dagli organi inquirenti della Santa Sede; lo status di ex “capo di governo” dello Stato della Città del Vaticano gli concede quella che potremmo definire un’immunità. (..). Ratzinger e Bertone, l’uomo di fede e l’uomo di potere, hanno avuto un percorso parallelo negli otto anni di regno terreno, con visioni profondamente divergenti. Il teologo tedesco ha anticipato la svolta di Bergoglio. Il cardinale Piemontese ha cercato fino all’ultimo di preservare lo Status quo. Quando Papa Benedetto, il 12 febbraio 2013, annunciò l’abdicazione del soglio di Pietro, mise a segno un atto rivoluzionario. Diede un’indicazione destinata a ribaltare gerarchie immutabili. Se infatti il vicario di Cristo in terra si fa umile ammettendo la propria umana debolezza, la propria incapacità (“incapacitatem meam” disse nella solennità della lingua latina) a reggere un potere senza pari, spirituale e temporale al tempo stesso, di fronte alla forza di un tale gesto eversivo tutto l’apparato di Santa Romana Chiesa di conseguenza si sarebbe dovuto adeguare. Se addirittura il Papa può rinunciare alla propria posizione terrena, perché mai dovrebbero considerarsi intoccabili cardinali, vescovi, prefetti e amministratori dei tanti enti ecclesiastici? Il privilegio dell’inamovibilità non vale più per nessuno, diceva quella decisione estrema.(..) L’apparato pontificio ha reagito, sia pure con evidenti contraddizioni, alla richiesta da parte dell’opinione pubblica di trasparenza sull’impiego delle ricchezze della chiesa e di coerenza nei comportamenti delle gerarchie ecclesiastiche. Merito, ci piace credere, della libera stampa. La Memoria Torna indietro di undici anni, al venerdì santo del 2005, ultimi giorni di pontificato di papa Wojtyla. Le preghiere e le meditazioni di quella via Crucis al Colosseo furono elaborate da Joseph Ratzinger, di lì a pochi giorni successore di Giovanni Paolo II. Alla nona stazione ecco cosa scriveva il futuro papa Benedetto XVI: “ Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza”. E poco dopo aggiungeva: “Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano, La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa”. Questa visione ha accompagnato Rasinger per tutti gli otto anni del suo regno. Tocca ora a Francesco il gravoso compito di far pulizia. I segnali non mancano. Ce la farà?
Luigi Vicinanza – Editoriale – www.lespresso.it - @vicinanzal - - L’espresso -7 aprile 2016

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