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lunedì 13 agosto 2012

Lo Sapevate Che: Riuscirà Mai La Politica A Punire Gli Evasori E A Salvare I Tartassati?


Dopo un decennio di Berlusconi e di Tremonti che si vantavano di non mettere le mani nelle tasche degli italiani, abbiamo scoperto di essere diventati il popolo più tartassato del mondo. La pressione fiscale reale, secondo l’associazione del commercio, è del 55 per cento, più della mitica Scandinavia, 10 punti superiore a quella di Francia e Germania, quasi 20 rispetto agli Stati Uniti. In compenso, abbiamo l’evasione fiscale più alta del mondo e quasi un quinto dell’economia in nero. La notizia ha ballato per un paio di giorni sui media, ma è assai più importante di qualsiasi spread o rating. Perché se l’Italia andrà verso la bancarotta, non solo economica, la bancarotta civile e democratica, sarà per questo dato. Uno Stato che permette a una minoranza di vivere in un paradiso fiscale e sottopone la maggioranza a una dittatura dell’imposta, in cambio di servizi pessimi e di una burocrazia terrificante, non è uno stato moderno, ma un feudo medievale.
Se i partiti vogliono davvero combattere l’antipolitica, ecco da dove cominciare. L’odio per i partiti è soltanto l’effetto, ben sfruttato del populismo, di un crescente disprezzo dei cittadini nei confronti di uno Stato che li disprezza da sempre. E si accanisce in particolare con i migliori, gli onesti. La vita degli onesti in Italia è un calvario. Si pagano tasse dalla mattina alla sera ed è per giunta difficilissimo farlo. Si buttano le giornate in code chilometriche negli uffici, perché la nostra burocrazia non conosce la rete e i computer, come nei Paesi civili, ma ha bisogno dell’umiliazione fisica del cittadino. Per avviare una qualsiasi attività occorre compilare montagne di carte bollate. Si capisce che ormai nessuno straniero voglia mettere piede in un simile inferno e gli italiani cerchino appena possibile di scappare all’estero In cambio di tanto sforzo, i cittadini ottengono scuole incompatibilmente peggiori di quelle di trent’anni fa, una sanità data in appalto ai Tarantini e ai Daccò, una giustizia dai tempi biblici e il sistema politico più corrotto del Pianeta.
Un sistema paradossale, che ha rovesciato il più antico slogan rivoluzionario, “No taxation without representation”. Qui si pagano sempre più tasse per sentirsi sempre meno rappresentati. Quanto può durare? Il governo Monti ha fatto quel che poteva nell’emergenza, ha tassato ancora di più i tartassati e si è limitato a fare la faccia feroce con gli evasori. La politica può e deve fare molto di più. Occorre una rivoluzione. Non la rivolta fiscale dei populisti, da Berlusconi a Bossi a Grillo, che è sempre un messaggio in codice agli evasori. Ma una vera rivoluzione fiscale, una rivoluzione nel rapporto fra cittadini e Stato. Qualcuno ne avrà il coraggio?
Curzio Maltese . Venerdì di Repubblica – 27 -07-12


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