“Chi vuol fare il bene bussi alla
porta; chi ama troverà la porta aperta.” Rabindranath Tagore
Il fascino interiore della
natura umana
Nato a Calcutta (India) il 7 maggio
1861, da una famiglia nobile e ricca, illustre anche per tradizioni culturali e
spirituali, Rabindranath Tagore è il nome anglicizzato di Rabíndranáth Thákhur;
è conosciuto semplicemente come Tagore, ma anche con il nome di Gurudev.
Giovane, studia tra le mura domestiche il bengali e la lingua
inglese. Sin dall'infanzia legge i poeti bengalesi cominciando a comporre le
prime poesie alla tenera età di otto anni. Crescendo, la passione di scrittore
e poeta si sviluppa in lui sempre più.
Ha una straordinaria creatività artistica che lo indirizza anche
verso la musica, la danza e la pittura. Compone liriche a cui affianca la
musica, traduce le stesse in inglese e dipinge quadri che saranno poi
conosciuti anche in occidente, grazie alle esposizioni che verranno
organizzate. L'attività artistica di Tagore poeta, musicista, scrittore,
drammaturgo, pittore, nonchè la sua personale visione filosofico-religiosa,
avrà modo di essere conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Nel 1877 viene
inviato nel Regno Unito dal padre - Debendranath Thákhur, noto riformatore indù
e mistico - perchè possa studiare Diritto per diventare poi avvocato. In
Inghilterra il futuro poeta decide di anglicizzare il proprio nome. Nei suoi
tre anni di soggiorno europeo ha modo di approfondire ed apprezzare la cultura
occidentale. Nel 1880 viene richiamato in India dal padre. Tagore torna con la
convinzione che gli inglesi "sanno ben proteggere un'India bisognosa di
protezione" e decide di dedicarsi all'amministrazione delle sue terre
e alla sua arte.
Diversamente dal pensiero di Gandhi, il quale con la disobbedienza civile organizzò il
nazionalismo indiano sino a scacciare gli inglesi, Tagore si propone di
conciliare e integrare in India le diverse culture. Tagore considera l'opera
ardua tuttavia gli è di sostegno l'esempio sociale del nonno, che nel 1928
fondò il "Sodalizio dei credenti in Dio", integrando il monoteismo
cristiano ed il politeismo induista. Per un lungo periodo Tagore viaggerà tra
Oriente ed Occidente per tenere numerose conferenze e divulgare la propria
filosofia.
Nel 1901 crea a Santiniketan (in indiano
significa "asilo di pace") presso Bolpur, a circa cento
chilometri da Calcutta, una scuola dove attuare concretamente i propri ideali
pedagogici: nella sua scuola gli alunni vivono liberamente, a stretto e
immediato contatto con la natura; le lezioni consistono in conversazioni
all'aperto, secondo l'uso dell'India antica. La scuola, dove lo stesso Tagore
tiene conferenze di natura filosofica e religiosa, si fonda sugli antichi
ideali dello Ashram (Santuario della foresta), affinché, come lui stesso
afferma, «gli uomini possano riunirsi per il supremo fine della vita, nella
pace della natura, dove la vita non sia solo meditativa, ma anche attiva».
Il pensiero teologico che risiede alla
base di tutta la produzione artistico-religiosa di Tagore viene espresso
organicamente soprattutto nell'opera "Sadhana", dove raccoglie una
scelta delle conferenze tenute nella sua scuola di Santiniketan. Si fonda su un
panteismo mistico che ha le sue radici nelle "Upanisad", anche se è aperto ad
altre tradizioni culturali. A partire dalla contemplazione della natura Tagore
vede in ogni sua manifestazione la permanenza immutabile di Dio e quindi
l'identità tra l'assoluto e il particolare, tra l'essenza di ogni uomo e quella
dell'universo. L'invito a cercare il significato dell'esistenza nella
riconciliazione con l'universale - e con l'essere supremo - percorre tutta la
filosofia indiana; in questo contesto Tagore è stato uno dei maggiori maestri
nel XX secolo.
Nelle sue liriche, come nella sua vita,
Tagore esprime la propria passione, anche erotica, la sua convinta ricerca
dell'armonia e della bellezza, nonostante ogni difficoltà, che comprende il
dolore causato dai numerosi lutti che avrebbe sofferto.
Nella grande produzione letteraria del poeta
indiano si trova anche l'autobiografia "Ricordi della mia vita", del
1912.
Per "la
profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata
capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo
linguaggio inglese, parte della letteratura dell'ovest", nel 1913
Rabindranath Tagore viene insignito del premio Nobel per la Letteratura: devolverà la somma del premio a
favore della scuola di Santiniketan. Nella sua amata scuola morirà il 7 agosto
1941.
Bibliografia essenziale
- Lettere di un viaggiatore in Europa (1881)
- Il genio di Valmiki (dramma musicale, 1882)
- Canti della sera (1882)
- Canti del mattino (1883)
- Il re e la regina (dramma, 1889)
- Manasi (1890)
- Sacrificio (dramma, 1891)
- Citrangada (dramma, 1892)
- Il battello d'oro (1893)
- La luna crescente (1903-1904)
- Gora (1907-1910)
- L'offerta di frutta (1915)
- Il re della camera oscura (dramma, 1919)
- L'ufficio postale (dramma, 1912)
- Ricordi della mia vita (1912)
- Sadhana : la realizzazione della vita (1913)
- Offerta di canti : Gitanjali (1913)
- Il giardiniere (1913)
- La casa e il mondo (1915-1916)
- Balaka (1916)
- Petali sulle ceneri (1917)
- Dono d'amore (1917)
- Passando all'altra riva (1918)
- Canti serali (1924)
- Oleandri rossi (dramma, 1924)
- Variopinto (1932)
- Il flauto (1940)
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