Quando la vita sorride
Eugene Curran Kelly, questo il nome
completo dell'attore e ballerino Gene Kelly, nasce il 23 agosto 1912 a
Pittsburgh, Pennsylvania (USA).
Divenuto celeberrimo nell'età dell'oro
del "musical" cinematografico (ossia gli anni '50), debuttò a
Broadway con il musical "Pal Joe", ottenendo da subito uno
straordinario successo, grazie alle sue doti di simpatia e di irrefrenabile
gioia di vivere. Prima di sfondare nei famosi teatri americani, aveva condotto
una vita non più che dignitosa grazie ad una scuola di ballo che aveva aperto
autonomamente a New York.
La genesi di questo successo è da
ricondurre ad un talent scout di notevole fiuto, il noto produttore locale
David O. Selznick, il quale lo contattò e poi ingaggiò colpito dalla sua
contagiosa vivacità. Selznick lo introdusse dapprima in teatro e poi gli diede
l'opportunità di intraprendere una serie di tournè dall'esito confortante. Dopo
aver calcato centinaia di palcoscenici in legno, Kelly era dunque ormai pronto
per calcare quelli di celluloide che, sebbene decisamente più
"virtuali" di quelli teatrali, gli permisero di fare il gran balzo
verso la popolarità totale e planetaria.
Nel 1942, infatti, insieme al suo grande
amico Stanley Donen, Kelly è a Hollywood, alla Metro Goldwin Mayer, dove si
integra con quel gruppo creato da Athur Freed (un altro produttore di fama),
che in pochi anni darà vita a una serie di film geniali, autentici capolavori
del cinema. Fra gli altri, e per citare solo i più noti, "Un giorno a New
York", "Cantando sotto la
pioggia" e "Un americano a Parigi".
Un elemento decisivo da tenere in conto
quando si parla di Kelly (e del musical in genere) è il fatto che gli
americani, considerando questo genere di spettacolo, giustamente, di loro
esclusiva invenzione, lo considerano anche una grande forma d'arte (altrettanto
giustamente), da tenere in alta considerazione. Da qui, la grande attenzione
che quel pubblico ha sempre riservato a tali produzioni.
Gene Kelly, dunque, contribuì di fatto
con il suo talento ad elevare ulteriormente il livello di queste rappresentazioni,
portandole ad un apice che non fu forse mai più raggiunto. Sul piano
strettamente fisico-atletico, Kelly aveva tutte le doti per sfondare: dotato di
un'agilità non comune era bello al punto giusto, proporzionato e in possesso di
una tecnica completa da tutti i punti di vista. Basti pensare, tanto per fare
un esempio, che il celebre coreografo Maurice Bejart, uno dei massimi del
Novecento, ha dichiarato che il suo talento non aveva nulla da invidiare a
quello di Nurejev...
Certo, non bisogna dimenticare le
peculiarità della ripresa cinematografica, peculiarità che hanno senz'altro
contribuito ad accentuare quelle doti di simpatia e di vivacità già così
caratteristiche in lui. Attraverso un sapiente uso del montaggio e della macchina
da ripresa, dei primi piani come delle coreografie, la figura del ballerino
Kelly, nonché quella dell'uomo (o, per meglio dire, del personaggio), venivano
esaltati alla massima potenza, producendo effetti travolgenti sullo spettatore
dell'epoca, bisognoso di evasione e di distensione a causa della situazione
internazionale.
Alcune scene che lo vedono protagonista
rimangono pietre miliari della storia del cinema. Il suo numero centrale di
"Cantando sotto la
pioggia" è forse la più bella
manifestazione di felicità proposta dal cinema.
La MGM gli diede comunque modo di
misurarsi anche in altri ruoli, anche drammatici, e i risultati furono sempre
ottimi, con un Kelly sempre a proprio agio in qualunque situazione.
Anche come regista Gene Kelly non si è
limitato a riproporre semplicemente di idee altrui o stili consolidati, ma ha
tentato strade diverse e alternative, spesso azzeccando alla grande i suoi
prodotti (da cineteca la sua insuperata edizione de "I tre
moschettieri", del 1948 o lo stupendo "Hello Dolly"). Suo è
anche un western particolare e intelligente ma di scarso successo dal titolo,
"Non stuzzicate i cow boys che dormono".
In seguito, lo ritroviamo ballerino di
"carattere" in Xanadu, ma in un momento ormai di inevitabile declino.
Molti critici, comunque, ritengono che, per completezza di attitudini Kelly sia
stato probabilmente il più grande uomo-spettacolo del cinema. Per capire quanto
questo attore sia ancora nel cuore degli americani, basti dire che di recente i
famosi "tre tenori" lo hanno onorato cantando "Singin in the
Rain" al Madison Square Garden. Kelly, molto malato e quasi paralizzato,
era in prima fila. Durante l'ovazione della sala si sforzò di alzarsi, con
enorme fatica.
Morì tre giorni dopo, il 2 Febbraio 1996
nella sua casa di Beverly Hills.
Riconoscimenti:
Premio Oscar 1945
Nomination per Miglior attore con
"Canta che ti passa ? Due Marinai e una ragazza"
Premio Oscar 1951
Premio speciale con "Xanadu"
https://biografieonline.it/biografia-gene-kelly
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