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martedì 9 febbraio 2016

Lo Sapevate che: Sette ragioni per non discriminare nessuno...



Nelle discussioni di questi giorni sul riconoscimento dei diritti gay, mi hanno colpito diverse voci che sostenevano l’opportunità di “accontentarsi” di un risultato parziale (il riconoscimento giuridico e patrimoniale delle unioni e delle coppie di fatto) per evitare di traumatizzare l’opinione pubblica. E’ quella che un commentatore ha definito “strategia del salto della rana”. Teologi e studiosi biblici hanno attribuito anche al buon Dio la strategia del salto della rana, Per esempio: prima Dio permette la legge del taglione, poi esige l’amore verso il prossimo, fino includere i nemici. Oppure: prima permette la poligamia e poi addita l’ideale della monogamia. Anche lo Stato deve adattarsi allo stadio di maturazione della società italiana.    Elisa Merlo lisamer@tiscali.it
Se dalle umane si lasciasse fuori Dio – alla cui esistenza non tutta l’umanità crede, e coloro che credono si rivolgono a un Dio che dà ordini diversi a seconda delle religioni o, pur credendo, si comportano diversamente da come prescrivono i voleri di Dio – se lasciassimo fuori Dio, dicevo, riusciremmo con più semplicità a risolvere i nostri problemi, ivi comprese le unioni civili a cui la sua lettera si riferisce. (..). 1. Le coppie di fatto sono appunto un “fatto” che già esiste, non solo tra omosessuali su cui si concentra l’attenzione, ma anche tra eterosessuali. Si tratta quini di formalizzare la loro posizione, come è formalizzata la posizione di quanti contraggono matrimonio, diritti e doveri compresi, per il semplice fatto che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge a prescindere dai loro orientamenti affettivi, sentimentali e sessuali. 2. Non farlo significa legittimate solo quelle coppie che hanno la possibilità di procreare. e sostenere che chi questa possibilità non ce l’ha non ha diritto a essere legittimato(..). 3. Ma anche coloro che non possono procreare come natura vuole, possono procreare con l’aiuto della tecnica. E qui vien da dire: come può la morale o la politica impedire alla tecnica di non fare ciò che può? (..). 4. Anche l’utero in affitto? Se non è per danaro, come quando si sfrutta la condizione di povertà delle donne che si vedono costrette a mettere sul mercato(..). 4. Anche l’utero in affitto? Se non è per danaro, come quando si sfrutta la condizione di povertà delle donne che si vedono costrette a mettere sul mercato il loro corpo (come peraltro avviene già con la prostituzione, senza troppe obiezioni se non per il disturbo che può arrecare quiete pubblica), perché impedirlo? (..). 5. Ancora, perché rendere così difficile l’adozione del bambino/a del proprio compagno o della propria compagna anche se dello stesso sesso (e potremmo aggiungere e addirittura auspicare la possibilità di adozione a tutti i bambini denutriti, schiavizzati o semplicemente infelici del mondo), quando tutti sappiamo che la salute fisica e mentale dei bambini dipende dalla cura e dall’amore di chi li cresce e non dal fatto di avere una mamma e un papà che magari litigano,si separano, divorziano, compromettendo per davvero il loro equilibrio e la loro fiducia nell’amore? 6. Nelle votazioni si lascerà libertà di coscienza. Ma ch cos’è la coscienza di ciascuno di noi se non il frutto della nostra educazione, della nostra fede, delle nostre ideologie, delle nostre convinzioni? (..). 7. Da ultimo, non si dimentichi che le persone vengono prima dei principi a cui si appella la nostra falsa coscienza. E su questo punto sono d’accordo tanto la visione religiosa di Gesù, laddove dice “Il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”, quanto la visione illuminista di Kant, che scrive: “La morale è fatta per l’uomo, non l’uomo per la morale”.
umbertogalimberti@repubblica.it – Donna di Repubblica – 6 febbraio 2016 -

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