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domenica 12 giugno 2022

Lo Sapevate Che: Anna Frank: Inizia il suo diario: «Subito dopo le sette andai da papà e mamma e poi nel salotto per spacchettare i miei regalucci. Il primo che mi apparve fosti tu, forse uno dei più belli fra i miei doni».


Chi è felice farà felici anche gli altri, chi ha coraggio e fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura.” Anna Frank

 

Biografia

Un raggio di luce nel buio

Anneliese Marie Frank, chiamata da tutti Anne (indicata in italiano come Anna), nacque a Francoforte sul Meno (Germania) il 12 giugno 1929. Il padre Otto Frank, proveniva da una famiglia molto agiata ed ebbe un'educazione di prim'ordine. Purtroppo gran parte del patrimonio familiare andò perduto, a causa dell'inflazione, durante la prima guerra mondiale, in cui combatté valorosamente. In seguito alle leggi razziali emanate da Hitler, nel 1933 la famiglia Frank si trasferì ad Amsterdam.

Qui, il padre di Anna trovò lavoro come dirigente in un'importante azienda grazie al cognato.

Anna Frank è una ragazza vivace, arguta ed estroversa.

Il nazismo in Olanda

La situazione comincia a precipitare già a partire dal maggio del 1940. I nazisti invadono l'Olanda: per gli ebrei iniziano così tempi assai amari.

Fra le tante vessazioni, sono costretti a cucire sugli abiti la stella giudaica; sono privati di tutti i mezzi e beni propri.

Anna e la sorella vengono iscritte al liceo ebraico e, nonostante le restrizioni, continuano a condurre una vita sociale intensa, grazie soprattutto allo sforzo dei genitori, impegnati a non far pesare questo stato di cose. Tuttavia Otto Frank, molto previdente, cerca un posto sicuro dove rifugiarsi: ciò perché numerose famiglie ebree, con il pretesto di essere spedite nei campi di lavoro in Germania, sparivano nel nulla; sempre più insistenti, inoltre, correvano voci sulla creazione, da parte dei nazisti, delle camere a gas.

Nel mese di luglio del 1942 una lettera getta i Frank nel panico: si tratta di una convocazione per la sorella maggiore Margot, con l'ordine di presentarsi per un lavoro ad "est". Non c'è più tempo da perdere: l'intera famiglia si trasferisce nel "rifugio" trovato da Otto. Si tratta di un appartamento proprio sopra gli uffici della ditta, all'indirizzo Prinsengracht 263. L'ingresso è nascosto da uno scaffale girevole, contenente alcuni schedari.

A loro si aggiunge un'altra famiglia di rifugiati (van Pels, indicati da Anna nel suo diario con lo pseudonimo di van Daan).

Dal 5 luglio 1942 le due famiglie vivono recluse nell'alloggio segreto, senza mai vedere la piena luce del giorno per via dell'oscuramento alle finestre; l'unico pezzetto di cielo può essere intravisto dal lucernario della soffitta, dove tengono ammucchiati i viveri a lunga scadenza, come ad esempio fagioli secchi e patate.

Il diario di Anna Frank

Anna passa il tempo a fissare le sue memorie in un diario. Il diario di Anna Frank è una cronaca preziosissima di quei tragici due anni: una descrizione minuziosa delle vicissitudini di due famiglie costrette a convivere in pochi metri quadrati di spazio.

Anna racconta i caratteri degli abitanti, le piccole manie di ognuno, gli scontri, le liti, gli scherzi, i malumori, le risate e, sopra di tutto, il costante terrore di essere scoperti:

"[...] ieri mi sono terribilmente spaventata. Alle otto, un'improvvisa e forte scampanellata. Ebbi un solo pensiero, che stessero venendo; chi, lo sai bene."

1 ottobre 1942

Del resto, le notizie che arrivavano dall'esterno erano spaventose: intere famiglie ebree, fra cui molti amici dei Frank e dei van Pels, erano state arrestate e deportate nei campi di concentramento. Le notizie ascoltate di nascosto alla BBC - correva voce - ne davano conferma.

Due anni di reclusione documentati da una ragazzina

Come trascorrevano le giornate questi poveri reclusi?

Sempre grazie al diario abbiamo una descrizione minuziosa di come si svolgeva un giornata tipo.

La mattina era uno dei momenti più difficili: dalle 8.30 alle 12.30, bisognava stare fermi e zitti per non far trapelare il minimo rumore al personale estraneo dell'ufficio sottostante, non camminare, bisbigliare solo per stretta necessità, non usare la toilette.

Durante queste ore, con l'aiuto del padre di Anna, uomo colto e preparato, i ragazzi studiavano per non rimanere indietro nelle materie scolastiche.

Anna detestava la matematica, la geometria, e l'algebra, mentre adorava la storia e le materie letterarie. Inoltre, seguiva un corso di stenografia per corrispondenza.

Aveva poi i suoi interessi personali: la mitologia greca e romana, la storia dell'arte. Studiava meticolosamente tutti gli alberi genealogici delle famiglie reali europee e nutriva una passione per il cinema, fino al punto di tappezzare le pareti della sua cameretta di foto delle star.

