Più ci avviciniamo al trionfo della
tecnologia, più prende piede in noi il mito, l’unica risorsa che può dare un
senso al tutto. E’ il terreno delle giustificazioni impossibili, delle
prospezioni surreali, delle emozioni di ritorno. Kant, nelle sue passeggiate a
Koenigsberg, evitava sempre di passare sotto una scala. Wittgenstein giocava al
lotto, ma a parte un paio di ambi che azzeccò furono soldi buttati. Sull’ultima
sonda marziana era stato messo a titolo di augurio un gettone da flipper.
Qualche alieno un giorno dovrà studiare bene i nostri cervelli prima che
giustamente scompaiano con l’evoluzione. La superstizione spesso prende il
posto della logica, che tutto sommato non ha mai messo grandi radici. E le
decisioni, come le convinzioni, non tengono mai conto della realtà. Ma questo
già lo sapete, se seguite un po’ la politica.
Massimo Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di Repubblica – 29
gennaio 2016
Nessun commento:
Posta un commento