Il 24 agosto 1862 la lira diventa moneta
nazionale con legge n. 788.
Storia
della lira
Con Regio Decreto, firmato da Vittorio
Emanuele il 24 agosto 1862, la lira diventa la moneta nazionale del Regno
d’Italia e vengono bandite le monete degli Stati precedenti all’unificazione.
Il conio della lira viene inizialmente affidato alla Zecca di Torino.
I tagli in oro furono quelli da 100, 50,
20, 10 lire. In argento invece quelli da 5, 2, 1 e da 50 e 20 centesimi.
Infine, i centesimi da 10, 5, 2 e 1 vennero coniati in bronzo.
La
lira durante il processo di unificazione italiano
Nel 1870, con Regio Decreto del 17
febbraio 1870 nº 5527, la fabbricazione venne spostata alla Zecca di Milano.
Invece nelle città di Venezia, Genova, Firenze e Napoli era previsto
l’approvvigionamento dei metalli per la produzione. Per cui, ogni volta che si
spostavano queste materie prime, bisognava farlo sotto la sorveglianza di un
ufficiale governativo.
Il 28 ottobre 1870, la zecca di Roma fu
autorizzata a coniare i pezzi in oro da 20 lire e quelli in argento da 5.
Questo, come conseguenza del fatto che, la città era stata conquistata in
seguito alla breccia di Porta Pia del 20 settembre 1870.
Infine, dal 1892, con Regio Decreto 28
giugno 1892, nº 330, tutte le emissioni di monete metalliche vennero
concentrate a Roma.
Fine
della Lira
Il 1º gennaio 2002, la lira cessa di
avere corso legale con l’arrivo dell’Euro. La nuova moneta era già entrata in vigore nel 1999 ma
soltanto per le transazioni non fisiche.
Intanto, fino al 2012, presso le varie
filiali della Banca d’Italia, è stato possibile cambiare le vecchie lire per le
nuove banconote dell’Euro. Oggi quest’ultimo, viene prodotto grazie alla
collaborazione tra la Banca Centrale Europea e le varie Banche nazionali.
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