Nasce
la Ibm
88 anni fa, arriva la celebre azienda di
informatica International Business Machines. All’inizio produce anche bilance e
affettatrici
Cercare nel calendario il compleanno di
una delle più grandi aziende di informatica al mondo, la Ibm, non è cosa facile. Di fatto perché nel corso della
sua lunga storia (più che secolare, ripercorribile anche attraverso
l’evoluzione dello storico logo) di date importanti ce ne sono
state diverse. La più antica è quella del 30 settembre 1889, quando nasce la
Bundy Manufacturing Co, un’azienda produttrice di orologi e dispositivi per
monitorare lo scorrere del tempo, come i timbra-cartellini per
misurare le ore di lavoro degli impiegati.
La Bundy Manufacturing Co infatti
sarebbe diventata, qualche tempo dopo, una delle quattro aziende che,
fondendosi, avrebbero dato vita alla Computing-Tabulating-Recording
Company (C-T-R), il 16 giugno 1911. Quel giorno nasceva
ufficialmente l’Ibm (e per questo l’anno scorso se n’è festeggiato il
centenario), anche se solo 14 febbraio 1924 sarebbe
diventata tale, quando cioè venne rinominata, diventando la International Business Machines Company. La Ibm,
appunto.
In realtà, a voler essere pignoli, c’è
almeno un altro di compleanno da festeggiare: il 3 dicembre 1896Herman Hollerith fondava infatti The Tabulating
Machine Co, l’azienda che avrebbe reso decisamente più semplice, e veloce,
il censimento della popolazione americana (e che,
confluendo nella Ctr company, avrebbe rappresentato la base per i futuri
successi della Ibm). Hollerith aveva infatti creato delle macchine per il trattamento automatico dei dati (macchine
addizionatrici), attraverso l’uso delleschede perforate.
Un’invenzione che avrebbe permesso di risparmiare soldi, e soprattutto tempo.
Viste le varie specialità delle aziende
che ne costituirono il nucleo, già appena nata la Ibm aveva un’offerta
piuttosto diversificata: oltre ai timbra-cartellini e alle schede perforate,
produceva bilance eaffettatrici. Il cambio di rotta sarebbe arrivato
insieme a Thomas J. Watson, il presidente
grazie al quale la Ctr avrebbe cambiato, oltre al nome, anche la mission, diventando una vera multinazionale votata alla
costruzione di strumenti da impiegare su larga scala, calcolatori in
particolare. Fu durante la guida di Watson che la Ibm fece proprio il motto
aziendale Think, quasi un marchio della logica
della società, improntata alla ricerca e
allo sviluppo.
Fu così che nel 1944 nacque il
computer Mark I, il primo capace di eseguire lunghi calcoli in modo del
tutto automatico e digitale, realizzato su un’idea di Howard Aiken, della Harvard University, utilizzato
dalla marina militare statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale. Un
gigante lungo 15 metri e alto più di 2: le dimensioni cominciarono a ridursi
con l’arrivo dell’ Ibm 701, nei primi anni Cinquanta; una pietra miliare
nel passaggio dalle macchine a schede perforate ai computer elettronici. Ma solo negli anni Ottanta i
prodotti sarebbero diventati alla portata di tutti, con la nascita dei personal computertargati Ibm (per i cui sistemi
operativi venne chiamato a lavorare niente meno che Bill Gates).
Infine, nella lista dei prodotti
dell’azienda statunitense non va dimenticato il cervellone in silicio di Deep Blue, la prima macchina in grado di battere l’uomo
(in quel caso il campione Gary Kasparov) nel
gioco degli scacchi, e l’ormai celebre Watson, assunto in ospedale per aiutare i
medici con le diagnosi.
Fonte: Wired.it
https://www.itconsulenza.com/nasce-la-ibm/
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