Una banca per i poveri
Muhammad Yunus nasce il 28 giugno 1940 a Chittagong,
il più importante centro economico del Bengala Orientale, in Bangladesh. Terzo
di 14 figli, cinque dei quali morti ancora bambini, si è laureato in Economia
nella sua città e ha conseguito il dottorato all'Università Vandebirlt di
Nashville (Tennessee).
A differenza di molti coetanei rimasti a lavorare
negli Stati Uniti, dopo gli studi è tornato in patria.
Nel 1972 diviene capo del Dipartimento economico
dell'università di Chittagong. Nel 1974 il Bangladesh è colpito da una grave
carestia. Il professore ogni mattina varca la porta del dipartimento
universitario, lasciandosi alle spalle una miriade di mendicanti e, anche
volendo, è impossibile non vedere.
E' da questo momento che il Prof. Yunus comincia a
sentirsi a disagio nel suo ruolo di professore di economia, capisce che la
montagna di teorie acquisite in anni di studio sono distanti ed estranee al
mondo di miseria che lo circonda.
Di fronte a tanta miseria verrebbe spontaneo fare
l'elemosina, ma la carità secondo il Prof. Yunus non solo non è utile ma
persino dannosa.
Il Prof. Yunus comincia insieme ai suoi studenti a
visitare le case del vicino villaggio di Jobra per calarsi nella realtà che lo
circonda e per capire la vita delle persone più povere. Interrogando gli
abitanti del villaggio, scopre la loro condizione di schiavitù: essi acquistano
a credito la materia prima da un commerciante al quale sono costretti a
rivendere i prodotti per un guadagno di pochi centesimi; oppure si rivolgono
agli usurai, poichè il credito ordinario è loro inaccessibile. Le banche
infatti non sono disposte a dare prestiti per cifre molto piccole, perché il
costo dell'apertura della pratica è sproporzionato rispetto all'entità del
credito stesso e, non sono disposte a fare prestiti ai poveri perché non hanno
garanzie patrimoniali da offrire per la loro solvibilità. Ma come fanno ad
avere garanzie se sono poveri? E come fanno a non essere più poveri se non
ottengono i prestiti necessari?
Agli studenti del proprio dipartimento affida il
compito di compilare un elenco di tutte le persone di Jobra che ricorrono ai
prestiti dei commercianti e i risultati sono sconcertanti: l'elenco contiene 42
nomi di persone per un prestito totale di 856 taka, vale a dire meno di 27
dollari, per ripagare i quali 42 famiglie sono ridotte alla fame.
Il prof. Yunus si rivolge alla banca Janata di Jobra
per chiedere altro denaro per i poveri del villaggio. Con molta fatica Yunus
riesce a farsi concedere un prestito di 10.000 taka, l'equivalente di 300
dollari. I beneficiari sono i poveri del villaggio ma ogni microcredito, deve
essere personalmente garantito dal professore.
Fino a questo momento il progetto è solo sperimentale,
limitato al villaggio di Jobra e si avvale del lavoro volontario degli
studenti. Nel 1977 grazie all'aiuto dell'amministratore delegato, Yunus riesce
ad ottenere dalla Krishi Bank, la gestione sperimentale di una filiale della
banca che chiama "Grameen Bank" (banca rurale o del villaggio). Yunus
approfitta di un seminario organizzato dalla Banca centrale dal titolo
"Finanziare i poveri in ambiente rurale" per illustrare la sua
iniziativa.
Mentre gli altri esperti sostengono la necessità di
rendere difficile l'accesso al credito, al fine di attirare soltanto i clienti
realmente solvibili, Yunus sostiene che si debbano impostare le procedure così
da facilitare la modalità di rimborso. Le dimensioni del progetto sono però
ancora poco significative, i clienti sono meno di 500 e l'esperimento è
effettuato in scala troppo ridotta per poter destare l'interesse delle banche
governative.
Yunus deve quindi dimostrare che il microcredito può
funzionare anche su scala nazionale: ad accogliere la sua sfida é il
vicegovernatore della Banca Centrale. Il 6 giugno 1979 il prof. Yunus assume ufficialmente
l'incarico di avviare il progetto "Grameen" nella regione del
Tangail.
Il progetto prevede che ogni banca nazionale metta a
disposizione della banca Grameen almeno tre agenzie nella provincia di Tangail
più alcune nella provincia di Chittagong, tra cui l'agenzia della Banca
agricola già aperta a Jobra, per un totale di venticinque agenzie. La regione è
sull'orlo di una guerra civile, ma nonostante ciò, nel 1982 solo dopo tre anni
dall'insediamento nella regione, i risultati sono stupefacenti: i clienti
Grameen sono 28.000.
L'impostazione data dalla Grameen Bank nel fornire i
propri servizi rappresenta un modo totalmente nuovo di agire e di porsi nei
confronti del cliente rispetto all'approccio tradizionale delle banche. Mentre
gli istituti creditizi tradizionali prevedono di norma che siano i potenziali
clienti a recarsi presso i propri uffici a richiedere un prestito, nel modello
Grameen sono gli operatori della banca a raggiungere le persone nei villaggi.
L'intento è quello di riuscire a creare un rapporto paritario tra funzionario
di banca e cliente, in modo da evitare ai poveri di trovarsi a disagio in un
luogo a loro non abituale: per un povero e per giunta analfabeta un ufficio è
un luogo minaccioso, terrificante, è un modo ulteriore per interporre una
distanza.
