Quella Riforma Impossibile Contro La Stupidità
Il ragionamento che vorrei esporre in questo Vizi&Virtù è un po’ complicato, ma spero che vogliate seguirmi fino alla conclusione, anch’essa un po’ insolita. Dunque: noi che siamo nati e cresciuti in questa bella penisola possiamo considerarci, per quel che riguarda le bellezze naturali, il clima e tante altre delizie, molto fortunati. Ma abbiamo la vita difficile se abbiamo bisogno di un qualsiasi servizio pubblico. E molte di queste difficoltà sono dovute al fatto che lo Stato è pieno di debiti, quindi dispone di fondi limitati. E’ pur vero, come leggiamo nei giornali, che i servizi di pronto soccorso diventano talvolta la camera degli orrori: ma servizi migliori sono un lusso che possiamo permetterci. Ed è pietoso l’affollamento nelle carceri: ma la costruzione di nuove carceri richiede denaro, non possiamo permetterci neanche quella.
C’è però un’altra categoria di disservizi, dovuta non a mancanza di mezzi, ma a disorganizzazione, trascuratezza, e diciamolo pure, stupidità. Mi ha colpito, l’altro giorno, la segnalazione di un lettore che, avendo bisogno di qualche visita medica supplementare per ottenere la patente di guida, ha dovuto fare il giro delle sette chiese, ogni chiesa una visita, per un totale di ventidue ore. Sprecate: oso pensare che con un po’ di applicazione le autorità potrebbero concentrare le visite mediche in un unico luogo. (Qualcuno mi dice che in qualche città ciò è già avvenuto: se così è, tanto di cappello). E le code di ore, le interminabili attese per i servizi ambulatoriali degli ospedali? Possibile che non si possa far di meglio?
Ho preannunciato, all’inizio di queste note, una conclusione un po’ insolita: eccola. So benissimo che questa riforma, cioè la lotta alla stupidità, non si farà. Per la semplice ragione che richiede, nelle persone addette, un certo habitus mentis. Ed è proprio questo atteggiamento mentale che manca nel nostro Paese. Se non mancasse, la riforma per sconfiggere la stupidità si sarebbe già fatta.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica 30-03-12
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