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mercoledì 10 febbraio 2016

Lo Sapevate Che: Il voto non si rifiuta: La scelta senza appello dell'ateneo di Padova...



Padova. Divieto di dire no, se le cose si mettono male, se il professore ti offre un 18 striminzito che sporcherebbe la media. Divieto di rifiutare il voto. Il solo presentarsi all’esame varrebbe come accettazione dell’esito finale, qualunque sia. La proposta arriva dall’Università di Padova, dal professor Massimiliano Barolo, presidente della scuola d’Ingegneria. Che così la spiega: “L’obiettivo è spingere lo studente a presentarsi solo quando è preparato, evitando a tutti perdite di tempo”. Eppure dispone di dati lusinghieri: i laureati in Ingegneria al Bo trovano lavoro, mediamente, in meno di 3 mesi dalla laurea, con un tasso di disoccupazione ben inferiore alla media nazionale. Due però le sofferenze: il tasso di abbandono (30 per cento nei corsi triennali) e i tempi di laurea: soltanto il 2 per cento rispetta la tabella di marcia, per gli altri il fuori corso è una malattia cronica. “La vera partita non si gioca solo sul voto” chiarisce Barolo “ma anche sull’obbligo di presenza alle lezioni, l’incremento dei tutor, un super bonus se si raggiunge la laurea nei tempi e lezioni on demand. E poi, certo, anche il divieto di rifiutare il voto, come in tutte le università occidentali., Erasmus comprese. Ma servono investimenti”. Il rettore di Padova, Rosario Rizzuto, offre una mediazione: “ Le Statistiche dimostrano che i tempi medi di laurea sono migliorabili. E discutere  è sempre un bene. L’esame dovrebbe diventare lo sbocco naturale del percorso formativo: da qui l’idea delle verifiche in itinere e del rapporto continuo con i tutor. Soddisfatte queste premesse, allora si può anche parlare della questione voto. Purchè questo non porti malesseri e tensioni”. Non è la prima volta che si tenta di vietare il rifiuto del voto. Nel 2012, a Bologna, ci provò il preside della facoltà di Medicina, ma furono tali le proteste che l’Università fu costretta a un rapido dietrofront. Anche a Padova tira aria di rivolta. Simone Linzetto, del sindacato studenti del dipartimento di Ingegneria: “Obiettivi lodevoli, non le proposte. Si rincorre il modello estero quando gli ingegneri italiani sono i più apprezzati. E nemmeno un cenno su quei docenti che mediamente promuovono tra il 5 e il 10 per cento degli esaminati. Il voto? Sì, è un tabù. Almeno finché ci saranno concorsi pubblici e borse di studio che pretendono medie alte. Togliamo questi vincoli e solo allora semmai, potremo parlarne”.
Andrea Gaiardoni – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 5 febbraio 2016 -

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