Come Mai I Popoli Progrediscono?
Cercate Le Scintille
Si chiedono gli studiosi perché certi popoli prosperino, e altri no: perché certe città americane siano progredite,
e certe città messicane, a poca distanza, siano arretrate. E leggo la recensione di un libro di due studiosi residenti negli Stati Uniti, Daron Acemoglu e James Robinson (Why Nations Fail: The Origins of Power. Prosperity and Poverty). Tema appassionante. Perché osserviamo in Italia tanti contrasti di prosperità e povertà, fra Nord e Sud?
Mi sia consentita un’osservazione preliminare. I due studiosi citati appartengono alla scuola del pensiero che di ogni evento della storia cerca di individuare le cause esterne (il clima, o la disponibilità di ricchezze naturali, o che altro volete). Secondo tale scuola, certe nazioni sono arretrate perché alla classe dirigente conviene che arretrate siano, per fare i loro comodi: è una causa esterna anche quella. (Non si sono accusati i Gesuiti di tenere nell’ignoranza il popolo, per meglio dominarlo?).
Ogni scuola di pensiero, per spiegare la storia, segue una sua logica. Ma non vi sono prove per dimostrare che una scuola abbia ragione, l’altra torto: la scelta di una scuola contro l’altra dipende piuttosto dalle nostre preferenze intellettuali, dalla nostra inclinazione.
Lunga premessa per arrivare alla conclusione che mi sta a cuore: a me sembra più convincente la scuola di pensiero secondo cu il progresso dei popoli non è dovuto in primo luogo a cause esterne, bensì a una scintilla che misteriosamente scocca nell’animo loro.
Il clima? Siamo seri: tremila anni fa la civiltà greco-romana esplose in un clima temperato, ma qualche millennio prima la civiltà egizia fiorì in un clima torrid, e mille anni or sono la civiltà gotica è sorta in un clima freddo, a nord delle Alpi. Le ricchezze del sottosuolo? Vorrei sapere quali minerali ispirarono Omero o Socrate. Decisiva, come punto di partenza, è piuttosto la misteriosa scintilla. E allora: o Signore, dacci la nostra scintilla quotidiana….
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica 6-04-12
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