Etichette

martedì 18 febbraio 2020

Lo Sapevate Che: Gli ottant'anni di Fabrizio De André, il suo spirito libero rinasce ogni giorno


Il 18 febbraio del 1940 nasceva a Genova l'artista che fu tra i primi a traghettare la canzone italiana verso la modernità. E a cantare gli ultimi del mondo con forza e con passione
di ERNESTO ASSANT

Ottanta anni fa nasceva Fabrizio De André. Ed è difficile, ancora oggi, immaginare un mondo senza di lui. Perché a ottanta anni dalla sua nascita e ventuno dalla sua scomparsa, De André è ancora con noi, sempre. Lo sono le sue canzoni, rimesse in circolo costantemente nelle vene della nostra vita non solo da chi ogni sera, ogni giorno, le canta per le strade d’Italia, in innumerevoli concerti. Lo sono le sue parole, ancora vive, brucianti, attuali. Lo è la sua immagine, quel sorriso aperto e gentile che ancora ci accoglie nelle foto, che sembrano scattate ieri e lo fanno essere eternamente giovane.

Ottanta anni fa iniziava la vita di uno dei più grandi artisti italiani, una vita riservata e al tempo stesso pubblica, fatta di eventi drammatici come quelli legati al rapimento suo e di Dori Ghezzi e di eventi poetici come quelli del suo amore, dei suoi concerti, dei suoi album. Una vita che è diventata un romanzo perché ricca di libertà, di poesia, di sentimenti, di scelte improvvise, di ricerca e avventura, passioni, anarchia e amore, elementi fondamentali per tutto quello che ha scritto e cantato. E’ stato tra i primi a traghettare la canzone italiana verso la modernità, ha cambiato le regole del cantar d’amore, ha mescolato la storia e l’intelletto con la canzone popolare, il sacro e il profano, la cultura alta e bassa, la poesia e la parola parlata, la Storia e le storie, con una libertà espressiva che non ha avuto paragoni.

Le canzoni di De André hanno ispirato libertà, hanno spinto i giovani a pensare in maniera diversa, a porsi domande, a chiedersi dove potesse essere la verità in un mondo che tende sempre a nasconderla. E hanno spinto molti altri cantautori a usare quella libertà per scrivere canzoni che non avessero altri confini che quelli della poesia, della creatività, senza fare scuola, senza far nascere una inutile schiera di imitatori. E senza sosta è cambiato, realizzando album sempre diversi, collaborando con tanti altri artisti, da Piovani a Bubola, dalla Pfm a De Gregori, da Fossati a Pagani, cercando sempre nuove fonti di ispirazione, nuove strade da percorrere, nuove porte da aprire.

Tra La canzone di Marinella e Creuza de ma c’è un mare immenso, la distanza sembra incolmabile, invece c’è, in questo spazio meraviglioso, tutto De André e la sua arte, un mare in cui possiamo incontrare ancora oggi terre fantastiche, luoghi immaginari, città illuminate, spazi straordinari che contengono tutte le città del mondo, popoli diversi, lingue differenti, ma tutte per noi comprensibili e armoniose. Così come nel suo repertorio troviamo ballate, melodie medievali, canzoni folk e rock, brani ipnotici e armonie semplicissime che coinvolgono immediatamente l’ascoltatore e sembrano fatte apposta per scatenare l’immaginazione, canzoni che non solo vivono al di fuori dei generi, ma che sono anche attualissime restando fuori dal tempo. E in quelle canzoni, oltretutto, troviamo il popolo, gli ultimi del mondo cantati con forza e passione, difesi con intransigente fermezza e accarezzati con dolcissima comprensione, nel tentativo di far aprire gli occhi di chi li vuole tenere chiusi e non vedere quanto dolore e quanta poesia ci sia negli angoli dimenticati della vita.


Era una cantautore popolare, nel senso più alto del termine, perché riusciva a catturare i sentimenti della gente e trasformarli in canzoni che ancora oggi hanno una incredibile attualità. Perché se è vero che ottanta anni fa nasceva Fabrizio De André, è altrettanto vero che con le sue canzoni e le sue melodie, per nostra fortuna, è come se nascesse ogni giorno

Nessun commento:

Posta un commento