Il rinnovamento del secolo
Luigi Sturzo nasce a Caltagirone, in
provincia di Catania, il 26 novembre 1871. La famiglia fa parte
dell'aristocrazia agraria. Luigig frequenta i seminari prima di Acireale, poi
di Noto.
Dopo il 1891, la pubblicazione della Rerum novarum,
prima enciclica sulla condizione operaia, e lo scoppio delle rivolte dei
contadini e degli operai delle zolfare siciliane (i cosiddetti Fasci) spingono
Sturzo a orientare i suoi studi filosofici verso l'impegno sociale.
A Roma, mentre frequenta l'Università Gregoriana, partecipa al
fervore culturale dei giovani cattolici. Il giovane Sturzo assume con
entusiasmo posizioni vicine al pensiero di Leone XIII,
il papa della Rerum novarum. Allo stesso tempo Sturzo è critico
rispetto allo Stato liberale, al suo centralismo e all'assenza di una politica
per il Mezzogiorno
Nel 1895 fonda il primo comitato parrocchiale e una sezione
operaia nella parrocchia di S. Giorgio; a Caltagirone dà vita alle prime casse
rurali e cooperative.
A Roma Sturzo perfeziona i suoi studi conseguendo il diploma
in Filosofia e la laurea in
Teologia. Viene ordinato sacerdote il 19 maggio 1894. Il fratello maggiore
Mario sarà vescovo di Piazza Armerina (EN).
Nell'esercizio del suo ministero sacerdotale ha modo di
constatare la grande miseria del popolo: arriva così alla"vocazione di
portare Dio nella politica". Don Sturzo dedica tutto se
stesso all'attuazione dei princìpi della dottrina sociale della Chiesa.
Studia scienze sociali, è uomo politico e s'interessa nel primo
decennio del XX secolo alle proposte politiche di Romolo Murri e alle proposte
sociali di Giuseppe Toniolo, modernisti cattolici. Don Sturzo è precocemente
favorevole, ancora negli anni del non expedit pontificio,
all'organizzazione politica indipendente dei cattolici italiani e al loro
progressivo inserimento nella vita civile e politica dello Stato.
Le caratteristiche del sacerdote sono, oltre a una continua
unione con Dio, il profondo senso della giustizia, l'eroica obbedienza alla
Chiesa, e il grande amore per i poveri.
Meridionalista, sostiene la necessità del decentramento
amministrativo e delle autonomie regionali.
Ostile al capitalismo liberale che tendeva al monopolismo
borghese, così come al socialismo classista che tendeva allo statalismo
proletario, dopo una prima esperienza - che durerà 15 anni - di pro-sindaco di
Caltagirone, Sturzo sostiene l'abolizione del non expedit per
la partecipazione dei cattolici alla vita politica.
Nel 1919 fonda il Partito Popolare Italiano, di cui sarà
segretario, portandolo a notevoli e importanti successi.
Giovanni Giolitti non
si capacitava del fatto che un piccolo prete, da un ufficetto vicino a
Montecitorio, potesse guidare e dare ordini a un così compatto gruppo di deputati.
Sopraggiunta la dittatura fascista, nel 1924 Don Sturzo è costretto ad un
lungo esilio, prima a Londra, poi negli Stati Uniti, dove con i suoi scritti e
le sue pubblicazioni prosegue la lotta: grazie alla traduzione dei suoi saggi
la parola "totalitarismo" diviene tra le più diffuse nel lessico
politico del Novecento.
Torna in Italia, da New York, nel 1946.
Difensore della Roma cristiana contro il comunismo ateo, nel
1952 caldeggia un'alleanza con il Movimento Sociale e i monarchici per
contrastare il "Blocco del popolo" alle elezioni comunali. Sturzo
viene sconfessato da parte del mondo cattolico e da Alcide De Gasperi. I
partiti di centro vincono ugualmente.
Il presidente della Repubblica Luigi Einaudi lo
nomina senatore a vita nel 1952.
Luigi Sturzo muore a Roma il giorno 8 agosto 1959.
Papa Giovanni XXIII lo
definirà "esempio di preclare virtù sacerdotali". Papa Giovanni Paolo II,
nel suo discorso ai vescovi siciliani in occasione della loro visita ad
limina del 1981 ne esalterà "la vita, l'insegnamento e
l'esempio [...] nella piena fedeltà al suo carisma sacerdotale".
È stata presentata istanza per la sua canonizzazione.
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