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mercoledì 25 aprile 2012

Lo Sapevate Che:Nei Vulcani Sotto Il Tirreno C'E' Un Mare Di Energia





 
Con la sua attività idrotermale , il Marsili, a nord della Sicilia, potrebbe trasformarsi presto nell’eldorado della Geotermia  italiana e, in Teoria, ci sarebbe anche Panarea…

Il Sud del Tirreno potrebbe diventare l’Eldorado della geotermia italiana, o almeno questo sperano alla marchigiana Eurobuilding, che ha ottenuto l’autorizzazione per scavare un pozzo esplorativo nel vulcano sommerso Marsili. ”Studi scientifici hanno scoperto nel corpo del vulcano enormi riserve di acqua pressurizzata a 300 gradi di temperatura, ideale per produrre vapore per turbine elettriche” dice il responsabile tecnico del progetto, il geologo Diego Paltrinieri. L’Idea di usare queste riserve è venuta a un altro geologo, Patrizio Signanini, docente dell’Università di Chieti. “Noi l’abbiamo raccolta”, spiega Paltrinieri “e fra il 2013 e 2014 contiamo di trivellare, da una nave specializzata, un pozzo di 800 metri nella sommità del vulcano, per intercettare i fluidi termali e valutarne le caratteristiche fisico-chimiche”. IL Marsili  è il vulcano più grande d’Europa, e si eleva nel Tirreno, fra i 3000 e i 450metri di profondità, 140 chilometri a nord della Sicilia. Ha eruttato per l’ultima volta oltre diecimila anni fa, ma presenta ancora un’intensa attività idrotermale: l’acqua del mare si infiltra infatti nelle sue viscere, viene scaldata dal magma e riesce fuori sotto forma di potenti geyser sottomarini. “Se l’esplorazione sarà positiva, fra il 2015 e il 2020 contiamo di realizzare una centrale geotermica galleggiante da 200 megawatt, la prima al mondo, e una linea elettrica per portare l’energia a terra. A regime, tutto il progetto, che costerà due miliardi di euro, dovrebbe comprendere quattro centrali per quasi 1000 Mw complessivi, che raddoppierebbero in un colpo solo l’attuale potenza  geotermica italiana”. Un’altra area teoricamente promettente per la “geotermia sottomarina” si trova 90 chilometri a sud del Marsili. Si tratta dell’isola di Panarea, dov’è il più antico vulcano delle Eolie, che fino a pochi anni fa era considerato inattivo. Poi, nel 2002, un’eruzione sottomarina di gas bollenti svelò l’energia nascosta del vulcano.
“Monitoriamo i movimenti di Panarea con il Gsp dal ‘96” spiega Marco Anzidei, geofisico dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), “prima del 2002 l’isola si abbassava ogni anno di 7 millimetri, dopo l’emissione di gas si è “gonfiata” di colpo di 4 centimetri, e poi è tornata ad abbassarsi. Il vulcano di Panarea è insomma tutt’altro che inattivo, e, anche se non emette più lava, può  produrre forti eruzioni di gas e alimentare decine di sorgenti termali, sopra e sotto il mare. Per censire queste sorgenti, i ricercatori dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dell’Università di Siena, stanno analizzando la presenza di elementi chimici tipici delle sorgenti termali in pesci e crostacei pescati intorno all’isola, così da individuare la posizione delle fonti. “Di sicuro sotto Panarea c’è un importante serbatoio geotermico” dice Anzidei, “ ma data la vocazione turistica dell’isola, dubito che si potrà mai sfruttare”.
Alex Saragosa – Venerdì di Repubblica 13-04-12




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