I clienti di Grameen sono i più poveri tra i poveri e
concedere loro dei finanziamenti vuol dire ritenere solvibili soggetti che il
sistema bancario mondiale non ha mai ritenuto tali. Il programma di
microcredito della Grameen si articola utilizzando una serie di diversi
strumenti finanziari per rendere più completo il servizio finanziario. Oltre il
servizio di base costituito dalla concessione del credito, sono così previsti
fondi di risparmio mutualistici,
fondi assicurativi, contratti di leasing per
l'acquisto di attrezzature e veicoli.
C' è poi un aspetto sociale assai rilevante: il 94%
dei beneficiari dei prestiti Grameen sono donne. Se il denaro è affidato ad una
donna, il prestito risulta più sicuro. All'epoca in Bangladesh le banche
tradizionali non prestavano denaro alle donne. Vi erano "agenzie per
signore" ma solo per raccogliere i loro depositi: se una donna - pur se
ricca - si rivolgeva ad una banca per farsi prestare del denaro, il funzionario
chiedeva immancabilmente di poter parlare al marito.
Quest'attenzione per la donna ha provocato non pochi
problemi e resistenze soprattutto da parte di mariti, mullah e usurai, che più
direttamente sentivano minacciato il loro potere.
Dopo il successo riscontrato nonostante le difficoltà,
nel 1982 il progetto viene esteso ad altri tre distretti: Dhaka, Rangpur e
Ptuakhali, caratterizzati dai medesimi problemi del Paese in termini di
crescita demografica, di presenza di senza terra, di produttività agricola e di
sviluppo.
Alla fine del settembre del 1983 il consiglio dei
ministri approva la proposta che rende la Grameen Bank un'istituzione
finanziaria indipendente a tutti gli effetti: il capitale sociale è detenuto al
60% dal Governo e il 40% dai clienti stessi. Nel 1985 la partecipazione
azionaria è modificata a favore dei clienti azionisti ai quali va il 75% delle
azioni emesse, mentre il restante 25% è distribuito tra lo Stato e altri due
istituti governativi: la Sonali Bank e la Krishi Bank.
Nel 1986 l'autonomia della banca è ulteriormente
rafforzata, il Governo del Bangladesh ha beneficiato la Grameen bank, a
differenza delle altre banche, di uno statuto speciale. La composizione del
consiglio di amministrazione è modificata in modo che i clienti?azionisti
risultino maggioritari e il direttore generale nominato non più dal Governo ma
dal consiglio di amministrazione. Al 2007 il 92% delle azioni è posseduto dai
clienti, il restante 8% è detenuto dal Governo11.
Nel 2006 Muhammad Yunus viene insignito del Nobel per
la pace, così motivato: "per l'impegno nel creare sviluppo sociale ed
economico partendo dal basso. La pace duratura non può essere realizzata se
ampi gruppi di popolazione non trovano il modo per uscire dalla povertà. Il
microcredito è uno dei modi. Lo sviluppo dal basso serve anche a promuovere la
democrazia e i diritti umani. Il microcredito si è dimostrato una forza
liberatrice in società dove le donne in particolare devono lottare contro
condizioni economiche e sociali repressive".
Per molti versi il Nobel per la pace a Yunus e alla banca
del microcredito sono atipici, il Comitato del Nobel dimostra di voler ampliare il senso
della parola "pace": non solo la risoluzione di conflitti armati, ma
le condizioni che rendono possibile mantenere la pace, dunque anche la difesa
dei diritti umani o dell'ambiente o dello sviluppo sociale.
Per ridurre la povertà, ci insegna Yunus, è necessario
sostenere con il credito le piccole attività che garantiscono ai poveri la
sopravvivenza. La disponibilità di credito è fondamentale per la crescita di
qualsiasi attività economica, che provoca l'aumento dei redditi delle famiglie
e quindi la riduzione della povertà. Ma la sola crescita economica non basta ed
è invece necessario che progredisca tutto il contesto sociale fatto di
infrastrutture e servizi migliori, valorizzazione delle risorse del territorio,
istruzione, sanità, ecc.
Oltre ai microprestiti la Grameen Bank ha assunto in
prima persona iniziative in vari settori dell'economia, nell'irrigazione,
nell'allevamento del pesce e nella telefonia; è impegnata a promuovere presso i
propri clienti l'igiene, la salute, l'istruzione scolastica, la pianificazione
familiare, l'abbandono di usanze feudali come l'istituto della dote e dei
matrimoni precoci. Il risultato è una profonda rivoluzione sociale nella
direzione di una società più moderna e tollerante con un ruolo accresciuto
delle donne nella famiglia e nella società. La crescita dell'economia e del
benessere, insieme a una maggiore istruzione e informazione, ha l'effetto di
allentare le tensioni sociali, e a togliere spazio all'intolleranza religiosa.
L'esempio è proprio il Bangladesh, dove il numero delle donne che partecipano
al voto da minoritario è diventato preponderante e dove nelle elezioni del 1996
l'integralismo religioso è risultato sconfitto: le donne, più che per un
candidato o per un partito, hanno votato per avere diritto alla casa, a un
reddito che garantisca la sopravvivenza, all'acqua potabile, ai servizi
sanitari.
Il successo nel combattere la povertà è palese ma il
lato dell'azione forse più difficile da cogliere, è quello della dimensione
sociale e politica del microcredito: esso libera il povero dalla fame, ma lo
libera anche dalla soggezione politica.
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