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giovedì 26 gennaio 2017

Lo Sapevate Che: E pensare che tutto iniziò con un orologio...



Per Lunghi Mesi, di fronte a quella gioielleria in West Virginia, Doris aveva sognato. Sulla via per la scuola e al ritorno, non mancava mai di fermarsi in adorazione davanti alle vetrine e immaginare il giorno in cui avrebbe trovato il coraggio di entrare a provare un certo orologino, solo provarlo perché lei, sedicenne figlia di un minatore di carbone e di una Cherokee che il padre picchiava regolarmente, quell’oggetto non avrebbe mai potuto permetterselo. Ma quando compì sedici anni e la madre le disse che finalmente l’avrebbe presa con sé e portata via per sempre dalla West Virginia e dal marito. Doris trovò il coraggio della disperazione. Entrò nella gioielleria. Riluttante, il proprietario preso l’orologino dalla vetrina, le permise di rigirarselo fra le dita e persino di metterselo al polso. E in quel momento accadde qualcosa che avrebbe fatto di Doris Payne una celebrità molto speciale. Entrarono in negozio un uomo e una donna dall’aspetto assai per bene e dalla pelle assai bianca. Era l’anno q946, il tempo della segregazione raziale più sfacciata. Spaventato dal pensiero che quei potenziali clienti fossero disgustati dalla presenza di una ragazza nera in negozio, il proprietario sibilò a Doris di andarsene, di uscire subito, di sparire di corsa. Lei ubbidì, spaventata, corse via. Al polso, portava ancora l’orologino. Fu allora che nella mente di Doris Payne si accese una lampadina che non si sarebbe mai più spenta. Fu la scoperta di quanto fosse facile rubare gioielli, soprattutto per una donna, della quale commessi e proprietari tendono a fidarsi più che degli uomini. Dal modesto gioielliere della West Virginia più rustica alle grandi boutique di Monte Carlo, dall’orologino placcato oro a solitari a dieci carati, la carriera della ladra più ricercata del mondo si sarebbe estesa per sette decenni e tre continenti. Divenuta una bellissima donna, grazie al riuscito mix tra il sangue indiano della mamma e africano del padre, sempre impeccabilmente vestita. Doris avrebbe rubato gioielli per un valore complessivo che le assicurazioni calcolano, con molta approssimazione, in oltre 10 milioni di dollari. La sua tecnica era sempre la stessa. Puntava a grandi gioiellerie, prendendo di mira i commessi, possibilmente maschi. Con il suo charme distaccato e leggermente annoiato, da signora che ha visto e indossato troppi ninnoli per farsi impressionare da un altro brillante o da una broche scintillante, si faceva mostrare dozzine di pezzi mostrare dozzine di pezzi che provava con mani fatate, da prestigiatore. A volte ne comprava uno, di modesto valore, mentre faceva sparire quello più pregiato. Nel 1972, a Monte Carlo, portò via un anello con un brillante da 10 carati, valutato allora 500mila dollari (milione di oggi): il suo “colpo” più grosso. Doris è stata incarcerata nove volte nella sua vita, con una sentenza massima di sedici mesi, che lei abbreviò evadendo dall’ospedale dove si era fatta ricoverare per misteriosi malanni e dove aveva prontamente ipnotizzato con le sue grazie l’infermiere incaricato di sorvegliarla. La più breve fu una settimana in guardina per essere uscita da un negozio impermeabile griffato, che naturalmente non aveva pagato. Ora Doris Payne è di nuovo in attesa di processo, a 86 anni. Nei giorni degli acquisti di Natale, è stata pizzicata in un sobborgo di Atlanta mentre cercava di nascondere sotto la camicetta una collana di diamantini da appena 2mila dollari, praticamente un brillocco per una che da giovane viaggiava a solitari da dieci carati. Ma anche per lei è arrivato il Viale del Tramonto. Quando è stata intervistata per un film documentario sulla sua vita ha confessato di avere perduto l’orologino al quale era tanto affezionata.
Vittorio Zucconi – Opinioni -  Donna di Repubblica – 21 gennaio 2017 -

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