Come da Un Barattolo Dimenticato In Cantina,
E’ rinata La Roveja
Un legume utilizzato nelle ricette umbre medievali. Poi il buio fino al 1979. Oggi, dopo aver ottenuto il presidio Slow Food, viene prodotto da quattro aziende agricole in Valnerina.
E’ un legume selvatico, sembra un pisello, ma assume colori diversi, dal verde al rossastro, cresce in altitudine (almeno 800 metri ), ha un delizioso guato selvatico. Il suo nome roveja , richiama l’anno Mille. Una ricetta dell’epoca parla della “farricchiata”: la granella macinata produceva farina che veniva cucinata a mo’ di polenta condita con soffritto di alici, aglio e olio. Un piatto che tradizionalmente veniva preparato durante la quaresima. Da allora se ne persero le tracce. Fino a quando una intraprendente donna di Civita, paesino arrampicato a 1.200 metri sopra Cascia (Perugia), ritrovò dei semi in un barattolo abbandonato da chissà quanti anni nella cantina della casa del suocero diroccata dopo il terremoto del settembre 1979. Silvana De Carolis risalì alle origini di quei semi così particolari, li piantò e riportò alla luce uno dei legumi più antichi di cui si abbia traccia.
Nel 2006 ottenne per la roveja il presidio Slow-food e due anni dopo De Carolis fondò un’associazione di produttori di roveja: quattro aziende della Valnerina, tutte al femminile e composte da giovani che attraverso questa coltivazione cercano di non abbandonare la loro terra. Partendo dai 120 chili del primo anno, queste piccole aziende producono oggi 50 quintali l’anno dell’antico legume, senza macchinari, proprio come mille anni fa. La semina è a primavera, la coloratissima fioritura a Luglio, la raccolta, rigorosamente a mano, ad agosto. La roveja è molto proteica, in particolare se consumata secca, ha un alto contenuto di carboidrati, fosforo, potassio e pochissimi grassi.
In vendita solo nelle quattro aziende produttrici, per assaggiare il legume è consigliabile una gita attraverso la Valnerina fino a Civita di Cascia. Per informazioni: telefono 0743-76430 oppure presidio slow.itfood
Fabrizio Latini – Venerdì di Repubblica – 11-04-12
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