„La morte è la vera compagna del pilota. In corsa, le ho fatto la corte mille volte, ma non mi ha voluto. Mi sa che mi farà morire nel mio letto. “— Tazio Nuvolari
Fonte:
https://le-citazioni.it/autori/tazio-nuvolari/
Guidati dalla passione
Tazio Giorgio Nuvolari nasce a Castel
d'Ario in provincia di Mantova, il 16 novembre 1892, quarto figlio di Arturo
Nuvolari, agricoltore benestante, e di Elisa Zorzi, di origine trentina.
Ragazzo vivacissimo e poco incline allo studio, Tazio è attratto dal dinamismo
delle discipline sportive. Il padre è un ciclista con più di un'affermazione all'attivo; lo zio
Giuseppe Nuvolari è addirittura un asso: più volte campione italiano, si
cimenta con successo anche all'estero nella velocità su pista e nelle
primissime gare di mezzofondo dietro motori. Il piccolo Tazio proverà per lo
zio Giuseppe molto affetto e un'ammirazione sconfinata, destinata a suscitare
un fortissimo impulso di emulazione.
Nel 1923, all'età di
trentun anni, Tazio inizia a correre con assiduità. Fra marzo e novembre prende
la partenza 28 volte, 24 in moto e 4 in auto. Non è più un gentleman
driver, bensì un pilota professionista. In moto è la rivelazione dell'anno.
In auto alterna piazzamenti e abbandoni ma non manca di farsi notare, se non
con la Diatto, certo con l'agile Chiribiri Tipo Monza.
L'attività motociclistica predomina anche nel 1924: 19 risultati,
contro 5 in auto. Questi ultimi sono tuttavia ottimi: c'è la sua prima vittoria
assoluta (Circuito Golfo del Tigullio, 13 aprile) e altre quattro di classe. In
Liguria corre con una Bianchi Tipo 18 (4 cilindri, due litri di cilindrata,
distribuzione bialbero); nelle altre gare, ancora con la Chiribiri Tipo Monza.
Tazio è alla guida di questa vettura quando per la
prima volta si batte contro un avversario destinato a un grande avvenire, anche
se non come pilota: il modenese Enzo Ferrari. "Il mio primo incontro con Nuvolari",
scriverà nelle sue memorie, "risale al 1924. Fu davanti alla Basilica
di Sant'Apollinare in Classe, sulla strada ravennate, dove avevano sistemato i
box per il secondo Circuito del Savio. Alla partenza, ricordo, non avevo dato
troppo credito a quel magrolino, ma durante la corsa mi avvidi che era l'unico
concorrente in grado di minacciare la mia marcia. Io ero sull'Alfa 3 litri, lui
su una Chiribiri. E in quest'ordine tagliammo il traguardo. La medesima
classifica si ripeté poche settimane dopo al Circuito del Polesine...".
Nel 1925 Tazio Nuvolari corre soltanto in moto, ma con un
intermezzo automobilistico tutt'altro che insignificante. Il giorno 1
settembre, invitato dall'Alfa Romeo, prende parte a una sessione di prove a Monza, alla guida della
famosa P2, la monoposto progettata da Vittorio Jano che fin dal suo apparire,
nel 1924, ha dominato la scena internazionale. L'Alfa cerca un pilota con cui
sostituire Antonio Ascari che poco più di un mese prima è deceduto in un incidente
durante il G.P. di Francia, a Montlhéry. Per nulla intimidito Tazio Nuvolari
percorre cinque giri a medie sempre più elevate, rivelandosi più veloce di
Campari e Marinoni e avvicinando il record stabilito da Ascari l'anno prima. Al
sesto giro incappa in una rovinosa uscita di pista. "Le gomme erano
quasi a zero", spiegherà Tazio, "e a un certo punto mi si
disinnestò la marcia". La macchina è danneggiata, il pilota è
seriamente ferito, ma dodici giorni più tardi, ancora dolorante, torna a Monza,
si fa imbottire di feltro e bendare con una fasciatura rigida, si fa mettere in
sella alla fida Bianchi 350 e vince il G.P. delle Nazioni.
La sua popolarità è ormai molto vasta. Lo chiamano "il
campionissimo" delle due ruote.
Ma nel suo cuore vi sono anche le quattro ruote: ci riprova,
implacabile, nel 1927, anno in cui con una Bianchi Tipo 20 disputa la prima
edizione della Mille Miglia arrivando decimo.
Poi acquista anche una Bugatti 35 e vince il G.P. Reale di Roma
e il Circuito del Garda.
È nell'inverno tra il 1927 e il 1928 che Tazio decide di puntare
con piena determinazione sull'automobile. Fonda a Mantova la Scuderia Nuvolari,
compra quattro Bugatti grand prix e ne rivende due, una ad Achille Varzi (suo
amico, ma anche già fiero rivale in corsa, sulle due ruote) e una a Cesare
Pastore. L'11 marzo 1928 ? nove giorni dopo la nascita del suo secondo figlio,
Alberto ? Tazio vince il G.P. di Tripoli: è questo il suo primo grande successo
internazionale. Vince anche sul Circuito del Pozzo, a Verona, battendo il
grande Pietro Bordino. Questi malauguratamente perde la vita pochi giorni dopo,
in un incidente di allenamento in vista del Circuito di Alessandria, la sua
città. Nuvolari va ad Alessandria e disputa la corsa, che è stata intitolata a
Bordino, del quale onora la memoria nel migliore dei modi, vincendo.
In quello stesso 1930 Tazio Nuvolari entra a far parte della
neonata Scuderia Ferrari e le regala la prima vittoria, nella Trieste-Opicina, con
l'Alfa Romeo P2. Si afferma anche in altre due importanti corse in
salita (Cuneo-Colle della Maddalena e Vittorio Veneto-Cansiglio, sempre con la
P2), poi torna sulla 1750 GS e va a vincere il Tourist Trophy sul circuito di
Ards, Irlanda del Nord.
Dà l'addio alla moto, non senza cogliere gli ultimi quattro
successi fra cui, per la seconda volta, l'"assoluto" nel prediletto
Circuito del Lario, con la Bianchi 350 davanti anche a tutte le 500.
La prodigiosa carriera di Nuvolari si chiude nel 1950 con le
ultime due gare, il Giro di Sicilia/Targa Florio (il percorso è lungo 1.080
km), in cui abbandona poco dopo il via per la rottura del cambio, e la corsa in
salita Palermo-Monte Pellegrino, che lo vede primo di classe e quinto assoluto.
È il 10 aprile. La vettura è una Cisitalia 204 Spyder Sport elaborata da
Abarth. Tazio ha chiuso ma non annuncerà mai il proprio ritiro.
Passano poco più di tre anni e quello che Ferdinand Porsche aveva definito "il più
grande pilota del passato, del presente e dell'avvenire", se ne va, in
silenzio, alle sei del mattino del giorno 11 agosto 1953.
Di lui ha detto il noto regista italiano Michelangelo Antonioni: "Era un uomo che violentava la realtà
e faceva cose che alla luce del buonsenso erano assurde... Per i giovani di
allora, e io ero tra questi, Nuvolari rappresentava il coraggio, un coraggio
senza limiti. Fu il mito, l'irraggiungibile".
https://biografieonline.it/biografia-tazio-nuvolari
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