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sabato 7 gennaio 2017

Lo Sapevate Che: Ma i big chef della Tv Usa se le lavano le mani?...



Nelle settimane scorse in diversi Paesi del Nord Europa un’epidemia di salmonellosi da cibo contaminato ha colpito oltre 150 persone. Queste vanno ad aggiungersi ai circa 300 mila casi di tossinfezioni alimentari che ogni anno provocano una trentina di morti nell’Unione Europea. Negli Stati Uniti il cibo contaminato, probabilmente a causa di norme e controlli meno severi dei nostri, ha conseguenze molto più gravi: circa tremila morti l’anno. Oltreoceano stanno perciò cercando di individuare ogni possibile fonte di disinformazione sull’igiene da osservare nel trattare e conservare gli alimenti. La nutrizionista Nancy Cohen, della Università del Massachusetts, ne ha messa a fuoco una a cui pochi penserebbero: gli show di cucina in tv, popolari negli Usa anche più che da noi. Facendo osservare da esperti il rispetto delle norme igieniche in programmi come Top Chef, Master Chef Usa, Chopped o Hell’s Kitchen, la Cohen ha potuto valutare che tipo di contributo informativo arrivi al pubblico: “Si trattava di vedere se seguissero 19 regole abbastanza elementari, come lavarsi le mani prima di cucinare, sciacquare le verdure, controllare la temperatura di cottura, usare piani diversi per cibi crudi o cotti… Ebbene, solo quattro quattro di queste regole – pulizia delle mani e delle unghie e corretto uso e conservazione degli utensili – sono state rispettate in almeno la metà dei 39 episodi visionati, mentre le altre 15 regole sono state violate nel 70  per cento degli episodi: un appropriato controllo di tempi e temperature di cottura era assente il 93 per cento delle volte”. In altre parole, se invece di show tv fossero stati ristoranti, avrebbero dovuto chiuderli. “Il 73 per cento degli americani dichiara di informarsi dalla tv sul comportamento da tenere in cucina, quindi sarebbe importante che questi show spiegassero anche le norme igieniche e giudicassero i loro concorrenti anche in base al loro rispetto” conclude Cohen. In Italia nessuno ha ancora fatto controlli simili sui nostri chef star della tv, però i ricercatori possono dirci dove si annidino i rischi nelle cucine. “Si conoscono cinque tipologie di contaminazione, ognuna delle quali può avvenire nelle nostre case” spiega Tiziana Di Renzo, microbiologa dell’Istituto di Scienze dell’alimentazione del Cnr. “La prima avviene negli alimenti in fase di produzione ed è opera di aria, acqua, suolo o dell’animale stesso: meglio fidarsi solo dei fornitori affidabili e lavare sempre la verdura da mangiare cruda”. C’è poi il trasferimento dei batteri e dal cuoco all’alimento: Per evitarle le norme sono ovvie: cucina ben pulita, lavarsi le mani, non assaggiare i cibi con le posate con cui si cucina e magari usare una retina per i capelli. Il terzo tipo di contaminazione avviene durante la conservazione: bisogna mettere ogni cibo nel giusto posto in dispensa o in frigorifero, usare per la conservazione appositi contenitori per alimenti o pellicole impermeabili ai microrganismi. Il quarto pericolo viene dal consumar crudi cibi che andrebbero cotti, come il pesce o il latte non pastorizzato”. Cè infine la contaminazione crociata, con il passaggio di batteri da una sostanza a un’altra per contatto. “Esempio tipico, usare gli stessi utensili o piani di lavoro per cibi da cuocere, come la carne, e poi per alri da mangiare crudi, come il pane: decisamente rischioso. Meglio anche evitare gli utensili di legno, troppo difficili da pulire bene”. A questo punto viene però da chiedersi come siamo sopravvissuti alla cucina della nonna. “Un tempo ci si ammalava, e a volte si moriva, per queste cause senza saperlo. Ora possiamo riprodurre la bontà dei cibi della nonna, senza rinunciare all’igiene”.
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 9 Dicembre 2016 -

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