Intanto dal mondo esterno le notizie che arrivavano erano sempre più tragiche. La polizia nazista, con l'aiuto dei collaborazionisti olandesi, compiva ogni sorta di razzie e di retate: un uomo tornava a casa dal lavoro o una donna dalla spesa e trovavano la casa deserta, i familiari scomparsi. I bambini tornavano a casa da scuola e non trovavano più i genitori, la casa sbarrata e rimanevano soli al mondo senza nemmeno sapere il perché.

I beni delle persone scomparse, ebrei o loro parenti, erano confiscati dalle autorità tedesche. Anche coloro che aiutavano queste persone disperate, spesso alla forsennata ricerca di un luogo sicuro, ossia un nascondiglio (proprio come avevano fatto i Frank per tempo), correvano gravissimi pericoli, poiché la Gestapo aveva iniziato a praticare la tortura in maniera indiscriminata.

L'Olanda versava in uno stato di povertà. Procurarsi il necessario per vivere era diventato un'impresa per tutti: ci si arrangiava con la Borsanera (contrattazione clandestina di titoli, metalli preziosi, commercio illegale). Inoltre i rifugiati, essendo "civilmente scomparsi" non avevano nemmeno diritto ai tagliandi annonari per ricevere i viveri razionati. Ci si arrangiava dunque attraverso le conoscenze prebelliche e la distribuzione clandestina.

Anna racconta che la dieta dei reclusi era basata su ortaggi (anche marci), fagioli ammuffiti, cavoli, rarissimi pezzetti di carne, e, soprattutto, patate.

Pelare le patate occupava gran parte dei pomeriggi dei rifugiati.

La fine del diario

Al 1° agosto 1944 risale l'ultima pagina del diario di Anna Frank, poi più nulla.

Venerdì 4 agosto 1944, durante una tranquilla mattina, che sembrava come tutte le altre, la polizia tedesca, guidata dall'agente nazista austriaco Karl Josef Silberbauer - collaborazionista olandese - fa irruzione nell'ufficio e nell'alloggio segreto dei Frank, grazie ad una soffiata. Tutti i rifugiati ed i loro soccorritori vengono arrestati.

Si salvano solo:

  • Elli Vossen, perché creduta estranea;
  • Miep Gies, segretaria di Otto Frank, grazie alle sue origini viennesi;
  • Henk, il marito di Miep, che in quel momento, era altrove.

E' proprio Miep Gies che si occupa di salvare il salvabile: nel disordine dell'irruzione nell'alloggio segreto, tutto è gettato per terra. E' lì che trova il diario di Anna, lo prende e lo conserva.

La fine delle persone

L'8 agosto 1944 i Frank ed i van Pels vengono trasferiti nel campo di Westerbork, nella regione della Drenthe (Olanda). Si tratta di un campo di smistamento da cui, il 3 settembre 1944, parte l'ultimo convoglio di deportati per il campo di concentramento di Auschwitz (oggi Oświęcim, Polonia).

Questo convoglio conta in tutto 1019 persone. Solo 200 chilometri li separano, in linea d'aria, dalle truppe alleate che hanno occupato Bruxelles.

Arrivano ad Auschwitz il 6 ottobre.

Nello stesso giorno 550 dei nuovi sopraggiunti vengono mandati nella camera a gas. Fra questi ci sono tutti i bambini al di sotto dei quindici anni.

Le due sorelle Margot ed Anna Frank sono colpite dalla scabbia e ricoverate in un reparto apposito. La madre Edith Frank le segue, per non lasciarle sole. Rimane con loro fino al 28 ottobre, quando le due sorelle vengono trasferite al campo di Bergen-Belsen, in Germania.

Edith rimane ad Auschwitz. Qui muore, di denutrizione e di dolore il 6 gennaio 1945.

Bergen-Belsen, non è un campo di sterminio, ma di scambio. Non esistono camere a gas: rimane ancora una speranza di salvezza sia per le due sorelle, sia per la signora van Pels, trasferita insieme a loro.

Nel mese di febbraio 1945 le sorelle Frank vengono colpite dal tifo: una delle donne sopravvissute ricorda di aver visto, in pieno inverno, che Anna, nelle allucinazioni provocate dalla febbre, aveva gettato via tutti i vestiti e si teneva stretta addosso solo una coperta, delirando di alcune bestioline che le camminavano addosso, poi mormorava in maniera desolata:

non ho più la mamma né il papà, non ho più niente.

Malate e denutrite le forze delle ragazze si spengono ogni giorno di più.

Margot Frank muore per prima: quando viene trovata è ormai rigida.

Anna resiste altri due giorni.

Non conosciamo la data esatta della morte di Anna Frank, ma approssimativamente avviene tra il mese di febbraio e quello di marzo 1945.

L'epilogo storico

Tre settimane più tardi le truppe Alleate inglesi liberano il campo di prigionia.

L'unico sopravvissuto della famiglia è Otto Frank. Appena viene liberato torna in Olanda, direttamente a casa dei fedeli Miep ed Henk Gies.

Otto aveva già notizia della morte della moglie; solo molto tempo dopo viene a conoscenza della sorte delle due figlie. In quel momento realizza di aver perso tutta la sua famiglia.

Con il permesso di Otto, Il diario di Anna Frank viene pubblicato nel 1947. Il titolo originariamente è Het Achterhuis, il Retrocasa.

Ancora oggi è possibile visitare l'alloggio segreto in Prinsengracht 263, che la Fondazione Anna Frank (annefrank.org) mantiene intatto, come allora.

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