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domenica 12 agosto 2012

Lo Sapevate Che: Globalizzazione...


Globalizzazione,
A Provocarla
Non Sono Gli Untori

Che cosa sia la globalizzazione, credo che lo sappiano tutti:
possiamo riassumere l’argomento in un concetto,
quello di un mondo in cui il movimento delle persone e delle merci non conosce frontiere. Ed è grazie alla globalizzazione che si producono nei Paesi sottosviluppati, cioè nei Paesi del Terzo Mondo, gli stessi manufatti prodotti in Europa o negli Stati Uniti: sono imitati alla perfezione. Poiché si producono a costi molto inferiori, il Terzo Mondo mette fuori mercato la nostra mano d’opera.
La globalizzazione presenta vantaggi e svantaggi: nella sostanza, migliora il tenore di vita nei Paesi arretrati e lo peggiora in quelli progrediti, fra i quali c’è anche il nostro. Ma provo grande meraviglia quando se ne discute come se fosse una libera scelta.
L’altro giorno, un articolista addirittura si vantava di avere previsto con decenni di anticipo che in Europa avrebbe prodotto disoccupazione, e si rammaricava che non gli si fosse dato ascolto. Quasi non credevo ai miei occhi: l’autore parlava della globalizzazione come se fosse possibile instaurarla o impedirla a piacimento. Aprendo o chiudendo un rubinetto? Che illusione! Questi fenomeni di dimensione globale non sono decisi a sangue freddo da gruppi di potere (ovviamente malvagi). Sono inarrestabili, come un fiume in piena.
Voglio sperare che l’articolista stesse scherzando.
Ma sono scherzi pericolosi, perché tanti li prendono sul serio. Di tutte le sciagure nella storia si sono fabbricate, e tuttora si fabbricano, teorie complottarde.
Era colpa dei fornai se scarseggiava il pane nella Milano del Seicento, era colpa degli untori se c’era la peste: e non è forse colpa dei padroni se oggidì si licenzia tanta gente, se cresce la disoccupazione? Tutte le sciagure della storia sono imputate alle oscure manovre dei gruppi di potere: ieri toccava ai gesuiti e ai massoni, oggi se la passano male i banchieri. Le leggende metropolitane non finiscono mai. Adesso è di turno la globalizzazione.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica 27-7-12

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