«Non importa che sia nato in un recinto d'anatre: l'importante è
essere uscito da un uovo di cigno».
Autore di prosa e di teatro, pubblicò questa fiaba all’interno
della raccolta "I
nuovi racconti" (titolo originale danese "Nye Eventyr").
Ambientata nello scenario naturale della tenuta di campagna danese dell’autore,
la storia del piccolo pennuto conquistò velocemente i lettori, e quello che ci
troviamo è il vissuto personale dello stesso Andersen, discriminato dai suoi
coetanei tanto per l'aspetto sgraziato quanto per il carattere sensibile ed
emotivo.
Potremmo definire questa fiaba un racconto di formazione. Grande, goffo e dal
piumaggio grigio, il giovane anatroccolo protagonista è diverso dai suoi
fratelli e simili, che tale non mancano di farlo sentire, fino ad emarginarlo.
La sua scelta è infine quella di allontanarsi ed andarsene. Dopo un difficile
viaggio che lo vende costretto a fronteggiare da solo la durezza dell'inverno,
fa il suo incontro catartico con uno stormo di cigni, scoprendo dal riflesso di
uno stagno e con sua grande sorpresa di essere uno di loro.
La fiaba trasmette l’importante messaggio del valore intrinseco di ognuno di
noi, che esiste a prescindere dai contesti sfortunati e infelici in cui non può
emergere o non è riconosciuto.
L’Istituto Gabriele d’Annunzio pone molta attenzione alla formazione
scolastica, facendo emergere valori e virtù personali di ogni singolo alunno,
affidando a professori altamente professionali la sua crescita ed integrazione
in ambito sociale ed educativo.
https://www.istitutogabrieledannunzio.it/blog/11-novembre-1843-andersen-pubblica-il-brutto-anatroccolo
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