Biografia
Nata a Roma, nel quartiere di Monteverde Vecchio, figlia di un ingegnere
romano, e di origini anche umbre da parte materna, durante l'infanzia Lea
Massari ha vissuto in Spagna, Francia e Svizzera. Tornata a Roma, si iscrive
all'università e frequenta i corsi di architettura nei primi anni cinquanta.
Lavora intanto come indossatrice e
collabora con lo scenografo e costumista Piero Gherardi, amico di famiglia, che
l'avvicina presto al mondo del cinema. Dai tratti aristocratici e raffinati,
sottolineati dallo sguardo felino e dalla voce roca, sul set del film Proibito (1954),
ove lavora anche Gherardi, viene notata dal regista Mario Monicelli, che la convince ad
interpretare una appassionata ragazza sarda affiancandola ai protagonisti Amedeo Nazzari e Mel Ferrer. Il ruolo di ragazza dolce e
innamorata si ripete con I sogni nel
cassetto (1957) di Renato Castellani, ove viene doppiata da Adriana Asti. In occasione del suo esordio sul
grande schermo, all'età di 21 anni assume un nome d'arte in memoria del
fidanzato Leo con cui avrebbe dovuto sposarsi, ma che morì a causa di un tragico
incidente pochi giorni prima delle nozze
Negli anni sessanta partecipa a molte
produzioni italiane e francesi, rivestendo ruoli sempre più impegnativi e, per
lo più, di donna borghese. Inizia a ottenere notorietà internazionale accanto
a Gabriele Ferzetti e Monica Vitti nel film L'avventura (1960) di Michelangelo
Antonioni, nel quale interpreta il ruolo forse più iconico della
prima fase della sua carriera, quello di una giovane donna sognatrice che
scompare improvvisamente. Nello stesso periodo è nel cast di altre importanti
pellicole: La giornata balorda (1960)
di Mauro Bolognini, Il colosso di Rodi (1960)
di Sergio Leone, al
fianco di Rory Calhoun, e
soprattutto Una vita difficile (1961)
di Dino Risi, accanto ad Alberto Sordi e Franco Fabrizi. Sia pure non accreditata, si
fa notare in Le quattro
giornate di Napoli di Nanni Loy (1962), tratto da un soggetto
di Vasco Pratolini,
cui segue una partecipazione in un'altra pellicola di tema bellico, La città
prigioniera (1962) di Joseph Anthony, con David Niven, Ben Gazzara e Martin Balsam. In quel periodo riceve uno
speciale premio David di
Donatello per la sua interpretazione in I sogni muoiono
all'alba (1961) di Mario Craveri ed Enrico Gras, tratto da un testo teatrale
di Indro Montanelli.
Nel 1963 viene proposta per il ruolo della moglie di Marcello Mastroianni in 8½ di Federico Fellini, poi assegnato ad Anouk Aimée; sembra che durante il provino per
quella parte il regista non si convinse a causa di un inadeguato trucco curato
da Gherardi. Nello stesso anno recita con Francisco Rabal in I
cavalieri della vendetta di Carlos Saura.
Sin dai primi anni della carriera viene
spesso affiancata a noti attori francesi, come Jean Sorel nel citato film di Bolognini
del 1960, Alain Delon in Il ribelle di Algeri (1964)
di Alain Cavalier e La prima notte di
quiete (1972) di Valerio Zurlini (per il quale ottiene il
primo dei suoi due Nastri d'argento), Maurice Ronet in Il
giardino delle delizie (1967), film di esordio di Silvano Agosti e che viene pesantemente
censurato in Italia, Jean-Louis
Trintignant in La
corsa della lepre attraverso i campi (1972) di René Clément, Yves Montand in Un battito
d'ali dopo la strage (1973) di Pierre
Granier-Deferre, Philippe Leroy in La linea del fiume (1976)
di Aldo Scavarda e Jean-Paul Belmondo in Chi dice donna
dice donna (1976) di Tonino Cervi. Nel 1970 affianca Michel Piccoli e Romy Schneider nel controverso L'amante,
il primo successo del regista Claude Sautet, per il quale l'attrice romana
ottiene il premio Louis-Delluc;
tornerà a lavorare con Piccoli nel 1979 con Foto
ricordo di Pierre Barouh.
