Una volta demonizzato dai teologi,
oggi condannato dai dietologi. Il maiale è da sempre simbolo dei piaceri della
carne. Calori o calorie, porci o porcherie, invertendo l’ordine dei fattori il
risultato non cambia. Sempre di trasgressione si tratta. È per questo che
Carnevale fa rima con maiale. La bestia più allusiva e la festa più
trasgressiva. Che inizia il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate,
conosciuto anche come amico del porcello. Perché viene sempre rappresentato in
compagnia di un maialino, che secondo la leggenda aiutò Antonio a rubare il fuoco
ai diavoli, per donarlo agli uomini. Come un Prometeo cristiano. Anticamente
dal grasso suino si ricavava l’unguento per curare l’herpes zoster, conosciuto
proprio come fuoco di Sant’Antonio. Ecco perché ancora oggi, in tutta Europa,
si accedono i giganteschi falò in onore del santo per inaugurare il Carnevale. Tra i più belli d’Italia c’è sicuramente la
Fòcara di Novoli, in Salento, una visionaria torre di babele alta 25 metro,
che quest’anno arderà dal 16 al 18 gennaio. E avrà il suo climax con una grande
festa a base di musica, danza, riflessioni intorno al fuoco affidate dal
direttore artistico Loris Romano a grandi nomi della letteratura, del
giornalismo, dell’arte e del design. Da Vinicio Capossela a DJ Donpasta, da
Nicola Lagioia a Elio Germano, da Daniel Buren a Francesco Jodice e tanti altri
(www.focara.it). Così la Fòcara diventa la versione winter della Notte della Taranta. Trasformando l’eredità del mondo
contadino in una chance di sviluppo sostenibile. L’antichità popolare in
modernità pop. Perché solo tenendo vivo il fuoco della memoria si può
illuminare il cammino verso il futuro.
Marino Niola – Miti d’Oggi – Il Venerdì di Repubblica – 13
gennaio 2017 -
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