Molto apprezzata soprattutto in Francia, dopo aver affrontato lo scabroso tema
dell'incesto in Soffio al cuore (1971)
di Louis Malle, ove interpreta probabilmente il
ruolo più importante della maturità e che pure le costerà in Italia una
clamorosa denuncia per corruzione di minorenne[3], chiusa con una piena assoluzione,
nel 1973 riceve una Étoile
de Cristal come migliore attrice straniera. Nel 1969 aveva
recitato anche con Gérard Blain e il debuttante Teo Teocoli nella pellicola Paolo e
Francesca di Gianni Vernuccio, uscita due anni dopo. Dopo
aver partecipato a Questo
impossibile oggetto (1973) di John Frankenheimer,
al fianco di Alan Bates e Dominique Sanda, e Allonsanfàn (1974) di Paolo e Vittorio
Taviani, accanto a Marcello Mastroianni,
nel 1975 viene chiamata a partecipare quale giurata al Festival di Cannes.
Nel 1977, insieme a Riccardo Cucciolla,
prende parte al film Antonio
Gramsci - I giorni del carcere di Lino Del Fra, che vince il Pardo d'oro al Festival di Locarno.
Nel 1979 riceve il suo secondo Nastro d'argento per il ruolo di Luisa Levi in Cristo
si è fermato a Eboli (1978) di Francesco Rosi, ove recita accanto a Gian Maria Volonté,
che la stessa attrice ha giudicato il migliore collega con cui abbia mai
lavorato.
La Massari ha lavorato con successo
anche in teatro, tra cui in Due
sull'altalena (1960) di William Gibson, con la regia di Arnoldo Foà, e per la televisione, come
in Capitan
Fracassa (1958), I
promessi sposi (1967), nel ruolo della Monaca di Monza, I
fratelli Karamazov (1969) e Quaderno
proibito (1980); particolarmente apprezzata dal pubblico e
dalla critica fu la sua interpretazione nell'Anna
Karenina (1974) di Sandro Bolchi, più volte replicata dalla RAI.
La sua ultima apparizione sul piccolo schermo risale a Una donna spezzata (1988)
di Marco Leto, tratto dal romanzo di Simone de Beauvoir e
sceneggiato dalla stessa Massari.
Appassionata di caccia sin da giovane su
esempio e spinta del padre, a partire dai primi anni ottanta ha diradato la sua attività
artistica. È apparsa ancora nel film Segreti segreti (1985) di Giuseppe Bertolucci (ove
interpreta il sofferto ruolo della madre suicida di Lina Sastri), per dedicarsi con decisione a
campagne ecologiste e animaliste. Attrice notoriamente poco incline al divismo,
schiva e riservata, e spesso costretta a vivere e lavorare all'estero anche in
ragione del lavoro del marito, si ritira definitivamente a vita privata nel
1990, all'età di 57 anni. In seguito appare raramente in pubblico e concede
poche interviste, rifiutando anche vari inviti a tornare sul set, come quello
ricevuto da Ferzan Özpetek,
che nel 2005 l'avrebbe voluta in Cuore sacro, in un ruolo poi assegnato
a Lisa GastoniIl suo ultimo film, che ebbe
scarso successo, è Viaggio d'amore (1990) di Ottavio Fabbri, tratto da un soggetto di Tonino Guerra, ove recita accanto a Omar Sharif. Dopo il ritiro dalle scene si è
trasferita in Sardegna con il
marito (sposato nel 1963 e da cui ha divorziato nel 2004) Carlo Bianchini, ex
comandante pilota di AlitaliaA seguito di una
crisi finanziaria, nel 1994 mise all'asta la sua importante collezione di
gioielli antichi.
Oltre alle sue campagne per la difesa
degli animali e contro la vivisezione, che l'hanno portata anche a sostenere
vari canili, ben nota è la sua passione per la chitarra e per la musica brasiliana.
https://it.wikipedia.org/wiki/Lea_Massari
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